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La lettera. Diga, il grande assente dal dibattito: la montagna

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Riceviamo e pubblichiamo

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La discussione sulla futuribile Diga di Vetto avviene senza il coinvolgimento dei montanari. Un vero peccato. Fortemente voluta dagli agricoltori della Val d'Enza (che nel mentre in soli 12 anni hanno raddoppiato la produzione di Parmigiano Reggiano, pur in assenza della diga), non genera interesse nelle comunità locali che quasi mai intervengono (salvo un sindaco di centro destra o la metà dei vettesi, per lo più artigiani, che 30 anni fa si dichiararono favorevoli), pur col bravo e tenace Lino Franzini (che però vive altrove).

Un interrogativo, a riguardo, occorre allora farselo partendo da una osservazione semplice. Quando si parla della diga si analizzano solo gli utilizzi che essa potrebbe generare: agricolo, potabile, industriale: tutti a valle della stessa. Perché, invece, non mettere al centro della discussione sul valore della diga quanto rimarrebbe alle comunità locali? In fatto di energia, risorse, crediti… È questo il grande assente del dibattito.

Non si possono, ancora una volta, liquidare i montanari con un piatto di lenticchie: “la diga dà valore ai ristoranti e agli alberghi del territorio durante la costruzione della stessa” o poco più.

Il rischio è ancora quello di vedere utilizzate le risorse della montagna, invasando uno dei tratti fluviali di più grande bellezza della regione (possibile che nessuno lo noti?), senza alcun beneficio per la comunità locale. Gli esempi, a mio avviso non edificanti, a riguardo, non mancano: la centralina elettrica a Vetto (che ha deviato il fiume a beneficio di un privato), le centraline sul Secchia (a beneficio dei costruttori), l'acqua che piove qui e irriga a valle, l'acqua potabile captata in montagna (piovuta su suoli privati) e venduta ai montanari al medesimo prezzo della città, ...

Si ha paura di riconoscere i cosiddetti servizi ecosistemici a chi realmente li genera mantenendo e vivendo il territorio?

(IE)

4 COMMENTS

  1. Mi fa piacere leggere certe riflessioni, vorrei vedere un sussulto di orgoglio dai montanari e che gli stessi iniziassero a “vendere” cara la pelle.
    Siamo rimasti in pochi su questo STUPENDO territorio, a mio avviso poco valorizzato, ma pieno di risorse idriche e di legname, oltre alle bellezze paesaggistiche.
    Sarebbe ora, visto il cambiamento climatico e la grande richiesta di risorse idriche che il MONTANARO facesse sentire il proprio peso e che la smettesse di sentirsi feudo dei politici della pianura o della regione.
    Cordialmente

    http://RobertoMalvolti

    • Firma - RobertoMalvolti
  2. Come mi è capitato di scrivere più volte su queste pagine di Redacon, credo anch’io che i vantaggi legati alla Diga di Vetto, una volta che venisse realizzata, gioverebbero soprattutto ai territori posti a valle, e molto meno a quello montano, che si vedrebbe per così dire “sottratto” uno dei tratti fluviali che, a detta di (IE), sarebbe la più grande bellezza della regione (e bello lo è di certo).

    Ed è proprio per questa ragione che ho ripetutamente sostenuto la tesi secondo cui alla nostra montagna, segnatamente la parte interessata dalla diga, andrebbe riconosciuto un “risarcimento”, ossia benefici quali ad es. quelli di natura fiscale, e mi augurerei che anche il “bravo e tenace Lino Franzini” si facesse portavoce di questa istanza, unitamente agli altri esponenti delle comunità locali.

    Io non sono un “tifosissimo” della Diga, preferendole l’attuale paesaggio fluviale, ma se detto invaso è divenuto necessario, per tutti i motivi che conosciamo, qualche condizione la montagna potrebbe o dovrebbe porla, soprattutto pensando al fatto che il nostro territorio rischia di veder indebolita la rete dei suoi servizi (una preoccupazione che compare non di rado pure su Redacon).

    P.B. 26.01.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  3. Mi auguro che Redacon mi pubblichi queste mie considerazioni, al fine di dare i giusti chiarimenti in merito ai benefici derivanti a quello che ho sempre definito “Sistema Montano”; premetto alcuni chiarimenti a quanto scritto dal Sig, IE. Lino Franzini abita in montagna 365 giorni all’anno, nel passato ho fatto il Sindaco in montagna, a Palanzano, e ora sono Presidente della Municipalità di Ramiseto e tutti i giovedì mattina mi troverete nell’ex Comune di Ramiseto a ricevere il pubblico (impegno a titolo gratuito); devo inoltre dire che il Comitato Promotore della Diga di Vetto è nato in montagna 20 anni fa e solo da tre anni, visto il poco interessamento di questi paesi montani, il Comitato ha coinvolto gli agricoltori a Valle, facendo capire a loro i grandi benefici che la Diga di Vetto darebbe al “Sistema Pianura”; sia chiaro a tutti una cosa, la Diga di Vetto farebbe della Valle dell’Enza la Valle più importante dell’Emilia Romagna; la valle che darebbe ottima acqua a tutti, lavoro, energia pulita e turismo.
    Spesso sento i commenti espressi dal Sig. IE: ma che benefici da la diga di Vetto a noi montanari?, da solo benefici a valle dando acqua agli agricoltori, ai rubinetti e eliminando i pericoli di esondazione, a noi montanari non da nulla; questo è quello che tanti in montagna dicono; purtroppo devo dire, con assoluta certezza e senza ombra di essere smentito, che la Diga di Vetto darebbe enormi benefici proprio alla montagna; nuova viabilità in valle e lavoro per centinaia di persone per tanti anni, ma la vera ricchezza lavorativa della diga di Vetto non è durante la costruzione è dopo, una diga come sarebbe quella di Vetto sarebbe un cantiere perenne, è d’obbligo la cura e la manutenzione del bacino imbrifero montano, a cui occorre aggiungere: il personale della centrale idroelettrica, all’impianto di potabilizzazione, a quello di Ridracoli lavorano 32 persone, i guardia dighe che obbligatoriamente devono presidiare la diga giorno e notte 365 giorni all’anno, una ditta che deve mantenere sempre pulito il lago da rami e trochi, a Ridracoli c’è una cooperativa di Santa Sofia che con due zattere motorizzate perlustrano in lungo e in largo il lago per tenerlo pulito da rami, tronchi foglie, ecc. ecc,
    Ma è l’economia prodotta dalla Diga di Vetto che cambierebbe il mondo per noi montanari, basta andare qui vicino, al Bilancino una Diga identica a quella di Vetto a Barberino del Mugello per verificarlo, in pochi anni dalla sua inaugurazione sono sorti alberghi, B&B, agriturismi o ristoranti, tre scuole internazionali di nautica, in estate il lago è tutta una vela, cinque aree di balneazioni con parcheggi da migliaia di posti auto, area campeggio, Area faunistica gestita dal WWF per la cura degli animali feriti, in estate trovate intorno al lago dalle 5000 alle 10.000 persone.
    Ma a questi benefici alla Comunità, dobbiamo aggiungere i benefici ai Comuni montani dai sovracanoni BIM, come previsto dalla legge 959 del 1956, si sappia che di legge per ogni kWh di energia prodotta dalla centrale idroelettrica della diga di Vetto compete ai Comuni del bacino Imbrifero montano centinaia di migliaia di Euro, ma ai quattro comuni direttamente coinvolti dal lago, Vetto, Neviano, Ventasso e Palanzano, sempre di legge, compete un ulteriore canone, il canone rivierasco, altri centinaia di migliaia di euro, euro veri e non promesse; si sappia che i prati, vista lago e in prossimità del lago se oggi costano 10 domani costerebbero minimo 100, oltre alla rivalutazione delle case dei nostri paesi.
    Ma oltre a questo ho sempre detto che a noi montanari deve essere riconosciuta una royalty di almeno il 5% dell’importo dei metri cubi di acqua ceduta a valle ai rubinetti, all’agricoltura e alle industrie, cosa fattibile; ma come si fa a chiedere queste cose quando i montanari e le Amministrazioni locali, escluso Ventasso, non sostengono la realizzazione dell’unica opera che ridà la vita alla montagna?; anzi tanti montanari, varie Amministrazioni e vari politici sono contro, a mio avviso solo per direttive partitiche, ma come al solito una politica sbagliata fa solo del danno; comprendo chi dice di NO a tutto per avere consensi, ma non capisco i montanari e certe Amministrazioni che non fanno nulla per quest’opera, di cui esiste Progetto e Autorizzazioni, basterebbe adeguare il Progetto e si riparte con i lavori.
    Il grande vantaggio della Diga di Vetto è la sua ubicazione, verrebbe a trovarsi in posizione accessibile da varie strade Provinciali di due Province e ai piedi di aree montane interessanti anche per la loro gastronomia e territorio del Parco Nazionale, per questa accessibilità e vicinanza alle città si prevede una presenza di visitatori annuali di oltre 250.000 persone, di questi il 20% si riverserebbero a monte per le attrazioni ambientali e culinarie di questi territori, attività di pesca, piste da mountain bike e passeggiate a cavallo intorno al lago; le dighe che formano un lago balneabile, come è il Bilancino e come sarebbe Vetto, cambiano l’economia di un territorio, andate ad Auronzo, il paese si è raddoppiato tutto intorno al lago, gare di motonautica internazionali incredibili, vanno anche da Reggio e Parma. Purtroppo devo fermarmi, scriverei troppo, ma se avessi la certezza che la diga di Vetto interessa ai montanari, cosa che non ho mai riscontrato, potrei fare dei convegni, ma so già che non verrebbe nessuno, sperando di sbagliarmi.
    Lino Franzini
    Presidente della Municipalità di Ramiseto e Presidente del Comitato promotore della Diga di Vetto

    http://FranziniLino

    • Firma - FranziniLino
  4. Ho sempre pensato che il lago formato dalla diga di Vetto verrebbe in montagna, pertanto i benefici verrebbero a questi territori, ma come dice Franzini le Amministrazioni montane, ma principalmente i montanari, non hanno mai sostenuto la realizzazione di questa grade opera, li vedo più propensi ad andare al bar che a partecipare a convegni o a manifestazioni in favore a opere che portano benefici ai paesi di questi territori, ma sempre pronti a criticare perchè in montagna non si fa nulla. Per quanto concerne le Amministrazioni Franzini ha fatto il Sindaco e dovrebbe sapere che le Amministrazioni sono sempre, o quasi, di parte, penso che le Amministrazioni si attengono ad un vecchio detto “legano il somaro dove dice il padrone”, pertanto è comprensibile come Amministrazioni di Vetto o Castelnovo ne Monti non hanno mai sostenuto la ripresa dei lavori della diga di Vetto. Una cosa è certa, fino a quando chi amministra questa Regione, che sia di destra, di sinistra o di centro, si fa condizionare dai no a tutto, le cose utili e importanti non si faranno mai, ma visto i risultati elettorali va benissimo cosi, però non lamentiamoci, visto che il bene della montagna interessa solo a Franzini e a pochi altri

    Ricco Davide

    • Firma - Ricco Davide