L' x consigliere regionale Fabio Filippi si schiera a favore di Tommaso Manfreda, ex assessore al Comune di Casina che si è dimesso anche dal ruolo di consigliere, in seguito all'esclusione della sua azienda di costruzioni dalla white list.
“Tommaso - scrive l' ex consigliere regionale - non lasciarti intimorire da chi ‘forte di tessera di partito’ si permette di fare la morale a te che con il tuo onesto lavoro autonomo hai sempre contribuito a preservare la nostra economia, a garantire un lavoro onesto sul territorio e a promuovere la cultura della legalità”.
E ancora: “Non hai mai aggirato alcun ostacolo – afferma - non hai dato ‘aiutini’ a nessuno e soprattutto, ti conosciamo bene tutti a Casina e dintorni, e possiamo dire che anche per te (e non solo per l’opposizione), resta un punto fermo che la pratica associativa mafiosa è da contrastare con decisione perché mina la società, la libertà, l’economia, le istituzioni e quindi la civile convivenza. Difendersi per potere continuare a lavorare, per fare lavorare, per mantenere la propria famiglia e per pagare le tasse, non significa dare aiutini alla mafia o attaccare la cultura antimafia – ma significa esercitare un proprio diritto in un paese ancora libero”.
Ingegnere Filippi perché ritiene 'giusto' che i legali di Tommaso Manfreda abbiano fatto ricorso contro l' esclusione alla white list e chiesto la sospensione dei protocolli antimafia?
Questa diciamo esclusione, impedisce a Manfreda di lavorare. Ora, che non possa lavorare con il pubblico mi sta bene ma impedirgli di lavorare nel privato è impensabile. Scherziamo? E’ un controsenso, questa legge vale solo a Reggio Emilia; per esempio a Parma non c’è. È inammissibile. E’ tutto sbagliato, non si emette un' interdittiva basandosi su uno sbaglio fatto da qualcuno altro. Alcuni provvedimenti vengono emessi solo perché hai un parente che forse è colluso, che poi anche in questa caso una persona che colpa ne ha? Che può farci? Su queste cose ci vogliono certezze, non ‘presupposti.
Noi siamo in democrazia, le istituzioni si possono contestare perché altrimenti sarebbe una mafia, giusto? E si sbaglia. E anche la giustizia non è infallibile. Basti pensare alla mia vicenda: mi hanno accusato di un reato che non ho mai commesso, sono andato avanti 10 anni e poi la Cassazione ha stabilito che il reato era inesistente.
Lei cosa risponde a chi ha accostato il nome di Manfreda alla mafia?
Ha sbagliato; se questa persona pensa di sapere qualcosa allora parli altrimenti non si permetta di fare insinuazioni così gravi. Manfreda è una persona onesta e a Casina, tutti ne parlano bene, compresi quelli dell’opposizione. Il parroco, i cittadini, un motivo ci sarà. Un conto è essere mafiosi, un altro è avere parenti alla lontana. Se Manfreda lo fosse, va dimostrato.
Com’è la situazione legalità del Comune di Casina, dal suo punto di vista?
A Casina il problema grosso è quello della droga, questo sì, è un problema che le forze dell’ordine dovrebbero veramente cercare di limitare. Invece qui si tollera, si fa i bravi con certe cose e poi dopo si fa i rigidi con persone che lavorano. 'Stiamo andando alla rovescia'. La droga, come si sa, colpisce alla testa e dopo i giovani sono disposti a compiere qualunque atto. Questo è il problema grosso che va limitato, ma dappertutto.