Un accordo prefettizio, lo sbarco sui social, una nuova sede, questo e molto altro nella chiacchierata avuta con il comandante della Polizia locale dell’Unione Appennino Flaminio Reggiani.
Comandante il 2023 si è aperto con un accordo importante, di cosa si tratta?
L’accordo è stato fatto il 5 gennaio e ha visto coinvolte tutte le Polizie locali della provincia, i Carabinieri, la Polizia stradale, la Questura, la Guardia di finanza e la Polizia provinciale. Questo è un accordo a livello prefettizio e quindi è condotto dal prefetto di Reggio Emilia come tavolo di coordinamento per i servizi che mirano alla prevenzione per incidenti stradali e nel territorio reggiano. In particolare, la statistica prevede la comunicazione della quantità di servizi posta sul territorio dalle varie forze di polizia, la quantità di incidenti stradali rilevati, dalle quantità di patenti ritirate e di accertamenti soprattutto nelle relazioni più gravi come la guida in stato di ebbrezza o di sostanze stupefacenti; ma anche l’uso del telefono e le cinture di sicurezza. Questa è la reazione che ha avuto in primis il ministro dell'Interno e di conseguenza la Prefettura sul territorio rispetto all’incremento che c'è stato negli incidenti stradali a livello nazionale.
Ci saranno anche degli interventi rivolti alla comunità?
Chiaramente in seno al comitato ordine sicurezza pubblica ci è stato chiesto di implementare l'attività educativo scolastica, inoltre ho trovato il servizio di Polizia non comunicativo nel senso che non è ancora sbarcato sui social, per quanto ci riguarda abbiamo un progetto in Regione e nell'arco di due mesi andremo su Instagram e Facebook quindi potremmo fare delle campagne anche lì. Quello diventa uno strumento comunicativo di prima battuta da parte del comando, sia per la situazione contingente della giornata sia per comunicazione che hanno più ampio respiro.
Sono noti i problemi di organico, riuscite a seguire tutte le attività?
Sicuramente il corpo è sottodimensionato, noi facciamo con quello che abbiamo e con quello che abbiamo cerchiamo di affrontare tutte le dinamiche perché poi non ci sono solo incidenti, ci sono ben altre cose. Quando sono arrivato mi sono prefissato l'obiettivo di spendere la polizia locale come prossimità, come polizia di comunità, nei territori dove normalmente la polizia non la vedono, carabinieri compresi. Mi vengono in mente le innumerevoli frazioni che abbiamo e un passaggio nelle frazioni un paio di volte a settimana bisogna che riesca a farlo. Qual è l'obiettivo del comandante? È quello di cercare di ottimizzare le risorse che ha in fase organizzativa, ecco io posso fare questo poi l’obiettivo della politica invece è quello di pensare a protocolli o a progetti che portino personale. Ho chiesto, come da parametri regionali, un adeguamento di personale ma la cosa fondamentale è la bontà del coordinamento a livello delle forze di polizia che sono sul territorio perché se non ci fosse la relazione che c'è coi carabinieri o con la polizia stradale sarebbe dura, noi quotidianamente ci sentiamo su dove agire e chi deve agire con molta lealtà reciproca.
Ci sarà anche un cambio di sede...
C'è un cambio di sede proprio orientato a raggiungere gli standard regionali per i corpi di polizia. La sede che abbiamo adesso non rispetta gli standard, non c'è la centrale operativa mentre nella nuova sede sarà presente per 12 ore e con numero verde dedicato, altro elemento importante e non scontato perché ritengo che una forza di polizia debba essere di accesso gratuito almeno telefonico. Poi ho fatto anche altre scelte come il ricevimento del pubblico: ci sono delle cose che abbiamo imparato in epoca covid come l’utilizzo delle call conference, se qualcuno ha bisogno di parlare col comando della polizia locale o un tecnico ha bisogno di un documento per un progetto non deve venire da Ventasso a Castelnovo Monti, si può tranquillamente lavorare sulla call conference. Questo non vuol dire che le persone più anziane sono abbandonate, per loro c’è bisogno di una vicinanza di tipo diverso quindi l'obiettivo è cercare di collimare le esigenze rispetto all'effettiva qualità delle persone che incontri. Secondo me è fondamentale dare un arco di possibilità di approccio ai servizi, il ricevimento di persona se c'è bisogno di questo ma anche un ricevimento digitale se ci sono gli elementi per poterlo fare risparmiando tempo.
Qual è l'augurio che fa a sé stesso e ai suoi colleghi?
Innanzi tutto, di stare bene dal punto di vista dell'ambiente lavorativo e di poter lavorare bene in una comunità nella quale, devo dire, mi sento molto accolto. Mi auguro soprattutto di non fermarmi mai al presente e di guardare sempre un occhio avanti, avere la capacità di andare oltre, di osservare prima quello che può capitare a una comunità anticipando le problematiche se possibile. Un mio cruccio, poi, è quello di continuare a pensare che i poliziotti sono persone: prima di riempirli di dati su come si rileva l'incidente, come si fa la multa o come si fa informativa di reato bisogna imparare come si comunica, come e quando non si può comunicare, come si gestiscono gli stress e i conflitti, come si elabora un lutto perché quando rilevi un incidente mortale e hai una persona a terra devi elaborare quel lutto, non è vero che poi il giorno dopo si è uguale ma te lo porti con te. La professionalità non è solo fare le cose ma anche saper essere qualcosa, quella è la differenza che facciamo noi.