Home Cronaca A San Polo d’Enza recuperata un’aquila reale. Fotocatturate anche in Comune di...

A San Polo d’Enza recuperata un’aquila reale. Fotocatturate anche in Comune di Ventasso

1363
0
Ivano Chiapponi e il dott. Tiziano Iemmi con l'aquila reale recuperata a San Polo d'Enza

Ci sono aquile in Appennino? E le abitudini degli animali selvatici stanno cambiando? Sembrerebbe di sì. Alcuni giorni fa - come riportato oggi sul Resto del Carlino di Reggio -, un’aquila reale, incredibilmente, è stata trovata in un recinto per galline a San Polo d’Enza. A rendere noto il ritrovamento è stato Ivano Chiapponi, responsabile del Rifugio Matildico - Centro recupero animali selvatici (C.R.A.S) di San Polo, che ha postato le foto su Facebook. “Dobbiamo veramente renderci conto che gli animali stanno cambiando atteggiamento nei confronti delle persone - ha commento -. Quest’aquila è finita dentro a un recinto per galline. Il proprietario, un mio amico, recentemente mi diceva che gli sparivano le galline e non capiva cosa poteva essere”.

Il dott. Tiziano Iemmi con l'aquila reale

Vista l’aquila nel recinto, il proprietario ha contattato subito il responsabile del Rifugio, che è intervenuto prontamente per prestare soccorso all’animale in difficoltà. “Ho chiamato il mio veterinario, il dottor Tiziano Iemmi di Traversetolo, che si occupa degli uccelli - spiega Chiapponi -, e siamo andati là. Abbiamo guardato l’aquila e ci siamo accorti che aveva un problemino a un occhio, una specie di cataratta. Adesso è in terapia al Rifugio, in una voliera attrezzata per aquile, per almeno una settimana, poi la metteremo in forma anche con l’alimentazione e andremo a liberarla, su in alto dove ce ne sono altre, ad esempio in zona Cusna”.

Non è la prima volta che Chiapponi recupera un’aquila in difficoltà. “Ne abbiamo già recuperate 4 o 5 - racconta -, due però erano di falconieri, una arrivava da Rimini, e una da Verona. Due anni fa un’altra era ferita a San Giovanni di Querciola. E tre o quattro anni fa abbiamo recuperato anche un biancone, l’aquila dei serpenti”.

Aquile in volo possono essere avvistate, di solito, nell’alto Appennino. “Sull’Appennino reggiano e parmense ce ne sono parecchie - precisa il responsabile del Rifugio -, già da tempo. Di solito stanno in Appennino, nidificano in alto sulle rocce, si nutrono di quello che trovano, lepri, piccoli caprioli, topi o altro, e si tengono a distanza. È strano che si siano portate giù, così in basso. Forse per scarsità di cibo si allargano nel giro di perlustrazione, oppure anche loro si abituano un po’ agli umani, come succede a tanti altri animali, lupi, cinghiali, gazze e cornacchie, che una volta era impensabile vedere vicino alle case”. 

Umberto Gianferrari, appassionato di 'fototrappolaggio'

A confermare la presenza di aquile reali sul nostro territorio è il castelnovese Umberto Gianferrari, 65 anni, ex carabiniere, appassionato di fauna selvatica, cacciatore per 40 anni, prima con i fucili e ora solo con le fototrappole. “Non è facile sapere quante aquile ci siano esattamente - chiarisce -, non so dire se l’aquila che è passata per ultima davanti alla fototrappola è la stessa già passata prima, posso però affermare che c’è almeno una coppia di aquile reali nel territorio del comune di Ventasso, ne ho fotografate due più volte insieme”.

Coppia di aquile reali 'fotocatturate' nell'Appennino reggiano

La passione di Gianferrari per le fototrappole è iniziata 10 anni fa circa. “Mi hanno sempre affascinato - sottolinea -, ci raccontano un mondo che non conosciamo. Non potremo mai avere da un professionista le foto che vediamo grazie alle fototrappole: un’aquila con 50/10 di vista è inavvicinabile, è in grado di vedere un coniglio a 3 km di distanza, come una persona muove un dito lei è già voltata via. Inoltre le fototrappole hanno led particolari, con lunghezza d’onda di 940 nanometri, invisibili all’occhio umano e animale e utili di notte: infatti permettono di filmare al buio gli animali senza che loro si accorgano di una luce che si accende all’improvviso, quindi si muovono in modo naturale. C’è però un prezzo da pagare: se non c’è luce i sensori delle fototrappole filmano e fanno foto in bianco e nero”.

Aquila reale in volo 'fotocatturata' nell'Appennino reggiano

Nei Comuni di Castelnovo Monti e Ventasso, con il nullaosta dei due rispettivi sindaci, Gianferrari ne ha dislocate una quindicina, che sposta segnalando con un cartello apposito che l’area viene videosorvegliata. “Con il mio collega di ‘fototrappolaggio’ e amico, Marco Campari, ci piace condividere le immagini con la nostra comunità - aggiunge -, tramite il mio canale YouTube, dove si possono vedere anche lupi, volpi, cervi e cinghiali. Inoltre in tutti questi anni mi sono sempre reso disponibile per collaborare con carabinieri forestali e forze di polizia o segnalare al Parco nazionale la presenza di un animale ferito”.

Ecco il link a uno dei video di Gianferrari sul suo canale YouTube

https://www.youtube.com/watch?v=b_xAP3Fj_aU