Nei primi sei mesi del 2022 sono 49.209 le imprese attive nella provincia di Reggio Emilia a giugno 2022 e di queste l’artigianato rappresenta il 37,5% del totale, con 18.462 unità. Rispetto allo stesso periodo del 2021 si contano 479 imprese in più, un segno positivo che si registra anche nelle imprese artigiane: +0,7% pari a 125 unità.
Lo rilevano i dati forniti dall’Ufficio Studi Lapam Confartigianato, che ha svolto un’approfondita indagine su numero imprese e occupazione.
Per quanto concerne l’occupazione, sulla base dei dati diffusi dall’Agenzia regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna il numero di assunzioni e cessazioni rilevato nel sistema provinciale ha oramai recuperato pienamente i livelli pre-Covid anche se durante i primi sei mesi del 2022 si è registrato un rallentamento: le posizioni dipendenti sono comunque aumentate complessivamente di 194 unità; l’incremento di dipendenti registrato nel II trimestre è da attribuire principalmente al settore commercio, alberghi e ristoranti (219 posizioni lavorative in più), seguito dall’industria in senso stretto con 134. Si osserva tuttavia un marcato decremento nelle altre attività dei servizi e dell’agricoltura, che perdono rispettivamente 109 e 142 posizioni lavorative. Si conferma positivo invece il bilancio delle costruzioni con 92 unità in più.
Analizzando invece i dati degli ultimi dodici mesi (luglio 2021-giugno 2022), Lapam evidenzia come l’incremento di dipendenti su base annua risulti di 5.604 unità. Alla crescita hanno contribuito tutti i settori, e in modo particolare l’industria (+2.801 unità), responsabile da sola della metà delle posizioni dipendenti create in provincia. L’unica eccezione è il settore dell’agricoltura che registra un andamento stazionario.
Per quanto riguarda la tipologia di contratto, Lapam rileva come nel II trimestre 2022 in provincia di Reggio Emilia siano diminuite le posizioni dipendenti a carattere temporaneo e in apprendistato (- 1.496), che erano cresciute sensibilmente nel corso del 2021, ma oggi risentono maggiormente delle incertezze del ciclo economico dovute all’aumento del costo delle materie prime e dell’energia. Tuttavia questo calo di contratti a termine è stato più che compensato dalla crescita del lavoro a tempo indeterminato (1.690 posizioni in più), sostenuto dall’aumento delle trasformazioni di contratto (+2.735). Anche i dati degli ultimi dodici mesi evidenziano la crescita più marcata delle posizioni a tempo indeterminato (+3.219) rispetto a quella del lavoro in apprendistato, a tempo determinato e in somministrazione (+2.385). Con questa dinamica, conclude Lapam, la provincia di Reggio Emilia risulta in controtendenza rispetto all’andamento nazionale, dove la crescita di dipendenti negli ultimi 12 mesi è ancora determinata in misura maggiore dal lavoro a tempo determinato.