Gli ultimi cinque lustri ci avevano abituati a medi di dicembre sovente caratterizzati da tramonti da colori infuocati e spettacolari. Addirittura le cronache di un decennio fa si interrogarono sul fatto che la nebbia “che si taglia col coltello”, in Val Padana, stesse scomparendo. Questo dicembre, invece, pare avere relegato l’Appennino a “banca” della nebbia, con cieli grigi e la “malinconia nebbia” che, oltre a bagnare il “lastrico delle strade” - per dirla col piemontese Vittorio Bersezio (1828-1900) –, rende oltremodo difficile la circolazione. Non una nebbia “spessa e opaca”, che involge “le cose e i rumori”, come quella narrata da Italo Calvino nel suo «Marcovaldo», ma una nebbia che rende buio il primo pomeriggio. Ieri e oggi, il medio e l’alto Appennino ne sono stati interessati, sprazzi di chiarore, invece, nel castelnovese. Il cielo grigio che ha caratterizzato questi giorni, e larga parte del mese, prosegue il suo corso, aggravato spesso proprio dalla nebbia.
Accade così che i tratti dell’Appennino diventino indistinti tra l’impalpabilità di un grigio che risale tra le valli di Enza e Secchia.
L’ultimo giorno dell’anno ha visto rifare capolino il sole, smorzato dalla nebbia sotto sera, con temperature insolitamente alte che penalizzano la speranza di neve sul crinale. Le previsioni per il primo giorno dell’anno di Reggio Emilia Meteo prevedono Capodanno con un po’ di sole, con differenze tra le diverse altitudini. Il bilancio di questo dicembre è fatto di freddo, nella prima parte, tanto grigio e assenza di neve.