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Parco Nazionale: un bilancio preventivo da record

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Il bilancio preventivo del Parco Nazionale dell'Appennino tosco-emiliano per il 2023 reca una previsione di spesa complessiva di oltre 7 milioni di euro. Un dato già in se rilevante ma parziale, perché con una successiva variazione che sarà approvata entro la primavera prossima, il preventivo di spesa dovrebbe attestarsi addirittura sui 18 milioni di euro. È crescita notevolissima rispetto ad alcuni anni fa.

Il Parco nazionale faceva bilanci da 5-6-7 milioni di euro, ora siamo a bilanci a due cifre. Inoltre, questo numero sintetico-18 milioni- non evidenzia le tante ricchissime progettualità e le diverse realizzazioni che sono sottese alla previsione di spesa. Emerge la grande crescita della capacità di spesa dell'ente, che concorre all'economia complessiva dei comuni di riferimento dell'Appennino e del crinale, con un’iniezione di risorse aggiuntive sempre più importante e senza alcun prelievo di risorse locali dai cittadini o dagli enti pubblici raccogliendo invece maggiori entrate dall'erario statale e dall'Unione Europea, grazie soprattutto alla partecipazione con successo a numerosi bandi emessi dal Ministero dell'Ambiente, dalle Regioni coi piani di sviluppo rurale delle regioni e direttamente dall'Unione Europea tramite i progetti Life.

Con l’insieme queste risorse in sintesi si toccano tre grandi temi: primo la tutela della natura; secondo il contrasto e l'adattamento al cambiamento climatico; e, terzo ma non ultimo, lo sviluppo di collaborazioni tra vari enti e anche con soggetti privati.

Si è realizzata così una mappa delle collaborazioni che in verità configura una Governance allargata e un potenziamento delle capacità operative del Parco, mettendo in campo e motivando le forze di un capitale umano più vasto, impegnato per l'Appennino e la sostenibilità, secondo la missione propria del Parco nazionale, ma certo - ormai - anche di altri soggetti ben oltre il perimetro e le competenze dell ente.

Per la tutela della natura: sono stati proposti e finanziati (e sono in corso) progetti Life con programmi per i boschi (che coprono la maggior parte del territorio), per la fauna ittica e per la qualità delle acque dei Laghi e dei torrenti e infine per sostenere e favorire gli impollinatori. Per quanto riguarda il bosco, i finanziamenti del Psr, e del programma Parchi per il Clima consentono di attuare concretamente sul nostro territorio la strategia forestale nazionale, avviando a pianificazione e certificazione migliaia di ettari di superfici forestali in concorso e condivisione con gli usi civici che ne sono titolari. È proprio questa partecipazione e collaborazione il punto forte di una politica e anche di progetti che tendono a migliorare la qualità delle attività di taglio ove ci sono, a sviluppare la biodiversità del bosco ad analizzare la resilienza dei boschi e delle specie dei nostri boschi ai cambiamenti climatici, che minacciano la stessa sopravvivenza del grande patrimonio forestale che cresciuto nei decenni passati dopo che un secolo fa erano quasi scomparsi. Per quanto riguarda invece la fauna ittica, in particolare i gamberi di fiume, il progetto Life Claw consente di monitorare anche curare la salubrità e naturalità in diversi tratti di torrenti e laghi, che sono una parte importante​ del paesaggio e anche della biodiversità. Infine il progetto Life a favore delle attività di impollinazione vede il Parco Nazionale alla testa di un'ampia partnership con Cnr, Università di Torvergata e  Roma3, oltre a Roma natura cioè i parchi della capitale. Il nostro parco nazionale è capofila e riporta nel bilancio risorse che verranno anche trasferite a questi enti collaboratori.

Per quanto riguarda invece il cambiamento climatico e l’adattamento, nel bilancio ci sono le entrate del programma del Ministero dell'Ambiente “Parchi per il Clima” che è in campo dal 1919. In verità questo programma marcia lento e con difficoltà a marciare spedito e attuarsi sul territorio data la carenza di disponibilità di progettisti ed imprese dopo il covid e dopo l'avvio della pratica del 110%. Tuttavia “Parchi per il Clima” consente di migliorare le prestazioni energetiche di edifici importanti (all'interno del perimetro del Parco e in certa misura anche fuori) migliorando assolutamente la loro capacità di ridurre i consumi  di gas climalteranti. “Parchi per Clima”, inoltre  comprende progetti che tendono a favorire la mobilità sostenibile in particolare la mobilità elettrica con l’acquisto di auto e pulmini elettrici, con l'installazione di stazioni di interscambio di ricarica per le auto elettriche e bici di residenti e turisti.

Infine il tema dello sviluppo delle collaborazioni con altri enti e soggetti, si può dire che le spese dirette del parco per il proprio personale sono contenute in una quota davvero minima di tutto il bilancio che è per gran parte invece destinato a investimenti e anche all'attivazione di collaborazioni professionali con professionisti, imprese e anche altri enti pubblici. Questo è il Parco Nazionale che in termini sia relativi che assoluti ha meno personale in pianta organica di ogni altro parco nazionale. Questo per un verso è una dimostrazione di efficienza e propensione all’ investimento e per un altro verso sta diventando un problema, perché per gestire questo bilancio è necessario anche aumentare la dotazione di personale, in questo senso l’ente Parco si rivolge al Ministero dell'Ambiente a tutti i ministeri competenti perché la dotazione di personale del Parco venga adeguata a questa nuova capacità operativa allargata.

2 COMMENTS

  1. Trovo un po’ forzata l’autopromozione di una promessa di brillanti risultati di bilanci futuri quando non sono stati ancora realizzati. È una forma di duplicato di risultati economici che non sono ancora sicuri. Non sono neppure convinto della necessità di richiedere un rafforzamento del personale dipendente in attesa che in futuro arrivino le risorse. C.d.P.

    http://Conte da Palude

    • Firma - Conte da Palude