"Il #Natale è solo nei negozi del tuo territorio": come per il blackfriday, Uncem diffonde per gli ultimi giorni degli acquisti di Natale e di fine anno, la campagna promozionale per comprare nei negozi del territorio.
L'azione che Uncem guidata da Marco Bussone ha rilanciato, come già a fine novembre per il blackfriday e da dieci anni con il claim "Compra in valle, la Montagna [il tuo paese] vivrà", è prima di tutto culturale. Verso consumatori, clienti, utenti, cittadini, residenti nei piccoli e nei grandi Comuni. Si faccia una scelta vera. Si mettano da parte le piattaforme e il facile click, scegliendo invece i negozi sotto casa, le piccole imprese agricole, le imprese artigianali, i trasformatori del posto, il prodotto locale. Non è ideologica e non è romantica la campagna Uncem: passa da una scelta, una decisione, una precisa volontà che i Comuni, gli Enti locali sostengono. Oggi è come non mai decisiva.
I flussi di merci che si muovono lungo le valli, dalle grandi piattaforme verso i paesi, con pacchi e corrieri sta ulteriormente compromettendo il commercio di vicinato, che senza una apposita normativa fiscale differenziata, entra da tempo in crisi. Non è una novità e Uncem lo sa bene. Serve una fiscalità peculiare, irap e irpef tagliati. Imposte azzerate, Zone a fiscalità differenziata per le valli alpine e appenniniche, per le Montagne di Sicilia e Sardegna.
E anche per questo, l'Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani lavora da tempo per sostenere i commercianti; il fondo da 210 milioni per le attività economiche delle aree interne - in corso di erogazione la seconda annualità, di tre disponibili attivate con la legge di bilancio 2020, una delle migliori misure da dieci anni a oggi insieme con il fondo montagna nazionale a 200 milioni di euro - è sicuramente importante. Tutti siamo in attesa di una vera e solida webtax europea, che non vada nelle casse dello Stato centrale, ma che serva e sia per i territori, per un fondo di sostegno agli investimenti delle imprese locali e dei negozi sottocasa. Bastano 30 milioni di euro per attivarne, con una buona leva di Cassa Depositi e Prestiti, 600milioni. E più. Lo Stato, i Ministeri competenti, lavorino in questa direzione, senza timore.
Così come decisivo è trasformare bar e negozi in "luoghi di comunità" nei quali, alla somministrazione e alla vendita, si uniscono nuovi e vecchi servizi alla comunità, anche della pubblica amministrazione.
Servizi e vendita, sul modello francese, con i "mille cafés" che Parigi incentiva nei piccoli Comuni. Facciamolo anche qui. Perché anche in Italia, 220 Comuni sono senza bar e senza negozi, 500 a rischio desertificazione commerciale.
Un'emergenza di Stato: se manca il bar muore il paese, al pari della scuola (asili nido compresi) che salva il futuro. Nei bar non si beve: nei bar si confronta e cresce la comunità. Come nella chiesa vicina e nella piazza, nella sede della Pro Loco. Il bar e negozio del piccolo Comune sono la comunità che si trasforma ed è in dialogo.