Home Cronaca Ferrarini: “Fiume Enza, non sprechiamo il nostro oro”

Ferrarini: “Fiume Enza, non sprechiamo il nostro oro”

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Riceviamo e pubblichiamo

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Chi è nato e cresciuto lungo un fiume come me ha l'abitudine di misurare un po' tutto quello che la natura gli fa passare davanti.
Il fiume in questione è l'Enza che già ha l'improbo compito storico di dividere le province di Reggio e di Parma...
In queste settimane di interessante piovosità autunnale si può facilmente calcolare come cadano ogni giorno sul bacino imbrifero dell'Enza almeno 10 milioni di metri cubi di acqua purissima.
Un vero e proprio "oro" che scende per gravità lungo il corso del fiume e va a perdersi nel Po e poi nel mare.
Senza nessuna utilità energetica, alimentare o irrigua per le nostre province industriose e ubertose.
Uno spreco totale di una risorsa sempre più scarsa e preziosa.
Un bene necessario alla vita, che poi andiamo a sollevare per mesi e mesi in estate dal Po, con consumi energetici enormi, rischiando comunque la siccità.
La cultura contadina insegna a mettere fieno in cascina per l'inverno, a preparare la legna in estate per riscaldarsi dal freddo a Natale, a fare provvista di acqua quando arriva in abbondanza e gratuitamente dal cielo, per poi usarla nei periodi torridi, sia a fini idrici civili che agricoli ed economici.
Nel caso dell'Enza abbiamo anche la possibilità geologica di creare un bacino rilevante e sicuro, con una diga stretta e relativamente bassa, fatta tutta con materiali inerti del territorio, accumulati e ricoperti poi dalla vegetazione della zona.
Con un progetto pronto da decenni che si autofinanzia nel tempo con la produzione di energia elettrica pulita e con la distribuzione dell'acqua.
Una scelta naturale, una scelta di buon senso contadino emiliano, anche per proteggere le nostre pianure dalle periodiche inondazioni non controllate e tutta le meravigliosa fauna e flora del fiume Enza che sta scomparendo.
Una scelta seria, lungimirante e soprattutto ecologica, in senso vero e complessivo.
Ennio Ferrarini

4 COMMENTS

  1. … e nonostante tutto ciò, i nostri consiglieri regionali di maggioranza continuano a cazzeggiare (sprecando soldi pubblici) ricominciando daccapo con studi di pseudosoluzioni che non risolvono nulla e non andranno da nessuna parte.

    • Firma - Roberto Pastorelli
  2. I miei complimenti al Sig. Ennio Ferrarini, nel suo commento ha sintetizzato i principali punti per cui va realizzata la Diga di Vetto, il suo è il classico concetto del Buon Padre di Famiglia, concetto che non mi sembra condiviso, per nulla, dalla politica di questa Regione, da chi ha interessi che l’opera non venga fatta e dai sostenitori di certe ideologie che dal “No a tutto” ottengono un certo consenso elettorale o qualche sedia in Enti, Consorzi, Provincia, Regione, ecc.
    Non realizzare un’opera che porta tutti i benefici illustrati dal Sig. Ferrarini è veramente assurdo e inconcepibile, considerando che si possono aggiungere altre mille motivi per cui va realizzata, a partire dal fatto che il lago che formerebbe la Diga di Vetto sarebbe balneabile e navigabile, come lo è il Bilancino a Barberino del Mugello, ciò porterebbe una ricchezza inimmaginabile sui paesi montani, a cui va aggiunto il miglioramento del clima per la mancata emissione di oltre 60.000 tonnellate di CO2 in atmosfera; consentirebbe la formazione di una bellissima area faunistica, compreso un centro per la cura degli animali feriti, come fatta proprio anche al Bilancino o alla Diga di Monte Cotugno; centinaia di posti di lavoro e messa in sicurezza di tutti i dissesti idrogeologici presenti lungo l’asta dell’Enza e della Lonza che attualmente continuano a creare spese e dissesti, oltre ad una nuova viabilità per Ramiseto e Gottano. Ma a decidere purtroppo non è il “Buon Padre di Famiglia”, la decisione compete a chi ha il potere, che dovrebbe operare come un Buon Padre di Famiglia, ma a mio avviso fa esattamente l’opposto; in una lettera ufficiale ricevuta dal Ministero delle Infrastrutture cita testualmente: la Diga di Vetto potrà essere realizzata solo quando la Regione Emilia Romagna la inserirà nel piano delle opere da realizzare previo adeguamento del progetto alle nuove norme sulle dighe del 2014. Pertanto sia chiaro a tutti che se oggi, a 33 anni dalla sospensione dei lavori avvenuta il 16 agosto del 1989, non sono stati ripresi i lavori la responsabilità è solo del potere politico. Ma ora sta succedendo di peggio, invece di chiedere l’adeguamento del Progetto e ripartire con i lavori già autorizzati da tutti i Ministeri e dall’Ufficio Dighe Nazionale, qualcuno si è inventato di ripartire da uno Studio di Fattibilità, allo scopo di far credere che si sta lavorando per fare la Diga, ma che nella realtà si vogliono prendere 10 o 15 anni di tempo per decidere, nel frattempo si daranno milioni di Euro a Tizio e a Caio per degli studi di Fattibilità di un’opera di cui si dispone già di un Progetto esecutivo, approvato, appaltato e iniziato, ma per qualcuno è un progetto vecchio, come se un progetto di una diga in inerti naturali, adeguato alle nuove norme fosse vecchio; ma chi non sa dire altro dice questo; e poi ci si meraviglia se in Italia le cose vanno male, ma di chi è la colpa?.

    • Firma - Franzini Lino
  3. Complimenti per gli articoli.
    Per fortuna che ci sono ancora persone di buon senso che dicono con una lucidità incredibile e che guarda al futuro , quello che dovrebbero fare i nostri politici regionali che invece sono rimasti al Po e non tengono conto anche delle 6000 firme a favore della diga di Vetto da oltre 100 milioni.
    Peccato che anche il mondo ambientalista continui ad osteggiarla e non guardano ai danni che creano all’ambiente e i danni che altre attività come le cave esempio quella che c’è per andare a. Campegine che sta distruggendo tutte le risorgive della riserva naturale della Val RE.
    Chiedo a tutti di utilizzare il buon senso del buon padre di famiglia quando si ascolta e si analizzano i provvedimenti per l’ambiente e il nostro territorio.

    • Firma - Luciano Catellani