E' un'accattivantente sfida storica: scoprire cosa ha portato degli uomini del passato a realizzare singolari coppelle (buchi tondeggianti) nella pietra nei pressi di Monte Ceriola, a Carpineti. In passato si riteneva fossero di origine naturale, ora secondo il Cai non più. La zona interessata è sotto osservazione già da tempo, sia da esperti, sia da laici che si imbattono in questi "soggetti rocciosi" particolari. In questi ultimi giorni è stata individuata un'altra area. Dicono gli annunciatori della notizia: "Per il momento si può presupporre si tratti solamente del perimetro di un presidio difensivo, comprensivo di torre o cisterna, risalente ad epoca alto medievale. Di ciò però non risultano tracce in documenti antichi o in saggi d'età moderna". La zona a monte di Ceriola è già oggetto da anni di ricerche ufficiali condotte dal comitato scientifico su mandato della sovrintendenza competente, proprio perché in questa zona e già stato individuato il “sito a coppelle”, luogo che sta interessando sempre più appassionati di storie locali e non.
Normanna Albertini, insegnante e scrittrice, ha un blog, nel quale propone un articolo sulle pietre sacre del monte ceriola: "Enormi massi che si palesano tra gli alberi, pietre sulle quali si individuano coppelle, petroglifi, camminamenti nella roccia. Quel monte, quei sassi sono visibili a tutti da sempre. Li ricopre soltanto la vegetazione [...] rimossi dagli arrampicatori". Normanna ritiene che questi ultimi, proprio per necessità del loro sport, siano stati i primi ad essersi imbattuti "nel mistero dell’intrigante località", a due passi da Ceriola, nel comune di Carpineti.
Nel corso del tempo, sono più persone e fatti accaduti a dar adito alla sua tesi: sia arrampicatori, che guide escursionistiche ambientali, i quali riportano di aver scoperto quasi per caso "enormi massi che componevano figure strane" o ancora, "rocce spianate".
Esperti del Cai, in seguito ad una prima valutazione effettuata negli scorsi anni dalle prima segnalazioni, erano propensi a ritenere le figure nelle rocce "di origine naturale"; qualcosa si è mosso: ora il comitato scientifico sezione di Reggio Emilia riconosce trattarsi anche di tracce antropiche e quindi ha così coinvolto la sovraintendenza per un più accurato esame.
In accordo anche col comune di Carpineti a inizio del prossimo anno, si prevede di organizzare una conferenza pubblica, con Cai e comitato scientifico, proprio per rendere conto dei risultati fino a quel momento raggiunti; ritenendo che si tratti di un argomento di valore storico e antropologico per il territorio appenninico.
Sui risultati delle ricerche del Comitato Scientifico del Cai Reggio Emilia a Monte Sassoso, nel Comune di Carpineti, è stato pubblicato un articolo di Anna Losi e Monica Miari sul Bollettino del Comitato Scientifico Centrale del Cai.
Anna Losi, archeologa, è socia CAI della Sezione di Reggio Emilia; Monica Miari è responsabile Area Patrimonio Archeologico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.
Il bollettino si trova in rete su: https://csc.cai.it/pubblicazioni/bollettino-aprile-2022/