“All’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne' Monti, la notte tra il 18 e 19 novembre tutti i posti letto del Pronto Soccorso erano occupati da degenti e, di conseguenza, non disponibili per quei cittadini in attesa di essere presi in carico per le attività emergenziali”. Lo denunciano i consiglieri regionali della Lega Gabriele Del Monte e Maura Catellani che, per far luce sulla questione, hanno depositato un’interrogazione all’indirizzo della Giunta regionale.
“Carenza di posti letto al S.Anna di Castelnovo ne' Monti e al Santa Maria Nuova di Reggio tanto che le relative unità di Pronto Soccorso sono state trasformate in reparti di degenza. Una decisione dettata dalla carenza di posti nelle stanze di degenza dei relativi reparti, aggravata dalla concomitante impossibilità di trasferire i pazienti in altri ospedali dell’Asl reggiana” hanno riportato.
“A Reggio, addirittura, la questione è quasi strutturale: il Pronto Soccorso sembrerebbe essere stato trasformato anche dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro in una sorta di reparto di degenza” hanno evidenziato i consiglieri reggiani.
“Numerosi cittadini hanno segnalato di aver trascorso lì sino a 4 giorni in regime di vera e propria degenza ospedaliera e sarebbero previsti anche “giro visita” e somministrazione dei pasti” ha aggiunto il referente provinciale della Lega reggiana Matteo Melato.
Un particolare che accende un faro anche sull’assenza dei requisiti delle stanze: “L’unità di degenza è costituita dal letto, dal comodino, dall’armadio, dal tavolo, dalla sedia, dal sistema di chiamata e gli elementi devono rispondere ad alcuni requisiti. Il letto, ad esempio, tra le altre cose, deve favorire il riposo e la corretta posizione del malato, caratteristiche non certamente garantite al pronto soccorso” hanno tuonato i leghisti.
Di qui l’interrogazione presentata da Delmonte e Catellani alla Giunta regionale: “Chiediamo cosa ne pensi l’esecutivo di quanto accaduto e se ritiene che i posti letto del Pronto Soccorso di Castelnovo ne’ Monti e di Reggio Emilia possiedano i requisiti minimi richiesti. Ma, soprattutto, vogliamo sapere in che modo ritenga di voler intervenire a tutela della salute, della sicurezza, dell’incolumità, della dignità dei soggetti coinvolti” hanno concluso.