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Galleria del Seminario: “La penalizzazione della montagna passa anche attraverso la mancanza di interventi strutturali.”

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Riceviamo e pubblichiamo

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La galleria del Seminario, inaugurata nel 1997, ha visto il susseguirsi di incidenti, di mezzi incendiati per cause diverse ma, ad oggi, i lavori di ammodernamento, come sollecitato da più parti, necessari per garantire margini di sicurezza non ne vedono la luce.

L'Anas doveva incontrare le amministrazioni della montagna e predisporre un piano di interventi che non fosse solo una verniciata alle pareti e la sostituzione delle lampadine. Mancano le vie di fuga. L'incolumità degli utenti che fruiscono della galleria è messa seriamente a repentaglio.

I circoli di Fratelli d'Italia del Ventasso e di Castelnovo ne' Monti si faranno interpreti di azioni, nelle sedi opportune, a garanzia della sicurezza ritenendo Anas responsabile di quanto di nefasto accadrà.
La penalizzazione della montagna passa anche attraverso la mancanza di interventi strutturali. I montanari sono stanchi e sicuramente al momento opportuno sapranno rappresentare il loro disappunto.
Sauro Fontanesi

3 COMMENTS

  1. fa piacere apprendere che vi sono prese di posizione in merito alla SS63.
    va però puntualizzato per onestà che codesta arteria e sempre stata utilizzata da tutte le parti politiche per far credere ai montanari che in cambio di voti avrebbero avuto una strada a 4 corsie.
    Va dato atto a Sauro che lui non è tra questi , però fa parte della compagine politica “Salvini” che promise 6 corsie a scorrimento veloce.
    Mi scuso del sarcasmo amaro, ma di questo si tratta….. ora attendiamo e speriamo….. sempre nella speranza di non svegliarsi nell’olezzo del famoso detto :
    chi vive sperando muore……
    cordialmente

    • Firma - Malvolti
  2. Io percorro la galleria del Seminario 3-4 volte a settimana da 8 anni (andando a lavorare a Reggio come tanti altri) e ogni volta mi chiedo come sia possibile che in tanti anni dalla sua costruzione non siano stati ancora fatti lavori che mettano in sicurezza gli automobilisti che la percorrono in caso di incidente grave con incendio. Come sempre in Italia bisogna attendere la tragedia perchè le cose si muovano davvero ? L’incendio nella galleria del Monte Bianco del marzo 1999 (39 morti) non ha insegnato niente ?
    Vi prego di leggere questo articolo su Repubblica del febbraio 2000 per capire cosa può potenzialmente succedere (Una commissione ha ricostruito le cause della morte delle 39 persone. La colpa è di un camion frigorifero – Tragedia del Monte Bianco, avvelenati dal cianuro. La schiuma di poliuretano a contatto con il fuoco si trasforma in veleno. E ora si temono nuovi incidenti).

    Ogni giorno sotto quella galleria transitano svariati camion e camioncini frigorifero, per non parlare della autocisterne con benzina, gasolio, gas liquido, oli alimentari infiammabili ecc. E se non sarà il cianuro ad uccidere possono essere le alte temperature di un incendio, la mancanza di ossigeno per la combustione, altri fumi tossici ecc.). Come si può pensare di salvarsi correndo per oltre 1 chilometro (ad es. da metà galleria) se non si è vicini alle due uscite ? Ogni tanto i sindaci vanno a una riunione con Anas e dicono che è stato promesso qualcosa per il prossimo futuro. Ma sono passati 25 anni dalla costruzione (già allora inadeguata)! E in concreto non si muove niente per la sicurezza.
    Non voglio farne una questione politica, perchè non lo è. E’ un problema di vita o di morte delle persone che vi transitano, di ognuno di voi e che può accadere in qualunque momento. Credo che su modello di altri interventi analoghi, si dovrebbe creare una galleria parallela per i mezzi di soccorso con porte stagne di fuga antifuoco/antifumo per chi rimane intrappolato almeno ogni 100 metri. O altri sistemi di uscita di emergenza all’aperto o in un luogo protetto e ventilato. E con assoluta urgenza e priorità.
    Datemi pure del catastrofista o del polemista, ma dopo 25 anni di inerzia se accade qualcosa di brutto non si potrà dire che non fosse stato annunciato. Spero che qualcuno in alto, o i cittadini dal basso, alzi finalmente la voce.

    Giorgio B.

    • Firma - Giorgio Bertoni