Il giudice Andrea Rat riceverà la cittadinanza onoraria nel corso del consiglio comunale straordinario aperto che si terrà al Teatro Bismantova, sabato 26 novembre, a partire dalle ore 10.
Nativo di Castelnovo, il magistrato ha fatto parte del collegio giudicante del processo Aemilia.
“Ci è sembrato doveroso ma anche molto importante – afferma il sindaco Enrico Bini – attribuire un giusto riconoscimento al giudice nostro concittadino. Così come sarà molto importante la partecipazione a questa mattinata, che si svolgerà con la formula di un incontro e dialogo aperto, dei ragazzi e le ragazze delle scuole superiori di Castelnovo, alle quali fanno riferimento i giovani di tutto l’Appennino. Aemilia, nel bene e nel male, è stato uno spartiacque nella storia della nostra provincia, ci ha ‘svegliati’ e fatto capire che dovevamo tenere altissima la guardia verso fenomeni malavitosi che si erano infiltrati in modo subdolo, senza che inizialmente ce ne fossimo accorti. Credo che sia fondamentale spiegare il processo Aemilia ai ragazzi, che dovranno essere a loro volta, un domani, in grado di leggere e comprendere i segnali di infiltrazioni simili, per essere in grado di prevenirle. Abbiamo la fortuna di poter avere la testimonianza del Giudice Rat che sarà di grande valore: invitiamo la cittadinanza a partecipare al Consiglio di sabato mattina”.
Il Comune di Castelnovo è fortemente impegnato in questo sforzo di coinvolgere i giovani sui temi della legalità: l’incontro con il giudice Rat fa seguito a quello, sempre con i ragazzi delle scuole superiori castelnovesi, dello scorso 12 ottobre con il Procuratore Nicola Gratteri.
Il giudice Andrea Rat è nato a Castelnovo ne' Monti il 7 luglio 1977, da madre montanara e padre di Carrara. Viene da una famiglia di servitori dello Stato e delle comunità: il padre è stato uno storico segretario comunale di Cavriago e prima ancora proprio di Castelnovo ne’ Monti. Fin da bambino ha assorbito e poi espresso il concetto di servizio dello Stato. Dopo il liceo classico ha studiato giurisprudenza, per poi formarsi alla scuola di Marco D’Orazi, noto magistrato di Bologna. A Reggio entra poi a far parte del collegio penale composto dai giudici Francesco Maria Caruso e Cristina Beretti al quale, già prima di Aemilia, erano state attribuite le prime misure di prevenzione antimafia, patrimoniali e personali.