Il primo cittadino, Fabio Ruffini e l’architetto Baldini, lo scorso giovedì 17 settembre hanno presentato al DumBO di Bologna, in occasione della Rassegna Urbanistica Regionale, il progetto Vetto social club che ha ottenuto il punteggio più alto e si è classificato primo tra i 177 progetti presentati alla Regione Emilia – Romagna al bando di “Rigenerazione urbana del 2021”.
La commissione tecnica regionale ha valutato il progetto del comune dell’Appennino reggiano come il migliore tra tutte le candidature avanzate.
A presentare i loro progetti c'erano anche i rappresentanti dei Comuni di Vezzano e Berceto in provincia di Parma, posizionati in cima alla graduatoria.
“Il nostro comune – spiega Ruffini - è soggetto da ormai, diverso tempo, a un progressivo spopolamento e un abbandono delle famiglie e dei giovani che non hanno luoghi di incontro, non hanno luoghi di scambio, non hanno luoghi in cui confrontarsi, crescere e mettere a frutto le proprie idee. Con questo intervento crediamo possano trovare questo spazio che può davvero essere un incubatore di idee e un generatore di ricchezza culturale”.
L’investimento complessivo per realizzare il Vetto social club è pari a 940.000 euro, 790.000 euro finanziati dalla Regione e 150.000 euro finanziati dal Comune e prevede la completa riqualificazione di un’ampia area posta all’ingresso del paese con la demolizione di un fabbricato inutilizzato e in stato di abbandono, la rinaturalizzazione di gran parte della superficie e la costruzione di un nuovo e moderno edificio a basso impatto ambientale. I lavori inizieranno nella primavera del prossimo anno.
Ma il Vetto social club sarà molto di più di un centro di aggregazione giovanile. Sarà una struttura “polifunzionale” in cui conviveranno diversi usi: sala ricreativa, sala per prove musicali, spazio per il coworkig, spazio espositivo, sala per corsi, troveranno qui, in un unico edificio, un luogo ideale.
La ex mostra mobili è un fabbricato dismesso e di impatto fortemente negativo sul paesaggio; non più in uso dal 2017, ha conosciuto un rapido degrado accelerato dall’assenza di manutenzione e della scarsa qualità edilizia e strutturale. La sua demolizione mobili porterà alla rinaturalizzazione di quasi 800 metri quadri di superficie attualmente edificata, con un progetto integrato di paesaggio di ingegneria naturalistica.
A piano terra troverà collocazione una sala multifunzionale con servizi accessibili, una cucina, un bancone da tavolo; al piano seminterrato, una sala prove e spazio di servizio; il programma funzionale sarà dinamico e flessibile: coworking programma e formazione durante il giorno e pub spazio per eventi e musica dal vivo, la sera. La struttura sarà interamente in legno con pannelli Nixon per le pareti, le coperture e interni multistrato per finiture e arredi.
Il Vetto social club sarà un catalizzatore di idee e diversità, tanto per il suo programma di innovazione sociale, supporto alla creatività e alla cultura, quanto per la sua edilizia sostenibile basata sulla filiera del legno e sulle fonti rinnovabili, con l’obiettivo di emissioni zero.
Struttura interamente in legno? Ma il piano regolatore del Comune non vieta sul territorio le costruzioni in legno ai cittadini? Cordialità. C.V.
Evidentemente, se il tutto è stato approvato, Lei non è ben informato.
Sarò anche poco informato, ma a me il Comune ha imposto di tamponare con del cartongesso/intonaco la mia casa in legno perché non in regola con il piano Comunale. Beato lei che è informato!
Da anni sul ns. Appennino siamo attratti dagli specchietti delle allodole e non vediamo che i buoi dalla stalla sono usciti da anni. Con ciò non voglio togliere i meriti del progetto di Vetto meritevole di finanziamento, ottimo risultato. Ma la cosa che ritengo assurda e inconcepibile è spendere circa un milione di euro a quale scopo?, il Sig. Sindaco sostiene che sarà un luogo di aggregazione dei giovani, un centro culturale, un centro che merita la spesa di circa un milione di Euro di soldi nostri; beato Lui che ci crede, se ci crede. Da parte mia la penso molto diversamente, non sono certo queste le opere che cambiano il destino di un territorio; per la dolce morte dei paesi montani non occorrono questi escamotages, per una morte assistita non serve andare in Svizzera, i nostri paesi montani, a differenza di altri paesi, avrebbero avuto tutte le potenzialità di crescere e di svilupparsi, ma purtroppo credo che coloro che vogliono far credere che si stanno impegnando a tale scopo sono proprio coloro che hanno permesso lo spopolamento e l’abbandono dei territori montani, opponendosi alle opere infrastrutturali che avrebbero veramente permesso ai giovani di essere qui e di poter vivere qui e formare le loro famiglie. Chi ha la mia età deve fare memoria; chi contribuì alla sospensione dei lavori della fondovalle Val d’Enza, opera appaltata e iniziata, chi contribuì alla sospensione dei lavori della Diga di Vetto e votò in Consiglio Comunale contro il Progetto Marcello della Diga di Vetto, chi si è sempre opposto alla costruzione della Fondovalle Val Secchia e al traforo del crinale per raggiungere il mare, ecc., a mio avviso, sono i veri responsabili della morte dei nostri paesi montani, e mi auguro che tutti lo ricordino; credo che queste persone hanno pensato al loro futuro o a quello di una certa politica, e non a quello dei paesi montani; tutti Voi provate ad immaginare quale ricchezza e quale mole di lavoro avrebbero creato queste opere; per verificare la ricchezza che può portare una strada andate a Pavullo nel Frignano e per vedere la ricchezza che porta una Diga andate in Val di Sangro o al Bilancino, anche su internet; ma qui qualcuno penso voglia far credere che i miracoli possono farlo opere come il Vetto Social Club o altro, nel frattempo in montagna si riempiono i cimiteri e si chiudono i punti nascite; poi chiuderanno ambulatori, scuole, Comuni, Carabinieri, ecc. sempre grazie a chi pensa al proprio futuro e non a quello dei paesi montani. Scusate lo sfogo, ma vedere i miei paesi morire a causa di qualcuno e tacere non posso accettarlo, mi renderebbe complice.
Penso che questo finanziamento sia proprio un “contentino” della Regione proprio per il No del Sindaco di Vetto al Progetto Marcello della Diga di Vetto, un premio alla fedeltà; se poi Vetto e i paesi dell’alta Val d’Enza diventeranno solo terra di lupi non importa nulla, per qualcuno un posto di lavoro in Bonifica, in Regione o in qualche ente si trova sempre. Da parte mia credo che spendere dei soldi per un Social Club a Vetto ben sapendo che non ci sarà nessun futuro mi sembrano soldi buttati via, ma questo è normale in Italia.