“Il blocco dei crediti sui bonus edilizi sta creando una situazione drammatica, dove troverà spazio solo chi fa speculazione finanziaria”, è quanto afferma Claudio Boccaletti di Lapam Comparto Costruzioni.
Dopo il blocco da parte dei principali istituti bancari, anche Banco Posta ha sospeso l’ acquisto dei crediti sia sul superbonus che sugli altri bonus minori.
Al di là della gestione di quanto già acquisito è tutto fermo.
La denunzia è di Lapam Comparto Costruzioni, che per voce del presidente Boccaletti, esprime un enorme disagio: “Avevamo già un grosso problema per imprese che hanno applicato lo sconto in fattura, che avevano riscontrato strettoie e difficoltà a cedere crediti (se non per gli stati di avanzamento già in essere), ma ora si aggiunge quest’ultima sospensione anche per i privati, dato che Banco Posta era rimasto uno degli ultimi soggetti ad acquistare il credito. La situazione è drammatica – sottolinea Boccaletti - se non si trova una soluzione tecnica urgente per sbloccare sistema di gestione dei crediti sia da parte dei privati (e quindi delle persone fisiche) che delle imprese che applicano lo sconto in fattura, sia il superbonus che i bonus minori diventano di fatto inapplicabili”.
Si potrà discutere se sia opportuno ridurre la percentuale di credito d’imposta (dal 110% al 100%, ad esempio) ma Lapam evidenzia che questo diventa un esercizio sterile se non si trova una soluzione che sblocchi i crediti.
Il presidente del Comparto Costruzioni Lapam rincara la dose: “Il problema è veramente insopportabile: per rispettare contratti fatti già da tempo occorre che la cessione del credito funzioni. Altrimenti finchè una impresa ha risorse proprie lavora e fa rientrare le persone in casa, ma poi non c’è modo di fare di più. La situazione è diventata davvero molto complessa, ci troviamo a dover bloccare i cantieri e per le tantissime imprese che hanno crediti in pancia ma non la capienza per assorbirli, la prospettiva è la chiusura. Confidiamo che il Governo trovi una soluzione tecnica al più presto per risolvere un problema che al momento non ha via d’uscita. Tra le proposte possono esserci quella di spalmare su più anni il sistema della cessione o di convertire i crediti in titoli di Stato”.
Il presidente Lapam Comparto Costruzioni chiude il ragionamento: “Infatti se non si troverà una soluzione legislativa soddisfacente, dopo la conversione del Decreto Aiuti bis che aveva chiarito i livelli di responsabilità dei cessionari dei crediti, chi acquisterà il credito? Si innesca spazio per chi fa della speculazione tout court e che farà affari su questi bonus. Il cui scopo, però, era la riqualificazione energetica e la riduzione di emissioni, non certo quello di alimentare la speculazione finanziaria”.