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Iran: modern women against the dictatorship

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Continua la collaborazione tra il liceo linguistico Cattaneo Dall'Aglio e Redacon tramite la rubrica Speakeasy, curata direttamente dagli studenti dell'anno 2021-2022

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The control over the female body in Iranian history has always been present but never in the same way: in the first half of the 20th century, women were forced not to wear the veil, whereas after the 1979 revolution, the government reintroduced hijab as mandatory. Recently, Iranian people, both women and men, have been taking to streets to protest, not only because of this, but also to change their cultural and economic condition, as well as maintaining human rights.

The Iranian photographer Shirin Neshat has been interested in women’s position  in these conflicts for a long time. Through her photos she has influenced entire masses of people to protest, especially women against the obligation of the veil. She left Iran as a teenager, before the Islamic revolution broke out, continued her studies, and when she finally came back in 1990, she found her birth country had completely changed. Neshat decided to share the events of the time by taking pictures and creating two powerful and meaningful series of photos: Unveiling and Women of Allah

Neshat’s works focus on a religious group of women, who became politically active during the revolution and the themes of the photographs are mostly the idea of martyrdom and the female body. These lead to contradictory images: on one hand love, faith and devotion; on the other one violence, cruelty and death. Neshat’s work was banned in Iran because it was considered controversial. Surely it takes a great amount of courage, determination and willpower to take action against the repression and the submission they are obliged to by the government. They fight because otherwise they would be left  without the possibility and the freedom to decide for themselves. But the actual reason behind all of this excessive oppression and control is the man’s need to have power, because of his misogynist and religious ideologies.

A recent event that has drawn attention all over the media is the death of Mahsa Amini, a 22-year-old woman that got unjustly arrested by the morality police because she was wearing her hijab in an “improper” way. She was just visiting Tehran with her family when she was stopped and taken away, sent to a prison where she mysteriously died three days later. This has led to hundreds of protests all over the world. Many people have shown support and solidarity to Masha and Iranian women. On the other hand they expressed disagreement towards the government in many different ways, such as cutting their hair and destroying their veils.

“People think that we are the previous generation - that if they do this (use violence to stop their protest) we’re going to just stop. We are not going to stop”. The majority of protesters think that way, ready to continue to fight instead of taking another step back.

What’s happening in Iran right now is a revolution, an important event for women in modern times, and even bigger than the one of 1979. Videos have been taken, showing the horrors of the violence inflicted on the Iranian people, the lack of humanity and the sorrow of a whole nation. In 2022 human rights shouldn’t be denied: we all should always be able to express ourselves freely - be ourselves - without having to be frightened for our lives. It is our biggest hope to finally be able to live in a world emptied of its hatred and violence but filled with equality and peace in the future.

Original article: Guns, veils, unflinching stares: the banned work about Iran’s female rebels | Art and design | The Guardian

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Iran: donne moderne contro la dittatura

Il controllo sul corpo femminile è sempre stato presente in Iran, ma mai nello stesso modo: nella prima metà del ventesimo secolo le donne erano obbligate a non indossare il velo, mentre, dopo la rivoluzione del 1979, il governo ha reintrodotto l'hijab come obbligatorio. Recentemente gli iraniani, sia donne che uomini, sono scesi in piazza per protestare, non solo a causa di questo, ma anche per cambiare la loro condizione culturale ed economica, così come sostenere i diritti umani.

La fotografa iraniana Shirin Neshat ha manifestato il suo interesse per la posizione delle donne in questi conflitti e attraverso le sue foto ha influenzato intere masse di persone a protestare, specialmente le donne contro l'obbligo del velo. Neshat lasciò l'Iran da adolescente, prima che scoppiasse la Rivoluzione Islamica, continuò i suoi studi, e quando alla fine tornò indietro nel 1990, trovò il suo paese completamente cambiato. Neshat decise di condividere gli eventi del tempo facendo fotografie e creando due forti e significative serie fotografiche: "Unveiling" e "Women of Allah".

Il lavoro di Neshat si focalizza su un gruppo di donne religiose, diventate politicamente attive durante la rivoluzione, e su temi come il martirio e il corpo femminile. Questa ricerca ha portato a immagini contraddittorie: da un lato amore, fede e devozione; dall’altro violenza crudeltà e morte. Le opere di Neshat sono state proibite in Iran perché considerate controverse. Sicuramente serve molto coraggio, determinazione e forza di volontà per agire contro la repressione e la sottomissione a cui sono soggette da parte del governo. Combattono perché altrimenti sarebbero lasciate senza la possibilità di essere libere e di decidere per conto proprio. Anche se il motivo che si cela dietro tutta questa oppressione e controllo è il bisogno dell’uomo di avere sempre più potere, a causa delle sue ideologie misogine e religiose.

Un avvenimento recente che ha attirato attenzione su tutti i media è stata la morte di Mahsa Amini, una donna di soli 22 anni che è stata arrestata ingiustamente dalla polizia morale solo perché stava indossando il velo in modo “poco appropriato”. La giovane stava visitando Teheran con la sua famiglia quando è stata fermata e portata via dalle forze dell’ordine, successivamente rinchiusa in prigione dove è morta in circostanze misteriose tre giorni più tardi. Questo episodio ha scatenato moltissime proteste in tutto il mondo. Molti hanno mostrato supporto e solidarietà nei confronti di Mahsa e delle donne iraniane. Dall'altra parte hanno espresso anche disprezzo contro il governo in molti modi diversi, ad esempio le donne hanno iniziato a tagliarsi i capelli e a distruggere i loro veli.

“La gente pensa che siamo la generazione precedente - che se fanno questo (usare la violenza per porre fine alle loro proteste) semplicemente ci fermeremo. Non ci fermeremo”. La maggior parte dei protestanti la pensa in questo modo, pronti per continuare a combattere invece di fare un altro passo indietro.

Ciò che sta succedendo in Iran è una vera e propria rivoluzione, un evento importante per le donne in tempi moderni, ed è persino più grande di quella del 1979. Sono stati fatti dei video che mostrano gli orrori della violenza inflitta al popolo iraniano, la mancanza di umanità e la sofferenza di un’intera nazione. Nel 2022 è preoccupante che ancora siamo obbligati ad assistere a una tale negazione di diritti umani: dovremmo sempre essere tutti liberi di esprimere noi stessi - essere noi stessi - senza dover aver paura per la nostra vita. La nostra più grande speranza è di poter finalmente vivere in un mondo privo del suo odio e della sua violenza ma pieno di uguaglianza e pace nel futuro.

Articolo originale:   https://www.theguardian.com/artanddesign/2022/oct/10/veils-banned-iran-mahsa-amini-shirin-neshat-rebellious-silence

(Felici Giulia, Cabassi Giulia, Castagnini Giulia, 5Q)