L’Appennino reggiano rimane fuori dai finanziamenti ministeriali per i maxi progetti di rigenerazione urbana rivolti anche ai piccoli Comuni associati, i progetti presentati da Vetto e Toano non hanno ricevuto i fondi.
Una situazione che riguarda più in generale tutto il nord del Paese, infatti i fondi sono andati al sud e al centro.
"Noi abbiamo presentato insieme al comuni di Toano un progetto incentrato sulla riqualificazione degli spazi scolastici e culturali, ma non è stato finanziato quindi purtroppo non faremo nulla." ci spiega Fabio Ruffini, sindaco di Vetto.
Il bando finanziava progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale. Nel bando era chiaro che, nel caso l’entità delle richieste pervenute fosse stata superiore all’ammontare delle risorse disponibili, le graduatorie avrebbero tenuto conto della quota riferita alla progettazione esecutiva e alle opere, a favore dei Comuni che avessero presentano un valore più elevato dell’Indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm).
"Era già successo per le grandi città. Tutti, o quasi, al sud i contributi per investimenti a valere sul bando nazionale della 'rigenerazione urbana'. - afferma Marco Bussone, presidente nazionale Uncem - Nulla contro il sud, ci mancherebbe, anzi! Ma levata di scudi unanime, un anno fa, dei Sindaci e integrazione delle risorse, per coprire i progetti di tutte le grandi città, ovvero quelle del nord inizialmente rimaste escluse. Perché si era considerato l'Indice di vulnerabilità sociale e materiale, scritto e definito da Istat. Che favorisce certe aree, non tutte, del sud. Senza risolvere i problemi, l'Ivsm di fatto aumenta le sperequazioni, le disuguaglianze, le differenze, le difficoltà. È centrato su un sistema scorretto e con parametri che non fotografano il Paese. Inquadrano pure male i disagi. Eppure viene usato. Ancora oggi. Oggi tutto è ancora più grave di un anno fa. Perchè nella graduatoria del bando per la rigenerazione urbana per i Comuni con meno di 15mila abitanti, o candidati insieme, in forma associata, l'Ivsm fa ancora più danni. E dimostra tutta la sua assurdità. E dimostra l'inconsapevolezza, o scarsa competenza, di chi lo sceglie per valutare e giudicare progetti che invece avrebbero bisogno di ben altri parametri."
L’Ivsm è un indice implementato dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) ed è ‘un indicatore composito costruito attraverso la sintesi di sette indicatori riferiti alle dimensioni della vulnerabilità sociale e materiale ritenute più rilevanti per la formazione di una graduatoria nazionale dei comuni’. Viene, quindi, definito il disagio assistenziale, l’affollamento abitativo, il mercato del lavoro, la formazione e il disagio economico; più l’indicatore è basso e minore è la vulnerabilità.
"Anche io sono molto critico su questi criteri - continua il sindaco Ruffini - perché è giusto che ci siano criteri oggettivi però bisognerebbe cercare anche di tenere in considerazione la diversità territoriale, le diversità delle regioni, insomma, per avere dei criteri che tengono conto anche ad altri aspetti. Dubito venga rifinanziato il bando a meno che non vogliano dirottare una parte di fondi del Pnrr però se poi i criteri sono sempre quelli le nostre zone rimangono comunque escluse quindi o aumentano i fondi e cambiano i criteri oppure non c'è spazio. Dietro questi progetti c'è un lavoro che richiede pensiero, energie, tempo e anche risorse perchè un minimo di investimento lo devi fare comunque. Per fortuna su un altro intervento di rigenerazione urbana finanziato dalla Regione siamo arrivati primi come punteggio però lì appunto c'era una diversa logica andando a valutare veramente la qualità dei progetti."