Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre dovremo spostare indietro le lancette dell’orologio e posizionare sulle ore 2.
L’ora legale tornerà domenica 26 marzo 2023.
Con un comunicato Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, ha reso noto che “nei 7 mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha beneficiato di minori consumi per 420 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie, con un conseguente risparmio economico di circa 190 milioni di euro. Ricadute positive anche in termini di sostenibilità ambientale: il minor consumo elettrico, infatti, ha consentito al Paese di evitare emissioni di CO2 in atmosfera per circa 200 mila tonnellate”.
“Il beneficio economico – si legge ancora- è calcolato considerando che quest’anno, nel periodo di ora legale cominciato domenica 27 marzo e che si concluderà domenica 30 ottobre con il ritorno all’ora solare (alle 3:00 di notte bisognerà spostare le lancette indietro di sessanta minuti), il costo del kilowattora medio per il ‘cliente domestico tipo in tutela’ (secondo i dati dell’ARERA) è stato di circa 45 centesimi di euro al lordo delle imposte”.
Avremo dunque un’ora di sonno in più ma perderemo sessanta minuti di luce naturale nel pomeriggio: una questione su cui si dibatte da anni, in tutta l'Unione europea. E cioè sull’opportunità di mantenere questa continua alternanza o se invece mantenere l’ora legale tutto l’anno, a cui ora si aggiunge il tema del risparmio energetico. E per contrastare il caro energia da più parti è stato ipotizzato di allungare di almeno un mese l’ora legale: ma questa ipotesi sembra ormai svanita.