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CCIAA Reggio Emilia, cassa di integrazione in flessione

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Sono diminuite del 79,1%, rispetto allo stesso periodo del 2021, le ore di cassa integrazione autorizzate in provincia di Reggio Emilia tra gennaio e settembre 2022, passate da 13,743 a 2,873 milioni.

Un valore, quest’ultimo, che rappresenta meno del 10% delle ore autorizzate tra gennaio e settembre del 2020 (29,210 milioni), quel pesantissimo anno di punta del Covid che si chiuse con livelli mai toccati nella nostra provincia.

Le conseguenze della pandemia, dunque, sembrano superate, sebbene il confronto con il 2019 evidenzi ancora uno scarto abbastanza evidente: nell’anno pre-pandemico, infatti, le ore di cassa integrazione autorizzate tra gennaio e settembre furono 1,111 milioni, cioè 1,762 milioni in meno rispetto ai valori attuali.

Sullo sfondo, inoltre, restano le preoccupazioni legate ai rincari delle fonti energetiche; nonostante le flessioni in atto, non è da escludere che in ottobre e novembre si possano determinare condizioni di rialzo del ricorso alla cassa integrazione.

L’analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia sui dati Inps evidenzia, intanto, una flessione che nel nostro territorio risulta superiore a quella avvenuta a livello nazionale (-77,8% contro il -79,1% in provincia di Reggio Emilia), ma al tempo stesso è inferiore a quella registrata in Emilia-Romagna (-82%).

Relativamente all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, il 56,5% delle ore di cassa integrazione autorizzate riguarda la cassa integrazione straordinaria (1,623 milioni di ore), mentre per la cassa integrazione ordinaria sono state autorizzate complessivamente 975.002 ore. A queste si aggiungono le ore legate agli interventi in deroga (275.406 ore, con un -97% rispetto ai primi nove mesi del 2021) destinati ai lavoratori di imprese escluse dalla cassa integrazione straordinaria e utilizzati per il 58,4% nell’ambito del commercio e per il 36,5% dalle attività di alloggio e ristorazione, mentre la cassa ordinaria e straordinaria, come è naturale, è stata utilizzata in massima parte dall’industria (2,5 milioni di ore).