Inaugura sabato 29 ottobre, alle ore 10, a Levizzano di Baiso, la struttura socio assistenziale “Ca' Levizzano”, che nasce dal progetto di coabitazione e condivisione di spazi comuni e con l'obiettivo di rispondere alla contingenza dell'abitare. Ulteriore finalità del progetto è quella di proporre una soluzione alternativa, a misura di persona, basata sulla socialità e sul vicinato attivo.
A raccontare il progetto è la dottoressa Giorgia Ugoletti, responsabile del Polo sociale Baiso-Viano dell'Unione Tresinaro Secchia e responsabile dei servizi alla persona del comune di Baiso: “Ca' Levizzano non è solamente una struttura socio assistenziale, ma un vero e proprio simbolo di integrazione.”
Da dove ha avuto origine il progetto di creare una struttura socio assistenziale in una piccola frazione del comune di Baiso?
La struttura è stata realizzata grazie al Programma di sviluppo rurale elaborato dalla Regione Emilia e denominato PSR 2014-2020, che è stato approvato con decisione della Commissione Europea. Il finanziamento è stato di circa 500.000 euro e ci ha permesso di realizzare l'ambizioso progetto che andremo ad inaugurare sabato. Un programma di lavoro che ha visto la collaborazione attiva sia dell'Ufficio Tecnico Progettuale, che degli altri uffici comunali, che hanno lavorato molto, insieme a me, per raggiungere questo traguardo.
Una struttura funzionale quindi, ma cos'ha di diverso da altri sperimentati progetti di coabitazione?
Nella Ca' Levizzano sono stati realizzati 4 appartamenti: 3 monolocali ed 1 bilocale, con una cucina in comune, che sono di fatto abitati da giugno di quest'anno. Sono presenti inoltre uno studio medico ed una sala polifunzionale, realizzata per la comunità. Sono inoltre presenti tre educatori della cooperativa Pangea, che seguono il progetto di vita e sociale degli ospiti. Consideriamo quella di Levizzano una vera e propria innovazione, un'esperienza di nicchia. Nel nostro progetto abbiamo voluto sommare le diverse esperienze di vita delle persone ospitate creando, così, una molteplicità di situazioni diverse, che si trasformano in ricchezza esperienziale. Possono così trovare coabitazione, per esempio, un padre con figlio adolescente, un nonno con un minore, ma anche nuclei composti da una sola persona. Queste diverse esperienze di vita rendono Ca' Levizzano un vero e proprio simbolo di inclusione sociale, perché è quanto di più simile ad un normale condominio si possa trovare. Una coabitazione dove si creano relazioni, quelle che noi definiamo “intrecci”, che rendono l'esperienza più umana e preziosa.
Ma perché proprio a Levizzano?
Levizzano offre, oltre ad un paesaggio veramente unico nel suo genere, anche una comunità davvero solidale. La pregevole esperienza di inclusione sociale creatasi ha visto attivarsi l'intera comunità, che si sente parte di un vivere strutturato e di un'esperienza di vicinato più consapevole. Ca' Levizzano nasce da un'esperienza distrettuale di oltre 10 anni, che ha cercato di dare una risposta concreta al problema principale di chi si trova nella difficoltà, che vede il problema dell'abitare come il più urgente. Ca' Levizzano offre sì una soluzione al problema, ma non rappresenta un punto di arrivo, bensì un punto di partenza, un luogo che possa rappresentare una base da dover poter riprogettare la propria vita e la propria autonomia. Le persone individuate, dopo un puntuale lavoro di equipe, vengono inserite nella struttura dopo aver condiviso un preciso regolamento e dopo aver stabilito il pagamento di un affitto che, per quanto simbolico, rappresenta un concreto impegno con la comunità intera. Devo ringraziare per questo intenso lavoro Nicoletta Spadoni, la coordinatrice area fragilità dell'Unione Tresinaro Secchia, che con me ha collaborato attivamente al progetto.
Da cosa nasce la scelta del nome Ca' Levizzano?
Dal progetto a monte, che ha intuito un nuovo modo di intendere il cohousing e l'abitare. Certamente alla base c'è l'idea di casa, che è qualcosa di diverso dall'alloggio, ma anche di una casa inserita in un contesto ben preciso, in una comunità che ha le proprie radici e che ne va orgogliosa. Ecco Ca' Levizzano, che unisce l'innovazione del progetto con la tradizione ed il parlato del territorio.
L'assessora Giuseppina Ferretti, con delega a salute e benessere, politiche e servizi al sociale dichiara: "in un momento storico come quello che stiamo vivendo, avere un luogo dove vivere è la base per progettare la vita. Questa struttura risponde ai bisogni dell'utenza che, dal punto di vista sociale, è estremamente innovativo. E' il risultato di esperienze decennali svolte nel nostro distretto che, anche dal punto di vista politico, dobbiamo e vogliamo valorizzare in quanto questi servizi, anche dal punto di vista economico, producono risultati. Vorrei porre particolare attenzione sulla presenza dell'ambulatorio del medico di medicina generale, già in funzione dal 2021. Auspichiamo - conclude Ferretti - che, come da progetto, oltre l'ambulatorio medico, la struttura sia implementata da altri servizi sanitari, quale quello infermieristico e, perché no, l'infermiera di comunità. Questo per fornire sempre più prestazioni sanitarie di base alla popolazione, alla frazione ed alle borgate limitrofe."
Il sindaco Fabrizio Corti con gioia annuncia l'inaugurazione evidenziando “il sapiente recupero di una struttura cara agli abitanti di Levizzano, una ex scuola che ormai era da tempo in disuso ed in conseguente stato di degrado. L'amministrazione di Baiso si è sempre opposta all'alienazione di questo edificio che, grazie a questo progetto, è stato ora completamente ristrutturato, recuperato e riportato a nuova vita.”
“Inoltre – prosegue il sindaco Corti – siamo estremamente felici che questo edificio per noi così importante sia diventato ora una struttura socio assistenziale, unica nel suo genere sul territorio della montagna, che vuole essere il simbolo di un recupero e di una nuova vita anche per le persone che qui sono e verranno in futuro ospitate”.
COMPLIMENTI ! Ecco attuato un diverso e miglior modo di vivere. Spero non vi siano solo anziani ma diverse categorie ( giovani, famiglie con bambini ecc). Ancora bravi e spero servano ad esempio per creare altre realtà come questa.