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Benvenuto don Giovanni

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Nella chiesa parrocchiale di Pieve San Vincenzo, domenica 2 ottobre, alle ore 17, si è tenuta la Celebrazione eucaristica con la presenza dell’Arcivescovo monsignor Giacomo Morandi per l’ingresso di don Giovanni Davoli, nuovo parroco moderatore dell’unità pastorale “Valle Ramisetana”. Sul crinale dell’Appennino tosco-emiliano, don Giovanni ha pronunciato il suo “fiat” più sincero e umile al nuovo compito affidatogli dal Vescovo.

Un sacerdote avvezzo a chiamate “scomode” e “di frontiera”; il suo passato pastorale è stato ricco e variegato: tra i diversi incarichi è stato parroco a San Gregorio Magno alla Magliana, poi il vescovo Adriano Caprioli gli chiese di partire per il Madagascar come prete fidei donum; in ultimo è stato moderatore nell’unità pastorale “Beato Alberto Marvelli” a Reggio Emilia.

La zona pastorale di Ramiseto è frazionata in otto parrocchie (Ramiseto, Camporella, Cereggio, Gazzolo, Miscoso, Nigone, Pieve San Vincenzo e Succiso), con cinque oratori (Montemiscoso, Temporia, Taviano, Castagneto e Cecciola) e una decina di altre borgate, senza chiese. Territorio che possiede una chiara identità sociale e culturale e, come tante aree montane, soffre per i fenomeni di emigrazione, spopolamento, invecchiamento della popolazione, cessazione delle attività private e dei servizi pubblici.

La chiesa di Pieve San Vincenzo è la chiesa delle domestiche: donne che, mentre erano a servizio per l’Italia, mandavano risparmi per ricostruire la loro chiesa.
La Pieve dedicata ai Santi Anastasio e Vincenzo era gremita di gente delle valli della montagna e dalle comunità di Cella, Cadè, Gaida, che hanno accompagnato don Davoli alla nuova sede.
Molti i presbiteri del Vicariato della montagna.

Dopo il vento del sabato, la giornata è iniziata con la temperatura mite autunnale, il cielo era pulito, terso, i colori dell’autunno, che stanno emergendo, dipingevano uno splendido scorcio autunnale, mettendo in risalto la bellezza naturale dell’Appennino.
Lo stesso vescovo Giacomo ha espresso il desiderio di poter tornare presto sul crinale, per poter incontrare anche le altre comunità.
Con il canto “Eccomi Signore” è iniziata la celebrazione e così l’ingresso di don Giovanni Davoli.

Negli ultimi due anni, l’unità pastorale “Valle Ramisetana” ha vissuto la malattia del compianto don Danilo Gherpelli, sacerdote che fino alla fine ha cercato, come ha potuto, anche in un territorio così vasto, di essere sempre presente. La morte di Don Danilo ha portato sui monti, per quasi 5 mesi, don Evandro Gherardi, che è riuscito, pur in così poco tempo, a sostenere e ridare speranza alle piccole comunità della valle. L’entrata di don Davoli ha avuto un profondo significato: la vicinanza della Chiesa reggiana a tutto il suo territorio.

Don Giancarlo Pergreffi, parroco di Busana e Cervarezza, ha letto il decreto di nomina firmato dal vescovo Giacomo. Dopo aver consegnato l’Evangeliario, gli Oli sacri, la chiave del tabernacolo, l’Arcivescovo ha ricordato la disponibilità all’obbedienza e al servizio di don Davoli. Durante le esequie di don Gherpelli, il nostro Vescovo ricorda come don Giovanni avesse espresso la disponibilità ad essere inviato in terra ramisetana.

Il vescovo Giacomo ha affermato che siamo tutti chiamati a contribuire all’edificazione

della Chiesa come pietre viventi. Invito a tornare a parlare, ad incontrare un volto, a relazionarsi e a prendersi a cuore il prossimo, in riferimento al Buon Samaritano.
Prima del canto del Gloria, il Vescovo ha abbracciato il parroco entrante e il parroco uscente; un abbraccio paterno e ha ringraziato entrambi per il servizio alla Chiesa, un passaggio di testimone che dà il senso di fraternità, unità e servizio della comunità cristiana.
Sicuramente don Giovanni dovrà armarsi di pazienza, percorrere strade impervie e prendersi a cuore le pecorelle “montanare” a volte docili, a volte un po’ “riottose”, che gli sono state affidate.
Le comunità della Valle ramisetana hanno un futuro racchiuso in due parole, missionarietà e ministerialità: andare incontro a tutti ed impegnarsi tutti, perché l’amore di Cristo tocchi il cuore di ogni ramisetano!

Nel ricordo di questa giornata in Valle ramisetana, passa l’immagine di una Chiesa dialogante con la società civile, una Chiesa che cammina con il suo territorio.

Luisella Biggi
Elena Crovi

(Da "La Libertà" nr.34)