In relazione all’intervento di Pietro e Cristina Bagnoli, Abele e Stefania Pini sulla mancanza della mostra mercato dei bovini nelle ultime edizioni della Fiera di San Michele, interviene il sindaco Enrico Bini.“Vorrei partire da due presupposti che a mio parere sarebbero sufficienti per esaurire la questione sollevata: il primo è che quest’anno, per la prima volta nella sua lunghissima storia, la Fiera di San Michele ha coinciso con una consultazione elettorale nazionale per le politiche. Non è un elemento da sottovalutare e liquidare come un’eventuale scusa’ per non aver allestito la mostra mercato del bestiame. Quando è stata annunciata la data delle elezioni, e quella della Fiera era già stata fissata da mesi, abbiamo anche valutato l’opportunità se confermare o meno lo svolgimento dell’intero evento, che rappresenta il più importante dell’autunno appenninico. Poi, confrontandoci anche con la Prefettura, abbiamo scelto di mantenerlo, ma abbiamo dovuto adottare diversi accorgimenti per far sì che la presenza della Fiera comportasse meno disagi possibili riguardo al corretto svolgimento delle votazioni. Questo ha significato anche la necessità di avere personale che potesse essere impiegato sui seggi, e per questo è stato necessario sacrificare la mostra mercato del bestiame, che ogni anno ci richiede la disponibilità di diversi operatori.
Il secondo presupposto è che non intendiamo abbandonare la mostra mercato del bestiame, la quale il prossimo anno tornerà alla Fiera di San Michele, in quanto ne rappresenta una parte importante, fortemente legata alle tradizioni e alle radici del territorio, e valorizza un settore, quello agricolo, che resta prioritario nell’economia appenninica”.
Prosegue Enrico Bini: “Fatte queste dovute premesse, vorrei rimarcare che negli ultimi anni la mostra mercato non si è tenuta intanto perché nel 2020, a causa del Covid, non si è svolta del tutto la Fiera di San Michele, mentre l’anno scorso abbiamo scelto di riproporla ma abbiamo ravvisato le condizioni per poterlo fare solo poco tempo prima dell’evento, e comunque eravamo ancora in una fase di massima attenzione per le conseguenze pandemiche per cui è stata in realtà un’edizione ridotta in alcune parti.
Bagnoli e Pini poi dicono di parlare a nome degli agricoltori dell’Appennino, ma vorrei far notare che Pini negli ultimi anni in cui si è svolta era l’unico che conferiva bestiame alla mostra mercato, e il suo allevamento è nel parmense. Vogliamo sicuramente riproporre l’esposizione, ma vorremmo riuscire a coinvolgere maggiormente anche altri agricoltori che siano attivi nell’Unione dei Comuni dell’Appennino. Inizieremo a lavorarci già nei prossimi mesi.
Infine, in relazione al fatto che avremmo chiesto a 10.000 euro se avessero voluto fare comunque la mostra mercato, questo è un passaggio che espone in modo scorretto come sono andate le cose: Pini pochi giorni prima della Fiera, ci ha chiesto la possibilità di organizzare in autonomia la mostra mercato del bestiame, gli abbiamo semplicemente detto che a noi allestirla ogni anno comporta quel costo, mentre agli espositori, anche se dovrei parlare al singolare perché come detto negli ultimi anni era l’unico presente, ovviamente abbiamo sempre chiesto cifre molto più basse, quasi simboliche per prendervi parte”.
Da quanto mi è dato sapere, più d’uno, anche tra i non addetti ai lavori, si è interrogato sulle ragioni che hanno portato alla mancata presenza della mostra mercato bestiame nelle giornate di San Michele 2022, trattandosi di un “pezzo” consueto e fortemente tradizionale all’interno della Fiera, e se il settore agricolo resta prioritario nell’economia appenninica, come qui leggiamo, valeva forse la pena, almeno a mio modesto vedere, che i motivi di questa inaspettata “assenza” venissero comunicati prima della Fiera, anziché successivamente come risposta alla nota di “due coppie di amici, allevatori, agricoltori e commercianti di bestiame” (il che potrebbe far supporre che senza tale nota la cosa sarebbe “passata sotto silenzio”).
Il fatto poi che uno dei firmatari, negli ultimi anni, fosse l’unico che conferiva bestiame alla mostra mercato, e che il suo allevamento sia nel parmense, meriterebbe forse di andare oltre questa semplice constatazione, per cercar di comprendere perché mai non vi siano altri “conferitori”, e una Amministrazione comunale può verosimilmente acquisire maggiori elementi di conoscenza in proposito, e quanto alla localizzazione dell’allevamento, mi risulta che siano stati sempre piuttosto abituali gli scambi commerciali tra i due versanti dell’Enza (penso con mutuo beneficio, salvo che ultimamente sia cambiato qualcosa).
P.B. 20.10.2022