L’allevamento Lepri Ro & Ro si trova a Rosano di Vetto ed è gestito da Roberto e Roberta che hanno rilevato nel 2010 un’azienda agricola; hanno iniziato ad allevare lepri per passione, partendo con poche coppie. Poi è diventato un vero lavoro.
Hanno superato, come tanti, molte difficoltà, soprattutto durante la pandemia; ma ora con l’aumento dei costi la situazione è diventata insostenibile e lanciano un grido d’aiuto. Lo fanno indirizzando, uniti ai loro dipendenti, una lettera alle Istituzioni: al presidente Stefano Bonaccini, all’assessore all’agricoltura Mammi Tedeschi e all’ ufficio caccia di Reggio Emilia.
“Nel corso di questi anni – scrivono - abbiamo investito, creato posti di lavoro e non per ultimo nel 2019 abbiamo aperto dal nulla ‘senza contributi’ una stalla di bovini da latte di razza Reggiana. Poi come è bene noto nel 2020 è arrivato il Covid19, da lì il nostro settore di allevatori di fauna selvatica ha iniziato a soffrire”.
Nonostante tutte queste difficoltà non hanno mollato; hanno interpellato l’ufficio dell’assessore Mammi portando alla sua attenzione “l’assurdità di alcune Atc (ambiti territoriali caccia) che in barba al momento difficile del comparto andavano a spendere i soldi della gestione per l’acquisto di selvaggina estera danneggiando, in questo modo, ulteriormente gli imprenditori italiani. La nostra supplica rimase lettera morta. Facendo immani sforzi siamo stati in gradi di continuare, pagando regolarmente stipendi e fornitori”.
Ora la guerra e i rincari stratosferici hanno reso la situazione insostenibile.
“La nostra azienda – spiegano - comparando le bollette dal 01 gennaio al 30 settembre 2021 agli stessi mesi del 2022 ha speso per materie prime, luce, nafta, foraggi ecce cc oltre € 70.000,00 in più. La beffa è ricevere alla nostra email richieste di Atc della nostra Regione, richieste di preventivi di solo lepri estere, disattendendo così tutte le raccomandazioni dei luminari del settore venatorio e veterinario, in primis il professor Lavazza. zooprofilattico di Brescia, considerato il guru delle lepri, che sconsigliano l’importazione di animali selvatici dall’estero”.
“Si parla tanto di prodotto italiano – incalzano - della cura dei controlli fatti dall’ Asl sugli allevamenti italiani, sulla limitazione degli stessi, sull’attenzione del benessere animale, poi si immettono animali senza sapere che patologie possono avere, da dove arrivano e se sono veramente animali di cattura”.
Poi c’è la questione rincaro costi: “ In questo caso- concludono - pensiamo di parlare sia a nome degli allevatori emiliano romagnoli di lepri che dei produttori, come me, di latte di montagna del Re dei formaggi, il Parmigiano Reggiano. Se si continua così il comparto non regge. I bovini non sono piastrelle, non si può chiudere il gas e mandare gli operai in cassa integrazione, le stalle hanno un ciclo, smettere di foraggiare gli animali vuol dire chiudere. Ora sta alla politica trasferire al governo centrale questo urlo di aiuto che l’agricoltura lancia, ma la soluzione non serve tra una settima, serve per ieri".