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Vendemmia: produzione di uve in rialzo dell’1,8% rispetto al 2021

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Il raccolto di uve che segna la vendemmia 2022 è di 1.521.508 quintali contro 1.494.660 quintali dello scorso anno e circa 33.000 quintali in più rispetto alla media dell’ultimo decennio: dunque di poco superiore alla media degli ultimi dieci anni e in rialzo dell’1,8% rispetto al 2021.

Il consuntivo redatto da Confcooperative Reggio Emilia evidenzia, dunque, scostamenti molto lievi della produzione in un anno caratterizzato da una lunga siccità, ma rileva anche movimenti molto più significativi per ciò che riguarda l’andamento delle due grandi produzioni reggiane: i rossissimi (derivati dell’Ancellotta) e i lambruschi.

“Per la prima volta, dopo anni di sostanziale equilibrio – spiega il responsabile delle coop agricole e agroalimentari di Confcooperative, Alberto Lasagni – si evidenzia un netto aumento dei rossissimi, con una produzione in crescita del 7,2% (804.000 quintali contro i 750.000 del 2021) e una contemporanea flessione dei lambruschi, con uve in calo del 5,6% (683.000 quintali rispetto ai 721.000 dello scorso anno)”.

“Questo andamento – prosegue Lasagni – va ricondotto ai processi di riconversione che sono avvenuti e stanno proseguendo nel settore in funzione della redditività assicurata dalle uve; l’Ancellotta, con i suoi derivati molto richiesti anche da altre zone vinicole per l’arricchimento naturale in grado e colore di altri vini, da tempo assicura una miglior remunerazione rispetto ai lambruschi. Conseguentemente, negli ultimi anni si è assistito ad una espansione dei vigneti di Ancellotta (+27% dal 2016 al 2021) e ad una sostanziale stabilità di quelli con uve lambrusco”.

“Il 2022 – osserva Lasagni - è dunque il primo anno in cui si manifesta bene l’esito di questi spostamenti”.

I dati della vendemmia 2022 evidenziano anche l’ottima qualità delle uve, con un grado medio tra i più alti dell’ultimo decennio, insieme ad un aumento della produzione di uve bianche, con un raccolto di 35.000 quintali rispetto ai 24.000 del 2021.

Quanto alle prospettive di mercato non si segnalano, al momento, movimenti particolari.

“Siamo all’inizio delle contrattazioni dei rossissimi”, sottolinea il responsabile delle coop agricole e agroalimentari di Confcooperative; “rispetto al 2021 siamo in presenza di un po’ aumento delle scorte, ma i livelli non sembrano tali da determinare particolari problemi di commercializzazione”.

“In Italia la produzione è stabile e a flessione delle produzioni di Spagna e Portogallo – osserva Lasagni – a livello europeo compensano l’aumento previsto per la Francia, mentre gli altri Paesi produttori a livello mondiale sono tutti in calo; in questo scenario, dunque, è auspicabile non si verifichino eventi straordinari che generino criticità sui mercati, al momento non ipotizzabili”.

“Nei prossimi anni – conclude Lasagni - sarà comunque fondamentale un chiaro governo dei reimpianti per evitare che un eccessivo squilibrio tra varietà messe a dimora provochi problemi di redditività ai viticoltori in un territorio che ha sempre dato certezza di remunerazione delle uve”.