Una piena del Tresinaro tanto improvvisa quanto violenta, con una portata al colmo a Cà de' Caroli pari a 280 metri cubi al secondo: questo lo scenario che verrà simulato sabato 22 e domenica 23 ottobre nel corso della maxi esercitazione promossa, con il coordinamento della Prefettura, da Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, Unione Tresinaro Secchia e Comune di Reggio Emilia in collaborazione con il Coordinamento provinciale delle organizzazioni di volontariato.
Uno scenario decisamente impegnativo, che comporterebbe l'allagamento di ben 7 chilometri e mezzi di territorio, comprendenti 779 edifici residenziali e 65 industriali concentrati tra Arceto, Corticella, Rubiera e aree limitate di Scandiano e Casalgrande, così come individuato anche dai recenti aggiornamenti degli strumenti di pianificazione di bacino del torrente Tresinaro. Per i tecnici una piena del genere ha un tempo di ritorno di 50 anni, può dunque verificarsi con una frequenza media di una volta nel corso di mezzo secolo. Ma gli eventi estremi a cui purtroppo sempre più spesso stiamo assistendo a causa dei mutamenti climatici devono invitarci tutti alla massima cautela.
Meglio, molto meglio, essere dunque preparati. E proprio a questo serviranno le giornate del 22 e 23 ottobre, come è stato sottolineato ieri mattina al Tavolo di coordinamento, presieduto dal prefetto Iolanda Rolli, che ha approvato l'esercitazione “Tresinaro 2022”: a tenere addestrata ed efficiente la complessa macchina organizzativa chiamata ad intervenire in caso di emergenza, ma anche a diffondere sempre più una cultura di protezione civile. Pure tra i cittadini, a partire dai più giovani, con alcune scuole che saranno chiamate ad assistere all'esercitazione.
Oltre 400 le persone che, tra sabato 22 e domenica 23 ottobre, saranno impegnate nel fronteggiare l'ipotetica piena del Tresinaro: innanzitutto 300 volontari delle associazioni reggiane, un'ottantina tra dirigenti e dipendenti dell'Unione Tresinaro Secchia (a partire dalla Polizia locale) e dei sette Comuni coinvolti (oltre a Baiso, Casalgrande, Castellarano, Rubiera, Scandiano e Viano anche Reggio Emilia) e poi ancora uomini e donne di Prefettura, Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile della Regione Emilia-Romagna, Vigili del fuoco, Polizia stradale, Carabinieri, Croce rossa e 118 Emilia Ovest, Polizia provinciale, AiPo e Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale.
Al Centro Fiere di Scandiano l’area di ammassamento soccorritori e mezzi, dove si insedierà la Colonna mobile di Protezione civile e dove logistica, trasporti, cucina, segreteria, sorveglianza, radiocomunicazioni e gestione dei volontari saranno affidate ai coordinatori del volontariato in emergenza. Presidio idraulico-idrogeologico, con attività di vigilanza dei tratti critici; attivazione degli interventi urgenti; informazione alla popolazione ed eventuali avvisi di evacuazione ai piani superiori; isolamento delle aree a rischio; evacuazione di persone da abitazioni a rischio; accoglienza degli sfollati; salvaguardia dei beni culturali e vigilanza edifici evacuati; censimento danni le varie attività che verranno svolte. I volontari di Protezione civile, in particolare, si eserciteranno nella sacchettatura e nella telonatura degli argini, nell'utilizzo di motopompe e motoseghe, nell'affrontare con una “coronella” un fontanazzo.
E, soprattutto, nel montare due tratti da circa 400 metri l'uno, a difesa dell'abitato di Corticella, di barriere mobili NoFloods, l'innovativo sistema di difesa già utilizzato in gran parte d'Europa, a partire da Francia e Danimarca, di cui il Comune di Rubiera – grazie a un finanziamento di circa 150.000 della Protezione civile regionale – si è dotato a beneficio di tutta la provincia. In totale un chilometro di argine mobile, in grado di gonfiarsi con l’aria e l’acqua stessa della piena, che dopo due giornate di formazione ed addestramento, lo scorso aprile a Rubiera, saranno realmente dispiegate sul campo nel corso dell'esercitazione.