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Simone Corsini: il mio Tor de Geants

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Simone, ci eravamo lasciati sul sentiero della resistenza,  e visto che ha portato bene, eccoci di nuovo qua per ascoltare dalle tue parole la magia del Tor 330 km, che ricordiamo,  hai concluso al secondo posto assoluto, in 75h 27' 33", primo italiano al traguardo.

Parto dai giorni  antecedenti  alla gara, ho notato che,  tramite i social, e su alcuni siti dedicati, la pressione attorno a te era maggiore rispetto al 2021, sicuramente l'ottimo risultato ottenuto lo scorso anno ha  creato più aspettative su di te e sulla tua prestazione; come hai vissuto tutto questo?

"Rispetto al 2021, le aspettative erano più alte da parte di tutti, sia da parte mia, perché comunque speravo ed intendevo fare meglio dell'anno scorso, sia da parte degli addetti ai lavori;  sono tornato a Courmayeur con un passato che difficilmente poteva passare inosservato, e, a livello psicologico, questo, è stato molto importante. La presentazione come top runner alla consegna dei pettorali, la posizione ed il crono ottenuti lo scorso anno alla prima partecipazione, le gare corse quest'anno, sono sicuramente stati fattori che hanno aumentato l'attenzione e quindi la pressione attorno a me; dalla mia  avevo la convinzione di essermi preparato al meglio e di presentarmi al via avendo fatto tutto ciò che potevo, in termini di preparazione, alimentazione  ed allenamento. Sicuramente l'avere al mio fianco la mia famiglia ha contribuito a mantenere quella serenità di qui avevo bisogno, anche se,   specialmente gli ultimi giorni prima del via, il carico psicologico si è indubbiamente fatto sentire."

Domenica 11 settembre, giorno della partenza;  pronti via parte il Tor 2022, ed al primo controllo cronometrico ti ritrovi nelle posizioni di testa assieme ai più forti, Franco Collé, Jonas Russi, Roman Ficek, Damian Hall, solo per citarne alcuni; sarebbe stato facilissimo fare uno di quelli che io chiamo "fuorigiri", invece tu come ha gestito la cosa,  eri consapevole di poter stare assieme a loro?

"Devo dire che dopo la partenza,  durante la prima ascesa,  sul col Arp, sono rimasto sorpreso nel vedere davanti a me Franco e Jonas rispettivamente 1^ e 2^ nel 2021. Sono partito al mio ritmo senza l'obbiettivo di stare con qualcuno, cercando di gestire nel migliore dei modi le prime fasi di gara, salendo il più regolare possibile. Effettivamente me lo sono chiesto anche io, più di una volta, se non fossi partito troppo forte o se stessi sbagliando qualcosa, perché non mi aspettavo di essere nel gruppo di testa dopo pochi chilometri, ma mi sentivo bene, e in quel momento non dovevo strafare per mantenere il loro passo. Il mio obbiettivo finale era quello di concludere con un tempo attorno alle 76 ore, perciò, mi ero fatto una sorta di tabella di marcia ed ero sostanzialmente in linea con quella; ho deciso così di continuare con quel passo, che mi consentiva di stare molto vicino al gruppetto dei più forti, fino alla prima base vita di Valgrisenche. Lì la mia assistenza mi ha fatto notare che, rispetto al ruolino di marcia che intendevo rispettare, ero in anticipo di circa due ore, ma comunque mi sentivo bene e non ho dovuto nemmeno forzare troppo per mantenere quel tipo d'andatura. “

Domenica sera, primo colpo di scena! A Rhémes Notre Dame si ritira Franco Collé vincitore di tre edizioni del Tor, colui che al Tot gioca in casa. Percepisci immediatamente la cosa e come cambia, se cambia, da lì in poi la tua gara?

"E' andata così: io sono arrivato al ristoro di Rhémes Notre Dame con circa mezz'ora di ritardo rispetto al gruppo di testa,  mi hanno riferito che davanti stavano spingendo molto, ma al tempo stesso erano anche evidenti alcuni segnali di piccole difficoltà; Franco Collé soffriva di un risentimento tendineo, e anche gli altri componenti del gruppo  sembravano affaticati dall'andatura fino a lì tenuta. Dopo essermi cambiato ed aver mangiato qualcosa, mi rimetto in corsa;  nella salita poco dopo Rhémes, scorgo una luce che viene in senso contrario al percorso; ero da solo e, in quel momento ho pensato che fosse qualcuno del personale di gara che fosse sul sentiero, invece da lì a pochi a metri riconosco Franco Collé che stava tornando al ristoro per ritirarsi. Non me lo aspettavo proprio di incontrare "il re del Tor", e devo dire che mi è dispiaciuto molto il fatto che dovesse abbandonare la gara a causa di un problema fisico; però questo era anche l'indicatore che l'andatura davanti non era poi così "comoda"  e che il gruppo di testa si stava riducendo aumentando dentro di me la fiducia in ciò che stavo facendo."

Arriva la prima notte di gara, sei completamente da solo, come la vivi e quali sono le tue emozioni?

"La prima notte è stata bellissima! Il clima era praticamente perfetto, la luna piena illuminava quasi a giorno le montagne creando scenari molto particolari,  in alcuni tratti si sarebbe potuto correre con la frontale spenta, tanta era la luce che la luna rifletteva. Fisicamente stavo molto bene, e tutto andava più o meno come previsto,  ero da solo, così come lo sono stato quasi per tutta la gara, ed è stata una notte molto speciale, io e miei pensieri, le mie certezze, il mio Tor, le mie cose; insomma una notte molto intima, che è passata veramente in fretta, una delle mie più belle notti passate in gara credo."

Arriviamo a lunedì, il tuo distacco  dal gruppo di testa che, km dopo km si va via via sfaldando, rimane per quasi tutta la giornata nel limite dei 90 minuti; hai mai pensato di poterlo vincere questo Tor, complice anche il ritiro del favorito numero uno Franco Collé?

(sorride n.d.r) "Sicuramente il ritiro di Franco mi ha fatto correre più velocemente, sia con le gambe che con i pensieri; con Franco in gara, a meno di inconvenienti come quest'anno, è praticamente impossibile per me, poter pensare di vincere. Capivo che i top runner davanti soffrivano perché il distacco non aumentava più di tanto, e tutti gli addetti al percorso, mi ripetevano che i primi, erano poco distanti. Raggiunti e superati i due inglesi, arrivo al rifugio Coda;  da qui mentre salgo verso il Barma raggiungo il polacco Ficek, io sto bene, lui molto  meno e non riesce a tenere il mio passo, a quel punto  sono secondo al TOR.  Una volta arrivato al  Barma, mentre mangiavo, i ragazzi del rifugio, mi dicono che Jonas Russi, lo svizzero davanti a me , sta spingendo a tutta, ma non sta benissimo; a quel punto, devo essere sincero, il pensiero della prima posizione talvolta mi ha sfiorato, e non dico che ho provato ad aumentare il mio passo per raggiungerlo, ma ho cercato di tenere un ritmo regolare che mi potesse consentire di ridurre il gap."

Arriva la seconda notte, al Col della Vecchia hai circa 2h e 30' di distacco dallo svizzero che sembra essersi ripreso,  dietro di te nessuno sembra in grado di impensierirti; le difficoltà, però con l'aumentare dei km iniziano ad arrivare ...

"Si è vero, nonostante fisicamente non avessi problemi, il sonno inizia a crearmeli. Sebbene la prima notte fosse andata per il meglio, ho dormito pochissimo, e durante la seconda giornata questo ha  iniziato  a farsi sentire. Arrivo a  Gressoney  a notte inoltrata e qui mi devo  fermare per circa un ora, un ora e un quarto, mentre Jonas ha già fatto una sosta molto breve di circa venti minuti. La situazione quando riparto, dopo aver mangiato e dormito, è abbastanza critica; dal punto di vista morale il distacco dalla prima posizione è aumentato molto, e dal punto di vista fisico il mio corpo inizia a presentarmi il conto; il sonno, vero problema di questo Tor 2022, mi sta mettendo a dura prova, nonostante fisicamente ed atleticamente io sia ancora in buone condizioni. La salita dopo Gressoney è molto impegnativa,  la discesa successiva però mi aiuta a riprendermi leggermente, anche se  la situazione non migliora più di tanto, anzi, con il sorgere del sole forse peggiora, ed arrivo a Valtournenche, a cavallo del mezzogiorno, in crisi nera.”

Devo essere sincero, dalle brevi immagini che arrivano dalla Valle D'Aosta non ti vedo molto bene, né al passaggio di Valtournenche né tanto meno ad Oyace, che cosa ti stava succedendo?

"Già a Valtournenche sentivo la forte necessità di dormire, ma l'evolversi della gara non mi consentiva un altra sosta lunga; dietro di me Macchi e Mattiato stavo andando regolari e se mi fossi fermato molto avrei rischiato il ricongiungimento; ho deciso così di continuare sebbene non fossi più molto convinto delle mie forze, ma ho tenuto duro su ogni metro del percorso e così facendo sono arrivato ad Oyace la notte di martedì"

Ultima notte di gara, martedì, dove oltre alle difficoltà fisiche, devi combattere anche le difficoltà tecniche; infatti, ad un certo punto risulti ritirato ed io mi addormento credendoti fuori dalla corsa.

"L'ultima notte è stata veramente molto complicata! Arrivo ad Oyace all'incirca verso le 23 e sono di nuovo in crisi di sonno, inoltre inizio ad avere male ai piedi ed ho la necessità di farmi medicare in quanto faccio molta fatica a correre, ma dopo una attenta valutazione, decido di proseguire e di farmi medicare ad Ollomont. Lascio così Oyace ed al rilevamento cronometrico successivo, il volontario alle operazioni, molto probabilmente commette un errore, ed il sistema di rilevazione dei tempi mi segnala, a mia insaputa, come ritirato. Ad Ollomont, arrivo sorprendendo quasi anche la mia assistenza, che naturalmente sapeva che non mi ero ritirato affatto dalla corsa, ma la vera sorpresa la trovo all'ingresso della base vita Ollomont; porta chiusa e personale di servizio andato a dormire perché dalle classifiche in tempo reale io risultavo ritirato ed a quell'ora di notte non sarebbe dovuto arrivare nessuno. Devo ammettere che sono stati minuti abbastanza concitati dove mio padre e la mia assistenza hanno utilizzato ogni mezzo ed ogni strumento per svegliare i volontari addetti alla base vita, ed i giudici di gara, per sistemare la mia posizione in classifica. Successivamente, poi tutto è tornato alla normalità e dopo essermi cambiato ho ricevuto l'assistenza necessaria di cui avevo bisogno ai piedi.”

Mi sveglio al mattino con la piacevole sorpresa di vederti in gara ed ancora al secondo posto; mentre transiti "live" a Bosses vedo, con piacere, che ti sei ripreso, la tua corsa è più facile ed il viso un po’ più disteso. Guardando la classifica però, dietro di te, Andrea Macchi ha recuperato gran parte dello svantaggio; quando mancano meno di 40 km ti ritrovi a gestire un vantaggio che oscilla dai 30 ai 40 minuti.

"Da Ollomont sono ripartito sapendo di aver perso molto del mio vantaggio e dopo il rifugio Champillon ho visto molto nettamente la frontale di Andrea sul versante opposto della valle che stavo attraversando, in questi casi per chi è dietro vedere chi sta davanti è una notevole  iniezione di fiducia, mentre per chi sta davanti essere consapevoli che da dietro qualcuno ti sta raggiungendo non è proprio così esaltante; sono riuscito, però, a mantenere un buon ritmo, frutto del fatto che mi fossi ripreso bene dopo la notte  e dentro di me mi ripetevo di non mollare, anche se temevo che Macchi,  mi potesse raggiungere da un momento all'altro.  Voltandomi spesso indietro, sono arrivato in completa solitudine fino in vetta al Malatrà, da qui la vista di Courmayeur mi ha ridato un po’ di fiducia che però ha avuto vita breve;  a Pas Entre una doccia freddissima quando mi avvisano che Andrea, dietro, è a soli  venti minuti e che sta dando tutto per venirmi a prendere. A quel punto però non si può mollare, decido di  raccogliere  tutte le energie rimaste, che  a essere sinceri erano molto poche, e mi butto letteralmente in discesa prendendomi ogni rischio possibile, controllando con lo sguardo frequentemente   la situazione alle mie spalle. L'ultima ascesa prima di Courmayeur rappresenta  il momento più difficile del mio TOR 2022; complice anche il ritmo tenuto nella  discesa precedente ,  arrivo letteralmente stremato a Mont de la Sax, ed al ristoro, non distolgo quasi mai lo sguardo dal sentiero da dove mi aspettavo comparire la sagoma di Macchi da un momento all'altro. La ripartenza è abbastanza critica, nonostante per Courmayeur sia quasi tutta discesa i miei movimenti sono molto difficoltosi e mi rassegno all'idea che Andrea mi possa raggiungere e superare a pochi km dall'arrivo. L'ingresso al parco al Bollino di Courmayeur in totale solitudine, mi dà la consapevolezza e la convinzione di avercela fatta, più volte controllo dietro di me la situazione, sono secondo, secondo al Tor 330km! L'ultima giornata è stata veramente difficile e complicata, le forze che erano via via in esaurimento, la pressione psicologica  che invece aumentava chilometro dopo chilometro e dover gestire tutto questo è stato veramente importante, il tutto condito dalle condizioni meteo, sicuramente da non trascurare, però ci sono riuscito e ti posso assicurare che la mia soddisfazione è enorme!”

Quando hai capito realmente di avercela fatta?

"Arrivato dal sentiero che scende dal rifugio Bertone e si sale sulla strada, li ho capito che il secondo posto ormai era mio."

Non c'è due senza tre... ed il quattro vien da se, dice il detto, a parte questo, rispetto al 2021 hai migliorato di circa 7 ore e 15 minuti il tuo tempo di gara;  però per vincere, secondo me, è necessario un ulteriore step; lo stesso Franco Collé ha impiegato alcuni anni prima di raggiungere la vittoria, su un percorso che lui conosce molto bene. Ecco, tu pensi e credi di essere in grado di poterti migliorare ancora? Se si quali sono le fasi di gara dove reputi che sia possibile farlo?

"Sicuramente ora sarà più difficile, per me,  migliorare, ma sono convinto che ottimizzando le soste il mio crono possa scendere ancora; chi vince, al Tor non si ferma, oppure fa soste molto brevi, io quest'anno ho fatto due soste che assieme sono durate quasi 3 ore e dopo diventa difficile recuperare il tempo perduto. L'obbiettivo fondamentale per poter pensare di vincere o comunque di migliorarmi,  sarà quello di imparare a non fermarmi, ma non è una cosa facile ne tanto meno immediata, è un processo lungo che richiede tempo, dedizione, sacrificio, apprendimento ed allenamento; sicuramente tornerò al Tor per mettere in pratica tutto questo e vedremo come andrà, ora mi godo questo bellissimo secondo posto che dedico a tutte le persone che mi hanno seguito e supportato in questa splendida avventura. La mia famiglia, la mia ragazza, i miei amici;  tutti mi hanno dedicato il loro tempo libero per potermi consentire di raggiungere questo risultato, un sogno per me, che da solo, non sarei mai stato in grado di  poter realizzare.”