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Gli agricoltori dell’Appennino al Villaggio Coldiretti a Milano

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Daniele Imovilli e Gabiele Arlotti

E' arrivato a Milano il Villaggio della Coldiretti per toccare con mano la centralità e i primati dell’agricoltura italiana messi a rischio da guerra e rincari energetici e vivere un giorno da contadino tra le aziende agricole ed i loro prodotti, a tavola con gli agrichef, in sella ad asini e cavalli, nella stalla con mucche, pecore, capre e conigli, nelle fattorie didattiche e negli agriasili dove i bambini possono imparare a impastare il pane o a fare l’orto.

Un appuntamento che si tiene al Parco Sempione, dal Castello Sforzesco all’arco della Pace,  e dove  intervengono migliaia di agricoltori dalle diverse regioni assieme al presidente di Coldiretti Ettore Prandini,  per far conoscere la biodiversità e la sostenibilità dell’agricoltura italiana, il modello basato sulla distintività e la qualità del made in Italy agroalimentare, lo spirito imprenditoriale dei giovani agricoltori e le frontiere dell’innovazione.

Per i tre giorni di manifestazione, (si concluderà domani 2 ottobre, ndr), si alterneranno esponenti istituzionali, rappresentanti della società civile e studiosi che, all’indomani delle elezioni politiche, discuteranno su esclusivi studi e ricerche elaborate per l’occasione dalla Coldiretti sui temi della crisi energetica scatenata dalla guerra, dell’alimentazione e dei rischi connessi all’affermarsi di modelli di consumo omologanti, a partire dall’arrivo sulle tavole del cibo sintetico a minacciare la salute dei cittadini e la sopravvivenza stessa del Made in Italy agroalimentare, ma anche di sostenibilità, ambiente e salute.

Presenti gli agricoltori della montagna reggiana, tra cui Silvano Domenichini, ex funzionario Coldiretti di Casina. "E' una bella iniziativa  - spiega  - perchè fanno conoscere ai nostri contadini le iniziative che associazioni come la Coldiretti, portano aventi. Io sono tanti anni che collaboro con il mondo agricolo, ma non ho mai visto una manifestazione tanto partecipata, non solo fisicamente ma partecipata anche portando idee".

A Milano anche Daniele Imovilli, segretario Coldiretti Castelnovo, intervistato da Gabriele Arlotti.

Dall’appennino a Milano, perché’?

Perché è giusto portare a conoscenza e all’attenzione di tutta la società civile, soprattutto nelle grandi città, quella che è la migliore espressione della nostra agricoltura italiana, soprattutto quella tipica e quella legata ai prodotti del territorio e in particolare della Regione che ci ospita. Oggi siamo qui per sensibilizzare la gente sulle varie tematiche che ci sono e contrastare tutte le varie problematiche legate ad accordi commerciali sleali che vengono fatti anche con gli Stati stranieri; soprattutto sensibilizzare su altre forme di produzione che non sono direttamente legate all’agricoltura, siamo qui per portare a conoscenza e far vedere tutto quello che viene prodotto nelle campagne.

Qui a Milano oggi ci sono gli agricoltori del nostro Appennino: di quali comuni?

La montagna è ben rappresentata. Oggi ci sono in particolare, persone che vengono dal toanese, Castelnovo, Casina. Ieri c’erano soci che venivano da tutta la montagna.

Il mondo politico si confronta con le diverse autorità istituzionali italiane: Giorgia Meloni, probabilmente sarà incaricata di guidare il prossimo Governo di centro destra, la incontrerete qui a Milano. Cosa le chiederete?

Sicuramente verranno fatte delle richieste specifiche da parte della nostra rappresentanza, dal nostro presidente Prandini Vedremo e cercheremo di capire quali sono le sue prime indicazioni, ovviamente non c’è ancora la lista di ministri, quindi c’è molta attesa.

Riportiamo anche l'intervento di Giorgia Meloni: "Dare risposte ai principali problemi se - scherzando - saremo chiamati a formare il nuovo governo. Un momento difficile per l’atto alimentare. Grande obiettivo è modificare il rapporto tra Stato e imprese e cittadini. Non disturbare chi produce, vuole fare lavoro e assume, perché la ricchezza la fanno le imprese. Allo Stato il compito di ridistribuire ricchezze. Obiettivo anche ridare una strategia industriale. Non possiamo fingere di non vedere che l’agroalimentare è in situazioni ora molto complesse: pandemia, siccità, eventi atmosferici violenti, aumento dei costi gravano sul settore. Si produce a volte addirittura in perdita: non ce lo possiamo permettere. Ma con tenacità, lavoro e uno Stato che voglia lavorare con cordaggio si può invertire questo fenomeno. Lavorando con i corpi intermedi si può controverò tre questo fenomeno. Il caro energia ne è un esempio: non potremo però pagare come Stato le bollette ma fermare la speculazione. Come Italia dovremo partite dalla difesa dell' interesse nazionale per trovare soluzioni comuni in Europa, non è populismo".

"Sto seguendo il lavoro del governo uscente - continua - e credo ci siano i margini per trovare una soluzione. Dovremo intervenire per abbattere i costi energetici di questo autunno. A questo si aggiungono altre materie, ma l’agroalimentare vale 1/4 del Pil e lo abbiamo a cuore. Altri temi strategici: la sostenibilità ambientale penalizzata da vincoli che non aiutavano. Occorre preservare quindi anche la sostenibilità economica e sociale. L’uomo è parte dell'ambiente. Poi il tema della protezione della qualità e tutela due marchi: ci impegnato quindi contro il nutriscore a livello europeo. Quindi il tema della sovranità alimentare che per noi è fondamentale, con un approccio diverso al tema delle catene di approvvigionamento (la ricchezza si è concentrata verso l’alto e noi come Italia ci siamo indeboliti, non potendo governare le filiere. Dipendiamo in tutto da tutti. Italia ed Europa devono ripensare alle catene di approvvigionamento per controllare come Paesi o Europa. Chiederemo aiutino ai corpi intermedi per un rapporto diverso con istituzioni e cittadini.