Aumentano i costi per i servizi cimiteriali, valutate le spese che il Comune dovrà sostenere la giunta Volpi ha deliberato le nuove tariffe.
Si legge, infatti, nella delibera che i cimiteri hanno da tempo superato il termine di legge secondo cui le esumazioni ordinarie si eseguono dopo un decennio dall'inumazione comportando un aumento delle spese sostenute dall’Ente e rendendo necessario un adeguamento del costo del servizio a carico dei richiedenti.
Dal 1 ottobre, dunque, acquistare un loculo in prima o quarta fila costerà alla famiglia del compianto 1.760 €, una cifra importante per la seconda e terza fila che costano 2.415 €, più economiche la quinta e sesta fila con rispettivamente 1.495 € e 1.260 €.
Inumare il defunto in campo comune costerà 400,00 €, tumularlo nel loculo 250,00 €, infine 200,00 € per la esumazione e riduzione in resti.
Con la volontà dell’Amministrazione – leggiamo nella delibera - di prestare le sue attività garantendo una migliore efficienza soprattutto per quel che concerne i servizi cimiteriali, contemplando tutte le tipologie di spostamento di salme, resti, ceneri che ad oggi non sono presenti nell’attuale tariffario.
Ma quanto investono i Comuni dell’Appennino nei propri cimiteri?
Le spese per il "servizio necroscopico e cimiteriale" sono consultabili nei bilanci delle amministrazioni comunali, sotto la voce "Diritti sociali, politiche sociali e famiglia".
Qui sono inclusi l'amministrazione, il funzionamento e la gestione dei cimiteri ma anche delle concessioni di loculi, delle inumazioni e delle tombe di famiglia oltre a risorse elargite per la pulizia, la sorveglianza, la custodia, la manutenzione di cimiteri e relative aree verdi. Infine questa voce comprende anche le spese per il rilascio delle autorizzazioni, il controllo delle attività cimiteriali e anche per i servizi funebri a carico dell'amministrazione, nel caso ad esempio di persone o famiglie che non riescano a sostenere economicamente i funerali di un parente deceduto.
I bilanci che abbiamo potuto visionare sono relativi al 2021, l’elaborazione è a cura Redacon da dati Openpolis.
In Appennino è proprio Toano il Comune che spende di più posizionandosi al primo posto con 205.893 €, lo segue Castelnovo con 153.680 €, Ventasso con 116.561 €, Canossa con 111.760 €, Villa Minozzo con 94.209 €, Casina con 84.462 €, Carpineti con 38.163 €, Vetto con 33.982 € e chiude Vezzano con 13.043 €.
Fermo restando che non sarebbe questo il momento di mettere le mani in tasca ai contribuenti, che hanno già abbastanza preoccupazioni per tutti gli aumenti in atto, sarebbe interessante conoscere il perché della maggiore spesa, in particolare nei confronti di Castelvovo Monti che ha un maggior numero di abitanti.
Antonio D. Manini