Come pronosticato da tanti alle elezioni politiche ha trionfato Giorgia Meloni. E FdI è il primo partito italiano con quasi il 26% di consensi, seguito dal Pd che con il 19,4%. Il Movimento Cinque stelle resta il terzo partito italiano con il 16,5 per cento. Crolla invece la Lega all'8,5%, seguita da Forza Italia data all'8%. Calenda e Renzi quasi all’8. Luigi di Maio fuori dal Parlamento.
Fratelli d’Italia è la lista più votata con il 21,2% in 11 Comuni della provincia: in quelli montani come Castelnovo, Toano, Villa Minozzo, Viano, Vetto, Ventasso e Baiso si aggira intorno al 30%. La coalizione di centrodestra ha primeggiato anche a Carpineti e Casina. Nel seggio di Cerreto il centrodestra è arrivato al 65%.
Nella sfida uninominale per la Camera fra Ilenia Malavasi e Roberta Rigon, la candidata del centrodestra ha superato il 50% a Toano e Vetto.
In tutta la Provincia i 5 Stelle crollano all’11,5%, la Lega al 7,2%; Azione Italia Viva, 8,7%, Forza Italia, 5,5% seguita dall’Alleanza Verdi Sinistra.
A Reggio Emilia il Pd ottiene il 30,9%, : risulta il partito più votato in 31 comuni della provincia su 42; torna così ad essere il primo partito in provincia di Reggio dopo che nel 2018 era stato sorpassato dal M5S.
Per quando riguarda l’affluenza, nei comuni montani hanno votato 25.457 elettori su 34.500.
Nei dettagli: a Canossa su 2.877elettori 2.013 (69,97%) votanti; Carpineti su 3.138 elettori 2.278 (72,59%) votanti; a Casina 3.579 elettori e votanti 2.557 (71,44%); a Castelnovo ne’ Monti elettori 7.973 e votanti 5.674 (71,17%); a Toano elettori 3.195 e votanti 2.243 (70,20%); a Ventasso elettori: 3.296 e votanti 2.323 (70,48%); a Vetto 1.480 elettori e votanti 1.009 (68,18%) ¸a Vezzano 3.425 elettori e 2.486 votanti (72,58%); a Viano elettori 2.708 e votanti: 1.916 (70,75%); a Villa Minozzo 2.829 elettori votanti 2.006 (70,91%) .
(Fonte dei dati Eligendo)
Mi meraviglia che i montanari a parte i giovani quelli di una certa età con ricordi devastanti,lutti ,prigionia,deportazioni dei padri in campi di concentramento,per non dire altro hanno votato a maggioranza un partito di chiare idee fasciste.non mi rimane altro come cittadino di inneggiare alla democrazia….
Colorettigiuseppe
Caro Sig. Giuseppe, e’ bello parlare e fare sempre della dietrologia che non porta a nulla, perche’ se cosi fosse dovremo citare tutte le guerre sanguinarie che si sono perpetrate in vari paesi del mondo per mano di dittatori sia di destra sia di sinistra. Stia sereno, visto che inneggia alla democrazia e non utilizzi la leva del fascismo (che forse e’ rimasto solo sui libri di storia) e vedra’ che le cose potranno solo migliorare.
Buona giornata
Enrico Ferretti 1960
Sig. Giuseppe, quindi secondo il suo parere, più di 7 milioni di persone che hanno votato la Meloni appoggiano idee fasciste e di conseguenza sono fascisti??
Se forse ha letto il programma, non trovo nessuna proposta che fa riferimento al fascismo, forse non vi rimane altro che inventare queste ridicole falsità.
Inoltre voglio ricordare al sig. Antonio che la situazione che vi è in montagna non è merito della Meloni, ma bensì di quel partito che ha governato da sempre questi territori.
AZ
Complimenti ai Montanari infatti si sa il partito della meloni ha fatto tantissimo negli ultimi 30 anni per la montagna ma cosa incredibile punto ci meritiamo proprio quello che abbiamo
Antonio ceccardi
Il partito della Meloni e’ nato nel 2012 (10 anni fa e non 30), il partito della Meloni non ha mai governato nella nostra montagna, il partito della Meloni alle prime politiche del 2013 aveva il 2% e, se guarda caso, oggi il partito della Meloni ha preso quasi il 30% (nella nostra montagna) evidentemente qualcuno ha ritenuto proprio che chi doveva fare ed era tenuto a fare nella nostra montagna (non certo Fratelli d’Italia) non abbia propriamente soddisfatto;, ma comunque si sa, le elezioni politiche hanno un indirizzo diverso dalle amministrative. Concludo infine che se la sua frase (ci meritiamo proprio quello che abbiano) significa che si e’ votato il meno peggio beh e’ gia’ qualcosa. Saluto Cordialmente.
Andrea.S.
Forse c’è qualcuno – e tra questi sembrerebbero rientrare anche Giuseppe ed Antonio, se non ne ho frainteso i rispettivi commenti – secondo il cui pensiero la democrazia si esprime soltanto quando le urne premiano la sinistra, al punto, dunque, che la destra non dovrebbe esistere, o essere comunque politicamente irrilevante, così da non poter “disturbare” in alcun modo l’esercizio della democrazia, il che mi sembrerebbe rispondere alla logica del cosiddetto “pensiero unico”, cioè qualcosa di ben diverso, se non lontano, dalla paritaria competizione che dovrebbe vigere tra differenti ed opposte formazioni politiche).
Potrei sentirmi rispondere che un conto è una maggioranza egemonizzata numericamente da una forza di destra, rispetto ad una composizione di centrodestra che avesse una prevalenza centrista, ma mi verrebbe abbastanza facile replicare che anche questa seconda compagine, in particolare la sua guida di allora, ossia il Cavaliere, fu all’epoca oggetto di critiche piuttosto animose e pungenti, che andavano ben oltre quelle del normale scontro politico (a dirci, di riflesso, come sia malaccetto tutto ciò che “sa di destra”, alla faccia del principio dell’alternanza cui dovrebbe ispirarsi ogni sistema democratico).
P.B. 27.09.2022
P.B.
Dopo anni e anni che la regione Emilia Romagna a guida Rossa dona milioni a fondo perduto al Cerreto Laghi e’ giusto che il 65% di loro voti FdI :-)))
Gianfranco
Quoto Gianfranco…..due cose mi hanno colpito di queste elezioni l’astensionismo mai cosi alto e di cui nessuno parla, pur essendo un dato che dovrebbe far riflettere e molto, e la seconda è come sia possibile che un partito che non ha mai dimostrato nulla passi dal 4% delle elezioni del 20018 ai risultati odierni.
Voto di protesta? Già espresso prima alla lega poi a 5 stelle……e le prossime elezioni chi voteremo per protesta?
Marco
A questo punto si può dedurre che pur di cambiare si sia disposti a votare tutto ciò che sembra cambiamento. Brutta situazione perché significa che l’appartenenza ideologica, salvo qualche irriducibile, non c’è più, e il fatto che si passi, col voto, così facilmente da una parte all’altra degli schieramenti politici, lo dimostra. La gente, grazie ad anni ed anni di politica disgraziata, non sa più a chi credere e allora prova a cambiare anche a costo di stravolgere i propri ideali ma non perché sono impazziti ma perché sono delusi da coloro in cui avevano creduto. È la classe politica che deve cambiare e tornare ad essere credibile, altrimenti ci si stancherà tutti di andare a votare, come in tanti si fa ora, turandosi il naso e scegliendo il meno peggio.
Antonio D. Manini
La domanda che si pone Marco può non essere fuori luogo, ma per tentare di darvi risposta occorre guardare all’indietro nel tempo, perlomeno a mio modesto vedere, andando cioè a quel passato dove agivano partiti inclini in primo luogo a governare, possedendone la vocazione – oltre alla capacità, mi verrebbe di aggiungere – mentre altri erano invece portati ad ispirare la protesta, e fors’anche stimolarla, se non spalleggiarla; non possiamo infatti dimenticare le “piazze” contestatarie, che hanno lungamente manifestato contrarietà e dissenso verso le formazioni governative, fino a provocarne la “caduta”, o una sorta di marginalità politica che le ha messe immeritatamente “fuori gioco”.
Io penso, ma è una semplice opinione personale, che quando si punta troppo sulle azioni protestatarie si perde mano a mano di vista la portata dei problemi, nonché l’attitudine ad affrontarli e risolverli, e mi sembra essere successo qualcosa del genere ogniqualvolta la prima categoria di partiti è stata estromessa dalla vita politica nazionale, creando un vuoto poi occupato dalla seconda categoria, accolta con entusiasmi che alla prova dei fatti si sono tuttavia affievoliti, lasciando semmai il posto alla delusione, e spazio a nuove proteste ed aspettative (le ragioni di tale “meccanismo”, semmai avesse a ripetersi nel tempo, vanno verosimilmente cercate nel modo in cui il fenomeno ha preso origine).
P.B. 28.09.2022
P.B.