Chiude il ponte di Montedello-Vaestano, che dal 1967 collega il territorio del Comune di Ventasso con quello del Comune di Palanzano, e quindi le provincie di Reggio Emilia e Parma.
Nei giorni scorsi è arrivato il verdetto: il ponte sull’Enza – la cui altezza massima tocca i 30 metri - non è sicuro, va chiuso: un’ordinanza lo sancirà a partire da domani (22 settembre).
A destare preoccupazione, in particolare è la verifica statica dell’impalcato e delle pile di appoggio. La struttura non garantisce le condizioni minime di sicurezza soprattutto negli appoggi delle selle Gerber e nelle travi. Inoltre le pile non risultano verificate alle azioni sismiche.
Secondo lo studio di fattibilità eseguito dal progettista serviranno circa due milioni e mezzo di euro per mettere in sicurezza il ponte e riaprirlo, prevendendo interventi di rinforzo progettati in modo che gli elementi strutturali soddisfino le normative vigenti sia dal punto di vista statico che dal punto di vista sismico.
I Sindaci Ferretti e Boraschi hanno prontamente inoltrato una richiesta ai rappresentanti in Regione per sollecitare l’intervento in modo da avere la riapertura del ponte il prima possibile. “Un intervento è necessario oltre che auspicabile – conclude Ferretti – visto che questo ponte collega due provincie ed è molto frequentato”.
Amareggiato il commento di Lino Franzini, presidente della municipalità di Ramiseto: "La chiusura di questo ponte comporterà enormi disagi per lavoratori pendolari, studenti del parmense che si recano a Castelnovo ne' Monti e tutti i cittadini che giornalmente utilizzano questo ponte che unisce la provincia di Parma e quella di Reggio Emilia; il traffico sarà deviato sul ponte di Selvanizza e sul ponte del Lagastrello in provincia di Massa."
"L’Ordinanza di chiusura del ponte mirata a garantire la sicurezza del transito, è stata emessa da entrambi i Comuni e illustra le motivazioni che ne hanno indotto la chiusura; - continua Franzini in una nota - nell’ordinanza non si specifica per quanto tempo il ponte resterà chiuso; la sua riapertura dipenderà dall’ottenimento dei finanziamenti per la progettazione esecutiva e dei tempi di realizzazione dei lavori, vari anni di chiusura sono da mettere in programma, una vera tragedia per i paesi montani dell’alta Val d’Enza, già molto carente di infrastrutture viarie, le ultime realizzate su questi territori risalgono agli anni ’60.
I Cittadini sono increduli, non comprendono come si possa arrivare alla chiusura di un ponte che collega due province a causa della mancata manutenzione straordinaria alle strutture portanti del ponte; l’ultimo intervento di manutenzione alle strutture risale alla fine degli anni 70’ quando l’alluvione del 1972 danneggiò questo ponte e si portò via anche il ponte che univa le frazioni di Cecciola a Nirone.
Chiudere un ponte in montagna significa creare un danno enorme all’economia di questi territori montani e un grande disagio per i cittadini dell’alta Val d’Enza; ci auguriamo che il Presidente della Regione Stefano Bonaccini, gli Enti preposti, l’Assessore alla montagna Barbara Lori e i Consiglieri Regionali Daffadà, Rainieri e Delmonte che conoscono e frequentano questi territori, si impegnino a reperire immediatamente i fondi per la progettazione esecutiva per la sistemazione delle strutture portanti e per l’esecuzione delle opere propedeutiche alla riapertura di questo ponte nel minor tempo possibile.
La Municipalità di Ramiseto si farà carico di segnalare al Presidente della Regione, Stefano Bonaccini di accelerare la tempistica dei finanziamenti, della gara d’appalto e dell’esecuzione dei lavori; al fine di ridurre la tempistica dei disagi e dei danni che la chiusura di questo ponte comporta ad un territorio già sottoposto alle problematiche derivanti dalla recente fusione; questa chiusura inciderà negativamente sulle poche attività commerciali ancora presenti."