“Vorrei lanciare un appello pubblico per sensibilizzare sul tema della disostruzione delle vie aeree e della corretta modalità di alimentarsi”.
Così, Emanuela Ciuffreda, 38 anni, di Vetto e figlia della compagna di Giuliano Branchetti, la persona tragicamente scomparsa per soffocamento nella serata di martedì 13 nel capoluogo, lancia il suo appello tramite le colonne della nostra testata.
“Pur nella consapevolezza che nel caso di Giuliano, purtroppo, ci sarebbe stato poco da fare, sarebbe utile se da un esempio così tragico potesse scaturire qualcosa di buono”.
“Ci sono attualmente molti e lodevolissimi corsi di rianimazione cardio polmonare e disostruzione delle vie aeree per il personale non sanitario. Questi corsi, che già ci sono e sono preziosissimi e per i quali ringrazio le diverse associazioni del soccorso, sarebbe opportuno che diventassero obbligatori, ad esempio, nei luoghi di lavoro, per ogni lavoratore. Ma mi piacerebbe anche che si riuscisse, almeno a livello provinciale, a coordinare e ad aumentare sensibilmente questa formazione chiamando a raccolta le diverse associazioni di volontariato, la Sanità, il mondo delle associazioni di categoria, i sindacati, ma anche gli enti pubblici”.
Quanto accaduto, in quale modo potrebbe aiutare a cambiare le cose?
“Sicuramente questo sarebbe un primo passo. Credo che, oggi, siano ancora davvero poche le persone che sanno attuare queste manovre. Eppure, se questo appello fosse accolto, credo si potrebbe pensare davvero a innalzare gli standard di sicurezza a tutela della vita umana”.
Nel vostro caso, però, questo non sarebbe comunque servito.
“La situazione, purtroppo, era estremamente grave. Eppure, se si educa sin da piccoli alle corrette modalità di alimentarsi, potremo sicuramente prevenire casi simili in futuro. E, comunque, anche laddove l’ostruzione delle vie aeree possa presentarsi è fondamentale avere il maggior numero di persone possibili formate a riguardo. Anche situazioni non gravi, purtroppo, possono evolvere al peggio se non prese in tempo e con le dovute manovre”.
Cosa si aspetta dopo questo appello?
“Che dalle scuole alle aziende, dalle associazioni di volontariato agli enti pubblici, ci si possa trovare e pianificare un modo nuovo per affrontare questo problema. Se qualcuno volesse contattarmi credo che potremo realizzare questo sogno: il modo migliore per ricordare Giuliano”.
Voi – lei con i corsi in Croce Verde e sua madre, Antonietta, infermiera - avete partecipato direttamente alle manovre di soccorso, in attesa dell’arrivo del 118.
“Sì. E questo ci ha aiutati, oltre a che attuare la manovra, a mantenere sotto controllo il panico, che inevitabilmente ti assale”.
Un suo ricordo di Giuliano.
“Il suo affetto per noi e Federico, l’amore che aveva per la vita, ma anche per il prossimo”.
Oggi a Vetto il funerale alle ore 15.30 nella parrocchiale di Vetto l’ultimo saluto a Giuliano Branchetti. Ieri sera una folla raccolta ha partecipato alla recita del Santo Rosario.
Partecipo al vostro dolore e sono vicina soprattutto a Federico che è stato mio studente.
Credo sia auspicabile una formazione adeguata, per cercare di evitare queste tragedie, specialmente rivolta a chi lavora nell’ambito della ristorazione.
Vi ringrazio e Vi abbraccio forte.
Cecilia