In questi ultimi giorni circolano volantini che accuserebbero Ivano Chiapponi, presidente del Rifugio Matildico, di essere il responsabile dell’estensione del divieto di caccia anche nella zona di sua competenza, nonostante comunque questa decisione sia stata presa dalla regione Emilia-Romagna.
La questione riguarda l’allargamento, deciso dalla Regione, del divieto di caccia che include, appunto, l'area del Centro di recupero della fauna selvatica.
Ivano non nega che questo provvedimento gli porti un certo sollievo, dal momento che i cacciatori ovviamente spaventano i suoi animali, e non nega neppure che la sua struttura probabilmente possa aver influito indirettamente sulla decisione finale, ma ci tiene a specificare che da parte sua non c’è mai stata una richiesta ufficiale di estensione del divieto.
“Sono molto dispiaciuto”, ha dichiarato Chiapponi quando gli abbiamo chiesto un commento sulla vicenda. “Credo che ci sia stata una reazione eccessiva nei miei confronti, anche perché il nostro centro è un servizio che facciamo per la provincia e per la regione con l’intento di reinserire nel territorio la fauna selvatica, e la nostra attività paradossalmente dovrebbe andare a beneficio dei cacciatori stessi. Fino ad ora, per esempio, dall’inizio dell’anno abbiamo già liberato una trentina di lepri e parecchi caprioli. La soluzione a tutto questo dovrebbe essere un rapporto amichevole e soprattutto di rispetto reciproco”.
Ivano Chiapponi è il presidente del Rifugio Matildico, il centro di recupero della fauna selvatica che nasce nel 2011 per rispondere alle numerose problematiche relative alla fauna autoctona del territorio. Il suo lavoro e quello dei suoi volontari consiste nell’accudire e curare gli animali fino al loro successivo reinserimento in natura, ma questi ragazzi si occupano anche di altre attività di soccorso e recupero, alcune delle quali possono occupare anche intere nottate.
Alla base di tutto ovviamente, per riprendere le parole di Ivano, “c’è un’enorme passione per la natura e i suoi animali”, un sentimento talmente forte che gli viene riconosciuto da chiunque lo conosca.