“E’ la tempesta perfetta dei costi energetici delle imprese agroalimentari e le nostre imprese sono le prime vittime e rischiano di essere spazzate da questa tempesta. Anche perché è sempre più difficile lavorare non sapendo cosa succederà tra 15 giorni o un mese: non si riesce più a programmare”.
Francesco Caselli, presidente Lapam Alimentazione, denuncia la difficile situazione in cui si trovano ad operare le imprese del settore: l’incremento dei costi dell’energia elettrica e del gas hanno causato negli ultimi 12 mesi rincari addirittura fino al 500%, aumenti alimentati da fattori oggettivi e dalla forte spinta della speculazione.
Il presidente Caselli sottolinea la necessità di contrastare con vigore il caro bollette con interventi massicci da parte del governo, potenziando le misure già adottate dall’attuale esecutivo, prevedendo l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la riconferma del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore e, non da ultimo, arrivare a stabilire un limite europeo al prezzo del gas.
“Parallelamente agli interventi per l’immediato - spiega il presidente Lapam Alimentazione -, occorre adottare anche misure strutturali e prevedere soluzioni di lungo periodo come l’aumento dell’estrazione del gas nel nostro Paese o una diversificazione di tutte le fonti di approvvigionamento. In aggiunta a ciò, imprese e famiglie dovrebbero poter essere agevolate sull’autoproduzione energetica con il fotovoltaico, anziché trovare molto spesso ostacoli di tipo burocratico. A questi costi – aggiunge Caselli - sono da assommare inoltre i forti incrementi dei prezzi delle materie prime, nonché i costi di produzione, come quello per gli imballaggi, dalla plastica al vetro fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti. Nonostante il settore agroalimentare italiano registri buoni incrementi dall’export e il nostro territorio reggiano sia tra quelli trainanti sotto questo punto di vista, vanno ugualmente a incidere sullo scenario l’enorme debito pubblico che impedisce manovre extra bilancio e le forti dipendenze estere in campo energetico e agricolo”.
Due, secondo il presidente Lapam Alimentazione, i fattori contingenti che contribuiscono ad aumentare i pericoli per il Paese: “L’incertezza determinata dall’evolversi della guerra russa in Ucraina e dalle fluttuazioni dei prezzi delle commodity alimentari e l’inflazione, che ha ripreso a galoppare come non si vedeva da parecchio tempo. Fino a questo momento le imprese hanno evitato di scaricare l’incremento dei costi sui prezzi al consumo, nella maggior parte dei casi lavorando anche in perdita, ma queste scelte non possono essere irreversibili. Se la corsa del prezzo del gas continuerà anche in autunno rendendo impossibile onorare le bollette, le imprese si ritroveranno a dover applicare una sospensione o una forte limitazione alla produzione con il rischio concreto di andare incontro alla definitiva chiusura. E allo stesso modo, se le famiglie si troveranno ad affrontare un costo più elevato dell’energia i consumi rallenteranno".
"Non c’è più tempo” è l’allarme lanciato da Caselli e conclude: “Le imprese sono appena riuscite faticosamente a ripartire dopo i lockdown motivati dalle misure anti Covid, non possono rischiare di ritrovarsi in una nuova e più pesante recessione. A fronte di questi scenari diventerebbe necessario ricorrere alla cassa integrazione determinando notevoli ripercussioni sociali”.