Hackerato il profilo social del don. Questa volta è accaduto a un sacerdote della nostra montagna che, suo malgrado, ha visto il solito sistema anonimo penetrare nel suo profilo Facebook, abitualmente utilizzato per divulgare pensieri di natura cristiana e anche, con grande costanza, la diretta di messe o rosari. Un modo nuovo per raggiungere le persone anche nelle case.
Quello del furto di identità sui social è un fenomeno che purtroppo è in costante crescita. Proprio mentre riceviamo un avviso sul blocco della pagina Facebook di Redacon dove, per scongiurarlo, dovremmo fornire i nostri dati a un sito con un dominio quanto sospetto…
Diversissimi i modi per hackerare un profilo, provando a carpire i dati di accesso o per tentativi di bot o per truffe tramite avvisi, e-mail, messaggi che invitano a dare i propri dati o semplicemente cliccando un link che opera come un virus.
Nel caso del nostro sacerdote, il sistema o l’hacker come prima cosa ha cambiato la sua immagine di profilo sostituendola con quella di un’avvenente signora o signorina sull’attenti, in abiti attillati, probabilmente per agevolare e perpetrare la sua truffa di identità con gli amici del don. E invece, come in un film a lieto fine, sono proprio questi ultimi che si sono prontamente accorti dell’accaduto e hanno provveduto a informare il religioso attualmente fuori paese. Moltissimi i messaggi di solidarietà e anche qualcuno scherzoso “che cambiamento don!” “una strategia pastorale che reputo inefficace”.
“L’unico commento che posso fare – commenta sconfortato il religioso a Redacon - è che questo è il mondo e il modo in cui siamo chiamati a vivere e a testimoniare il bene, anche il mondo dei social e del virtuale, coi suoi pro e i suoi contro”.
Mentre il don si è attivato per riacquisire l’identità, Facebook ricorda che in caso di violazione del profilo è necessario visitare l'apposita pagina di supporto e provare a ripristinare l'account con le opzioni messe a disposizione da Facebook stesso.
Anche volendo prenderlo con ironia, mi sembra un “segno” poco entusiasmante dei nostri tempi, dei quali può considerarsi uno degli specchi, mentre una volta, quando eravamo più “arretrati”, penso che gesti o scherzi del genere – attuati ovviamente con mezzi diversi, in assenza delle odierne tecnologie – avrebbero comunque risparmiato un sacerdote, sull’onda del vecchio proverbio “scherza coi Fanti ma lascia stare i Santi”.
P.B. 03.09.2022