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La Pietra conquista anche Stefano Accorsi: “Qui storia, natura e spiritualità hanno creato un connubio unico”

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I montanari reggiani hanno un motivo in più per sentirsi orgogliosi del proprio territorio, dopo la visita di Ligabue a Cervarezza anche Stefano Accorsi ha voluto dedicare una lode all’Appennino pubblicando sul proprio profilo Facebook bellissime parole per la Pietra di Bismantova.

“’Montasi su in Bismantova in cacume/ con esso i piè; ma qui convien ch’om voli’, sono versi del IV canto del Purgatorio nei quali Dante Alighieri cita la Pietra di Bismantova. Secondo le ricostruzioni, il poeta vide la Pietra durante un viaggio nel 1306 e rimase talmente colpito dal suo aspetto da inserirla nella Divina Commedia; c’è chi sostiene, addirittura, che modellò l’immagine del monte del Purgatorio secondo la sua foggia. Cos’ha di così speciale questa montagna? Formatasi 15 milioni di anni fa in quello che oggi è territorio del Comune di Castelnovo ne’ Monti nell’Appennino Tosco-Emiliano, la Pietra di Bismantova si staglia sull’ambiente circostante come una nave in mezzo al mare; la sommità è uno spazio pianeggiante, senza una vera cima, e le pareti scendono a strapiombo.

Il suo profilo è inconfondibile, per questo lo stupore che suscita in chi la vede è rimasto immutato nei secoli; qui storia, natura e spiritualità hanno creato un connubio unico. Siamo all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, la biodiversità di questo ambiente è molto ricca e sono tantissime le specie tra flora e fauna che lo popolano, al punto che il territorio è stato riconosciuto come Riserva dell’Uomo e della Biosfera dall’UNESCO.

La sua particolare conformazione la rende molto accessibile: una meta ideale per chi ama semplicemente passeggiare nella natura, anche con i bambini, ma anche per i più sportivi e gli appassionati di arrampicata che arrivano da tutto il mondo. Un tempo i pellegrini raggiungevano scalzi l’eremo dedicato alla Madonna del Latte situato ai piedi della Pietra, oggi il santuario, ricco di affreschi del XV secolo, è stato restaurato ed è anche sede di un centro polifunzionale. L’obbiettivo finale è lo stesso per tutti: raggiungere la parte più alta per ammirare il meraviglioso panorama.

Vi avverto, dopo la visita potreste sentirvi nostalgici, ma non vi preoccupate, siete stati colpiti da quello che i locali chiamano “mal d’la Preda” (il male della Pietra), per curarlo vi basterà tornare a visitarla!” - si legge in un post sulla sua pagina Facebook.

Il noto attore è testimonial dell’offerta di arte e cultura della Regione raccontando le bellezze emiliano-romagnole con video, post e podcast sui suoi profili social e tra città d’arte, monumenti e scorci splendidi non poteva di certo mancare la “Preda”.