È uno degli eventi più attesi della Fiera di San Vitale, Lassociazione torna a Carpineti domenica 28 agosto.
“Mi sono innamorato di Carpineti – ci racconta Gigi Cavalli Cocchi – durante la registrazione di “Tabula rasa” e nel 2014 Massimo Zamboni mi ha convinto a comprare casa. Carpineti per me è casa. Per tutti noi l’Appennino è casa, non potremmo immaginare di vivere altrove. Vivere in montagna è un concetto di appartenenza e di resistenza, è un territorio che nel tempo si è spopolato perchè è più difficile viverci ma ti fa capire anche quanto sia un valore. Ma il vento sta cambiando, si sentono tante storie di borghi che tornano ad essere abitati, lo vedo anche qui da noi, famiglie che scelgono una dimensione meno facile ma più umana.”
È forte la presenza dell’Appennino nella musica, nelle canzoni che sanno di bosco e legno, raccontate dall’antico dialetto di crinale.
“Il dialetto è stato fortemente voluto con il primo album, Giorgio Riccardo Galassi ha fatto un enorme lavoro di ricerca della lingua. Ci siamo lasciati “invadere” culturalmente un po’ da tutto, come sempre ci sono aspetti positivi e negativi, sicuramente aiuta ad aprire la mente ma allo stesso tempo tendiamo a rimuovere il nostro modo unico di essere. Una volta parlare il dialetto era volgare, da persone senza cultura, non si tiene conto che invece è espressione di una fortissima identità, è appartenenza, cultura e resistenza e lo viviamo consci di questa importanza.”
Si alterneranno sul palco le canzoni, non mancheranno quelle dell’ultimo album "Di Cani di Lupi e d’Umani".
“Sentiamo molto vivo il ritorno alla nostra natura primordiale, è la storia di un cane che fa parte di un branco che tira una slitta, condivide con gli altri lo stato di sottomissione e di condizionamento ma sente di doversi staccare e tornare lupo. È una rappresentazione di quello che sentiamo, riappropriarsi di una spontaneità, di un modo di vivere quasi antico con valenza positiva, l’idea di tornare all’essenziale. Tra le recensioni al disco ce n’è stata anche una di un giornale straniero che ha molto apprezzato il nostro lavoro, per noi è gratificante ma è anche segno che nella nostra musica hanno ritrovato dei valori che sono universali. E abbiamo voluto raccontarli con la dialettica dei romanzi del 900, da qui Jack London, ci piaceva molto come allegoria e atmosfera.”