In seguito all'intervento del comitato "Salviamo le cicogne", che ha reso pubblico il contenuto del piano di fattibilità che il presidente Bonaccini ha commissionato all’Ausl, arrivano alcune precisazioni dall'azienda sanitaria.
"Nel caso di Castelnovo ne’ Monti il percorso di riapertura coincide con un importante piano di investimenti sull’ospedale, per 10 milioni di euro, di cui tenere conto per tornare ad avere un punto nascita sicuro ed efficiente. - si legge nella nota dell'Ausl - L’Azienda ha infatti più volte comunicato pubblicamente l’insieme degli interventi strutturali riguardanti lo stabilimento ospedaliero di Castelnovo ne’ Monti, costituito in parte dai progetti del cosiddetto “Sant’Anna Plus” (risalente al 2017, per il quale restano lavori per quasi 3 milioni di euro), a cui si sono aggiunti successivamente i lavori di consolidamento sismico degli edifici per i quali è stato ottenuto un finanziamento nell’ambito del PNRR di oltre 7 milioni di euro."
"Su questo, il comunicato stampa più recente è del 14 aprile scorso, scritto successivamente all’incontro pubblico svoltosi a Castelnovo ne’ Monti il 9 aprile 2022, nel corso del quale il livello di dettaglio del susseguirsi dei lavori era stato chiaramente esplicitato.
È del tutto coerente, quindi, che nello studio di fattibilità sulla riapertura del Punto nascita l’Azienda abbia tenuto conto dei tempi necessari all’esecuzione e al completamento dei lavori strutturali programmati da tempo e già finanziati.
La data del 2026 coincide con il limite massimo entro cui i lavori strutturali finanziati dal PNRR devono essere completati, compreso il disegno progettuale murario, ed è quindi stata inserita come termine massimo, non come l’anno di riavvio del Punto nascita."