Nel corso degli anni il conservatorismo ha visto una pluralità di declinazioni, anche a seconda dei vari e differenti contesti, come il vederlo definito illuminato, o sociale, ecc … ma nell’immaginario collettivo è stato convenzionalmente e solitamente inteso quale “arroccamento” di taluni ceti sociali nel voler ostinatamente difendere e conservare vantaggi, prerogative e privilegi, di natura soprattutto economica.
Il che ha non di rado prodotto frizioni e controversie tra l’una e altra categoria - anche con punte di astiosità - andatesi poi stemperando mano a mano che si sono ampliati i confini del benessere reddituale, così che “l’oggetto del contendere” ha cominciato via via a spostarsi, pendendo maggiormente verso il terreno dei valori, unitamente a tradizioni, usanze, comportamenti …, con annesse attese e prospettive.
Verrebbe da dire che le questioni materiali, pur sempre attuali e presenti, hanno via via ceduto spazio a quelle immateriali, con non pochi “conservatori” schierati e protesi a “custodire” un sistema valoriale e identitario considerato a rischio di venir sopraffatto da permissivismi, comportamenti e contegni visti quali “disvalori” (e guardati invece da altri come irrinunciabili conquiste della “modernità”, semmai da implementare)
Oggi hanno ripreso quota le preoccupazioni di tipo economico, basti pensare al “caro bollette”, ma più d’uno resta comunque convinto della esistenza di un contestuale “problema valori” - ritenuto affatto secondario per una molteplicità di ragioni - valori che si vanno esaurendo, o già persi e che andrebbero per quanto possibile recuperati, mentre per altri si tratta invece di questione poco irrilevante, se non inesistente.
Ognuno di noi è ovviamente libero di pensarla come crede, incluso pertanto chi opta anche per il “conservatorismo dei valori”, quale legittima difesa del nostro patrimonio valoriale, alla stregua di chi punta a salvaguardare l’integrità ambientale o le vestigia del passato, ed è altresì naturale che tali “conservatori” cerchino tra corpi sociali e forze politiche chi può rappresentare le proprie tesi, e farsene nel contempo paladino.
P.B.