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Tra le Pink Ambassador di Fondazione Umberto Veronesi di Modena e Reggio c’è la carpinetana Francesca Cabassi

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Dalla battaglia contro i tumori femminili che interessa, o almeno dovrebbe interessare, tutta la società civile, ma proprio tutta, nessuno può chiamarsi fuori.  Tesi questa assodata e inoppugnabile supportata da anni di importanti risultati raggiunti grazie all’impegno di molti a supporto della comunità scientifica.

Ma chi agisce in concreto, quotidianamente, e come in questo ambito?

Sul campo a lottare c’è di certo una donna d’Appennino: Francesca Cabassi. La giovane carpinetana è davvero in prima linea. Sconfitta la malattia, ha indossato la corazza composta da pantaloncini corti neri e maglietta rosa ed ora corre per raggiungere obiettivi importanti. Da pochi mesi è l’unica montanara diventata Pink Ambassador di Fondazione Umberto Veronesi per le province di Modena e Reggio. Assieme a lei, il gruppo è composto da Martina Caliumi, Maria

Rosignuolo, Linda Marinelli, Raffaella Tommasini, Elisa Montanari, Paola Pezzani guidate dalla coach Monica Bondioli.

Sono donne, colpite da tumore al seno o all'utero o all'ovaio, oggi runner in pista per affrontare una nuova gara. Il loro obiettivo è quello di allenarsi per arrivare a coprire la distanza di 21 chilometri che corrisponde alla lunghezza di una mezza maratona.  Queste atlete si battono accomunate dal concetto che dopo la malattia si può tornare a vivere più forti di prima, anche grazie alla corsa. Sono seguite da un team di esperti costituito da allenatori, nutrizionisti e psicologi che le accompagnano alla scoperta di un nuovo stile di vita incentrato sulla conoscenza profonda del proprio corpo ma anche delle proprie emozioni a volte di difficile governo e o esternazione.

I primi gruppi di Pink Ambassador nascono a Milano nel 2014 e ora si stanno diffondendo via via in diverse parti d’Italia con lo scopo di portare sempre più all’attenzione del mondo l’imprescindibile necessità della ricerca scientifica e dell’importanza della prevenzione. A tale scopo, tramite diverse iniziative, le 270 Pink Ambassador sostengono campagne di raccolta fondi tese a finanziare borse di ricerca per medici e ricercatori che hanno deciso di dedicare la propria vita allo studio e alla cura dei tumori tipicamente femminili.

Già di per se il solo numero 55.000 (cinquantacinquemila!!!) è sufficiente a giustificare il sostegno richiesto e necessario. 55.000 (cinquantacinquemila!!!)  corrisponde alla quantità di donne italiane alle quali ogni anno è diagnosticato un tumore al seno. Fortunatamente grazie al progresso scientifico oggi, circa il 90% di questi tumori incontra un’evoluzione favorevole se individuato in fase iniziale. Da qui è dunque essenziale sottolineare l’importanza della prevenzione.

La sintesi dell’impegno delle Pink Ambassador trova concretezza nel supporto del lavoro quotidiano dei ricercatori e nell’educazione alla prevenzione. La scoperta di soluzioni innovative nella diagnosi precoce e nuove terapie per affrontare in modo efficace i tumori che colpiscono le donne sono gli obiettivi che si danno i medici e gli scienziati che dedicano il loro tempo e i loro studi a questi ambiti.

Francesca, dopo essere stata colpita dalla malattia durante il periodo pandemico, ha scelto con caparbietà di trasformare in energia positiva tutta la frustrazione derivante dalla mancata possibilità di condivisione della propria situazione subita durante il percorso di guarigione.  Avendo conosciuto la solitudine derivante dall’impossibilità di un confronto con chi stava percorrendo la sua stessa strada, ha incontrato una realtà che le sta dando la possibilità di recuperare. Poter avere vicino persone che hanno in comune con lei un vissuto analogo è di sicuro stimolo. I fattori positivi legati ai concetti di guarigione e rinascita hanno il sopravvento e risaltano con colori brillanti su uno sfondo di una scena che ritrae contesti di guerra. Perché si, è di guerra che si sta parlando. Quella che ogni giorno i ricercatori combattono contro la malattia grazie agli importanti studi svolti. Ma ci si riferisce anche alle singole battaglie combattute da ogni singola donna contro la propria malattia.

Francesca così si esprime: “Offro la mia testimonianza, attraverso un’attività impegnativa come la corsa, per infondere coraggio agli altri, dimostrando che, anche dopo la diagnosi, la vita può essere normale. Invito caldamente tutte a fare gli screening, ma non solo. Grazie alla ricerca, oggi i tumori sono molto più curabili, le terapie sono ben tollerate. Serve dunque continuare ad investire nella ricerca perché sono stati fatti passi da gigante! E’ normale avere paura ma non bisogna mollare. Lo stile di vita che abbracciamo e lo stato d'animo con cui affrontiamo le cose possono fare la differenza. Mi faccio portavoce di un messaggio di speranza e di fiducia verso la comunità scientifica e verso le altre persone che curano questo progetto. Mi riferisco sia a Fondazione Umberto Veronesi che alle altre Pink Ambassador che, come me, hanno deciso di sposare questo programma dedicandoci tempo e ‘mettendoci la faccia’. E’ assolutamente necessario superare le proprie reticenze a parlare della malattia anche in Appennino. Io e le altre Pink Ambassador siamo convinte che la condivisione possa essere di grande aiuto per tutte”.

Le parole di Francesca Cabassi trovano forza e conferma anche dai pensieri delle sue compagne di squadra:

Elisa così si esprime: “Con le Pink Ambassador ho trovato nuove amiche e nuove compagne con cui affrontare il viaggio verso la rinascita dopo la malattia”.

“La malattia ti insegna che ci si può ammalare. Proprio tu. Anche tu. Ma la malattia ti insegna anche ci sono le cure, la ricerca, la medicina e … le persone, proprio come le Pink Ambassador. E tu vivi”. Questo è ciò che vuole sottolineare Raffaella.

Maria fa una sintesi delle sue considerazioni citando una frase di Enrico Berlinguer: “Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”.

"Dove hai trovato la forza?", è la domanda posta a Linda che così risponde: "Siamo donne, tesoro, la forza trova noi!”

Questa è la voce di Monica: “Correre per dimostrare che il tumore può essere anche un’opportunità di rinascita”.

Le testimonianze raccolte confermano ciò che le Pink Ambassador Modena e Reggio dicono di loro stesse, che è anche un po’ il loro motto: “mordiamo la vita”.

Queste donne-atlete-guerriere danno appuntamento ai loro supporters il 28 luglio 2022 alle h 20 al Capanno Lake Bar in Via Pianderna a Scandiano per una passeggiata di 3,5 chilometri seguita da un pic nic. E’ l’occasione questa per conoscere le Pink Ambassador e sostenere la raccolta fondi destinata a Fondazione Umberto Veronesi.

(Info e prenotazioni (obbligatorie) scrivendo a [email protected])

(Donazioni: insieme.fondazioneveronesi.it/user/monica-bondioli/ )