“I punti che vogliamo realizzare nella montagna di latte sono diversi. C’è un bosco di crinale che adesso è regolamentato dagli usi civici dove c’è una gestione e invece i boschi di media montagna non sono governati. La biodiversità, e su questo ci stiamo lavorando, con colture foraggiere nuove grazie anche a un progetto fatto dalla Bonifica di Reggio Emilia dove si fissa il carbonio ed è un altro passaggio importante sul quale dobbiamo investire, tutto quello che sta succedendo adesso dice che la strada da perseguire è questa. Sfruttamento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, noi abbiamo una fortuna incredibile perché c’è l’acqua, c’è l’aria, c’è il vento, ci sono le biomasse forestali, ci sono una serie di partite che noi non possiamo lasciare governare ad altri, il nostro impegno è proprio di lavorare su questi aspetti. Inoltre abbiamo allargato anche alla città di Reggio Emilia, diventata area di Mab Unesco, perché anche il comune capoluogo della nostra provincia si deve preoccupare di mantenere i cittadini in montagna perché se andiamo via tutti vuol dire che dopo i problemi vengono al comune di Reggio Emilia a mantenere vivo il territorio.”
Con queste parole il sindaco Enrico Bini ha portato l’esperienza del progetto pilota dell’Unione montana dell’Appennino reggiano alla seconda giornata della conferenza regionale per la montagna 2022 che si è tenuta a Tizzano Val Parma il 20 luglio.
Un’occasione per fare il punto sulla montagna di oggi e per immaginare quella di domani con gli attori protagonisti del territorio, il presidente Stefano Bonaccini e l’assessora alla montagna Barbara Lori.
“Siamo qui per raccontare due anni di lavoro in un contesto difficile ma soprattutto per ascoltare e confrontarci, per stringere alleanze sempre più forti, per condividere progetti e prospettive per i territori che sappiamo essere ricchi di complessità ma anche ricchi di tantissime opportunità. – evidenzia l’assessora Lori - Occuparci della montagna vuol dire prima di tutto lavorare per garantire ai suoi abitanti quei diritti di cittadinanza e di equità che sono alla base dei principi democratici a cui da sempre l’azione della nostra regione si ispira. Occuparci della montagna vuol dire farci custodi di culture, storie, tradizioni che fanno grande la nostra regione in cui affondano le nostre radici. Occuparci della montagna significa anche rispondere alla necessità di una più efficace cura, gestione e conservazione dei luoghi + periferici del paese spesso custodi di quel capitale naturale così prezioso. Occuparci della montagna significa concepire un nuovo equilibrio sociale, ambientale complessivo pensando al territorio regionale nel suo complesso favorendo scambi, sinergie, collaborazioni e visioni tra le zone più densamente urbanizzate e le aree di cintura.”
E tanto è stato fatto in questi anni, solo in provincia di Reggio Emilia dal 2016 sono stati assegnati finanziamenti pubblici per 151,4 milioni di euro, e tanto verrà fatto. Tra gli interventi principali in questa legislatura: il bando per l’acquisto e/o la ristrutturazione di una casa in montagna, che ha assegnato contributi a fondo perduto a giovani nuclei familiari: 116 le domande accolte per un contributo totale di 3,3 milioni di euro. Il programma straordinario di investimenti post pandemia ha portato ai comuni montani reggiani risorse per 1,2 milioni di euro, mentre per sostenere interventi di rigenerazione urbana con il recupero di edifici pubblici dismessi e l’attivazione di nuovi servizi, sono stati finanziati progetti per 3 milioni di euro. Sette le imprese reggiane che hanno usufruito del finanziamento regionale di 800 mila euro per sostenere i processi di innovazione industriale e l’assunzione di personale. Mentre 918 tra aziende e liberi professionisti si sono avvalsi del taglio dell’Irap sotto forma di credito di imposta, per un importo di 3,3 milioni di euro. Per quanto riguarda le risorse del Fondo montagna dedicato alla manutenzione delle strade, agli interventi nel reggiano sono andati oltre 1,6 milioni di euro. Grazie al Piano regionale per l’impiantistica sportiva, sono 4 i progetti di altrettanti comuni finanziati al momento nell’Appennino reggiano con un contributo regionale di 1 milione di euro. Dal Piano di ripresa e resilienza nazionale, per i comuni montani del reggiano sono già stati stanziati 4,2 milioni di euro per le case della salute, 2,7 milioni per gli ospedali di comunità e oltre 2 milioni di euro per telemedicina e ammodernamento tecnologico ospedaliero.
“Viviamo un momento storico complesso, ricco di sfide, ma anche di possibilità senza precedenti che non possiamo mancare - sottolineano il presidente Bonaccini e l’assessora Lori-. Abbiamo a nostra disposizione gli strumenti per impostare politiche innovative, che mettano al centro i giovani, il lavoro, l’ambiente. E l’Appennino può e deve essere il banco di prova privilegiato di una nuova stagione di crescita, più attenta alle risorse naturali, più equa, dove ridurre le distanze sociali e territoriali, dove creare sempre di più le condizioni per attrarre e far rimanere le persone, soprattutto famiglie, ragazze e ragazzi. Creando per tutti nuove opportunità di vita e di lavoro”.
Di seguito l'intervento integrale del sindaco Enrico Bini.