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Granfondo Matildica, Fausto Giovanelli: “L ‘Appennino deve dire grazie a Valentino Iotti”

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Il presidente del Parco Nazionale, Fausto Giovanelli, interviene sulla Granfondo Matildica per ricordare Valentino Iotti.
"L 'Appennino deve dire grazie a Valentino Iotti - esordisce Giovanelli - che non è più tra noi. Ma ci sarà domenica a pedalare con molte maglie a lui dedicate nella gran fondo ciclistica sulle strade della nostre colline e montagne. Moltissimi non lo hanno conosciuto e non lo sanno ma è grazie al suo impegno continuo di ideatore, promotore e organizzatore tuttofare che migliaia di reggiani di pianura amanti della bici hanno conosciuto le curve, i tornanti ,le discese e le salite delle strade di Appennino. E poi si sono affezionati, ci sono tornati da ciclisti da turisti da padri di famiglia o in compagnia avendo respirato i luoghi, il paesaggio e le emozioni indelebili che lascia la sana e ricercata  fatica della bicicletta. Con l’ edizione di quest' anno siamo a 50 . E di essa si può dire che sta al ciclismo in Appennino come la marcialonga sta allo sci di fondo in val di Fassa. Per il nostro territorio più importante del Giro d Italia".
"La vecchia Granfondo dell'Appennino Reggiano - sottolinea - giustamente ribattezzata “Matildica”, non invecchia. Anzi, diventa campionato europeo. E ancora importante per il territorio. La bicicletta, un tempo mezzo di spostamento dei poveri, utile soprattutto per la pianura, è oggi simbolo di buon vivere e salute, di sport e benessere, di mobilità sana ed efficace. L'introduzione della Mountain Bike e delle e-bike hanno segnato un salto impressionante. Ora c'è una vera Bike-Economy in crescita.
I più grandi centri turistici marini e soprattutto montani fanno a gara per organizzare manifestazioni e competizioni ciclistiche; città e valli alpine dai nomi altisonanti si impegnano per inaugurare corsie e percorsi ciclabili".
Poi il presidente ricorda : "Abbiamo recentemente ospitato a Castelnuovo ne' Monti un passaggio del percorso di Appennino Bike-Tour, una manifestazione mirata a far crescere i valori turistici ambientali e culturali dell’uso della bicicletta anche in montagna e in tutto l’Appennino italiano.Ma c’è anche, chi è chiuso nel chiuso del proprio guscio o ente è sordo a tutto questo . Il Parco Nazionale incontra ancora molte difficoltà e incomprensioni ogni volta che propone di riservare una parte della sede stradale a ciclisti e pedoni . Le città si comportano meglio. A Cerreto Laghi, alle fonti di Poiano, attorno alla Pietra di Bismantova, luoghi di turismo, sono in cantiere , non con poche difficoltà, percorsi ciclabili e pedonali. In Svizzera, Austria e Olanda vengono realizzati di regola lungo le strade  questi percorsi pedonali e ciclabili con il consenso e anzi sotto la sollecitazione degli abitanti. Qui molto cammino resta da fare".
E conclude: "Tuttora in Appennino, a parte alcune tratte, la viabilità ordinaria è sufficientemente libera da carichi di traffico da poter ospitare bene il passaggio di ciclisti. Servirebbe almeno una diffusa e buona segnalazione ,l’obbligo di rispetto delle distanze di un metro e mezzo nel superamento dei ciclisti. Ci dovrebbe essere per questo una segnalazione diffusa come alcuni comuni e province hanno cominciato a fare. La Granfondo di quest'anno 2022,nel suo 50° compleanno, unica prova del campionato europeo, ha i titoli per essere testimone e promotore di quest’ appello. Le strade di Appennino sono bellissime per ospitare i passaggi di ciclisti, cicloturisti provenienti da vicino e da lontano. Facciamo in modo di accrescere accoglienza  sicurezza e anche rispetto. Devono sentirsi a casa loro, in un ambiente che li rispetta, in un paesaggio che li rispetta dove è rispettato chi per turismo, per diletto , per benessere fisico o per amore dello sport usa questo ultramoderno mezzo di spostamento: la bicicletta".