Silvia Ibatici, originaria di Corneto di Toano, ha superato con 180 punti su 200 il primo esame del Chinese Proficiency Test o HSK (Hanyu Shuiping Kaoshi) riconosciuto a livello internazionale, in linea con il Chinese Language Proficiency Scales for Speakers of Other Languages e con il Common European Framework of Reference (CEF).Il corso di cinese, organizzato dall'associazione "Quarta Dimensione" di Cavola, era iniziato alla fine del 2021 e si è protratto fino a giugno scorso.
Silvia, da cosa è nata l'insolita idea di dedicarsi allo studio della lingua cinese?
Sono laureata in lingue europee ed avvertivo la curiosità di approfondire i miei studi con una lingua meno confortevole. Poi, complice il lungo periodo di pandemia che ci ha costretti a rimanere a casa, ho deciso di cogliere l'opportunità di questo corso.
Come si è strutturato il corso?
Il corso è stato realizzato interamente su piattaforma online, ma grazie alla capacità dell'insegnante Pier Luca Benini, non è stato mai scontato o noioso.
Il cinese non deve essere una lingua facilissima...
No, affatto, la lingua cinese risulta per noi occidentali particolarmente difficile perché, a differenza della nostra, non è una lingua alfabetica, ma una lingua composta di caratteri, gli ideogrammi. Ad ogni ideogramma, per semplificare, corrisponde una parola. Il corso, poi, comprendeva sia la scrittura che la parte orale.
Dalla frequenza al corso alla tenacia di sostenere un esame. Perché?
In effetti, del corso al quale ho partecipato, insieme ad una decina di persone, sono stato l'unica a sostenere l'esame di certificazione. Credo che questo sia derivato dal mio retaggio culturale e dal mio pregresso percorso di studi, che mi hanno spinta a richiedere la certificazione delle competenze acquisite, come parte dell'esperienza di apprendimento.
Quindi ora è diplomata anche in lingua cinese! Questo le sarà utile a livello lavorativo?
Ho ottenuto la certificazione del livello basico, quello che, per intenderci, corrisponde ad un livello A1. Attualmente sono responsabile del servizio clienti per i mercati esteri di un'azienda e per lavoro mi capita di interagire anche con clienti appartenente al mercato cinese, ma di solito con loro comunichiamo in inglese. Credo che più che altro l'aver appreso qualcosa della lingua cinese mi abbia aiutato a comprendere parte della cultura orientale. La lingua è sempre l'espressione di un popolo e della sua cultura, delle sue tradizioni e della sua storia. In questo senso il docente del corso, Pier Luca Benini è stato bravissimo a raccontarci molto della Cina e dei suoi abitanti.
Altri progetti per il futuro?
Attendo le idee della vulcanica Paola Belli, l'organizzatrice del corso al quale ho partecipato, nella speranza di proseguire questa esperienza.
E nel frattempo?
Il corso ha unito persone dalle età e dalle storie differenti, che però hanno formato un gruppo coeso, che ha saputo creare intensi momenti di socializzazione. Ad esempio, a settembre andremo insieme al museo di arte orientale a Venezia e stiamo programmando tutta un'altra serie di attività culturali.
Quindi, esperienza certificata e del tutto positiva.
Assolutamente positiva. Ci tengo a dire che quella di Cavola, che è una realtà piuttosto piccola, è davvero molto ambiziosa, che ha saputo dimostrare di saper affrontare progetti interessanti e innovativi, come quello al quale ho partecipato io.
