Nella prima lettura di questa domenica Gerusalemme è rappresentata come una madre che nutre e delizia i propri figli che hanno fatto ritorno dall’esilio. Si avvera così la promessa del Signore, l’alleanza con il popolo d’Israele; dopo anni di schiavitù e sofferenze, si consoliderà un’era di pace e di prosperità. In questo possiamo vedere l’immagine escatologica di ciò che il Signore preparerà per noi (cfr. Ap 21, 2: «E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo»).
Nella seconda lettura, Paolo conclude la lettera ai Galati cercando di porre fine alla discussione che si era generata in quella comunità tra i pagani convertiti e i cristiani di origine giudaica che volevano che fosse confermato il primato dell’osservanza della Legge. Per farlo l’apostolo ribadisce che con Gesù, che ci ha insegnato come vivere da figli di Dio, siamo salvati attraverso la Grazia e siamo chiamati ad essere nuove creature che camminano alla sua sequela, convertiti dall’annuncio della salvezza.
Infine nel brano del Vangelo leggiamo di Gesù che manda «altri settantadue» discepoli ad annunciare il Regno di Dio. Le istruzioni del signore ci parlano dello stile missionario che il discepolo è chiamato ad adottare affinché la sua missione porti frutto. Anzitutto si parte dalla preghiera, invocando dal Padre il dono di nuove vocazioni («Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!»). Stiamo attenti a non pensare che per “operai” s’intendano solo i consacrati; tutti siamo chiamati, tutti siamo “operai”, non certo per i nostri meriti. Possiamo leggere in questa preghiera la premura di Gesù affinché ognuno possa essere ascoltato personalmente, poiché ogni creatura è preziosa agli occhi del Signore.
Oltre la preghiera, altri segni distintivi del discepolo di Gesù sono la mitezza («vi mando come agnelli in mezzo a lupi») e il distacco dalle cose terrene («non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada»). Anche in questa povertà di mezzi, Gesù sembra darci delle indicazioni per far sì che l’altro si senta utile; quale migliore annuncio di salvezza che non quello di far capire quanto è preziosa la vita di ognuno!
Tutti abbiamo un patrimonio tra le mani e non possiamo sprecarlo; Gesù raccomanda ai discepoli di ricordare anche a coloro che non li accettano che il Regno di Dio è vicino. Sì, è vicino a tutti noi e non possiamo stare a guardare: la vita è un dono straordinario e va spesa per amare, come il Signore della vita ci ha insegnato!
Buona domenica