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Manuela Rontini sulle cooperative di comunità: “Esperienze dall’alto valore culturale, sociale ed economico”

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Manuela Rontini, presidente della Commissione regionale per le politiche economiche

Trasferta in Appennino per la Commissione regionale per le politiche economiche. Un confronto fruttuoso quello avvenuto a Succiso il 27 giugno, nella cooperativa di comunità Valle dei Cavalieri, tra gli attori del territorio e le associazioni di categoria per approfondire il progetto di legge sulla cooperazione di comunità in discussione in Regione. Una legge attesa da tempo dalle cooperative di comunità, speranzose di veder riconosciuta anche la propria natura economica e sociale.

Abbiamo raggiunto Manuela Rontini, presidente della Commissione regionale per le politiche economiche.

Come nasce l’idea di “commissione sul campo”? Come è andata?

“È andata molto bene, è stata una mattinata di lavoro che abbiamo fatto insieme ai rappresentanti delle 3 cooperative di comunità, a Sara Manfredini di Legacoop e Giovanni Teneggi di Confcooperative. L’idea è nata a seguito dell’udienza conoscitiva, quando in commissione approntiamo un progetto di legge c’è una fase di udienza conoscitiva in cui ascoltiamo soggetti esterni e il direttore regionale di Confcooperative Pierlorenzo Rossi mi aveva suggerito di andare anche in loco a conoscere queste realtà, realtà che il vicepresidente della commissione Gabriele Belmonte conosce bene e quindi abbiamo pensato di organizzare una seduta della in loco per confrontarci meglio con i responsabili di queste belle realtà.”

Cosa ha portato con sé dopo l’incontro a livello personale e a livello politico?

“A livello personale ho avuto la possibilità di conoscere persone appassionate di quello che fanno, del lavoro che fanno anche in territori difficili a rischio spopolamento, si percepiva la loro passione anche dall’emozione con cui alcuni di loro sono intervenuti nel raccontare le loro esperienze. Dal punto di vista politico ho capito che queste non sono solo esperienze eroiche ma vanno affrontate con razionalità perché ci hanno raccontato dei numeri interessantissimi. Sono esperienze dall’alto valore culturale e sociale, questo è noto, ma anche dall’alto valore economico. Passare in poco tempo dal rischio chiusura dell’ultimo bar di paese all’attivazione di una cooperativa di comunità che adesso è un’impresa che fa 700mila euro di fatturato annuo ci dice molto sul lavoro che dobbiamo fare. Teneggi l’ha chiamata rivalutazione razionale delle economie comunitarie, non sono solo storie di coraggio ma sono imprese che funzionano anche dal punto di vista della creazione di valore economico e della creazione delle opportunità di un lavoro in territori dove è difficile farlo.”

Si racconta il valore che portano le cooperative di comunità, si parla meno della fatica che c’è dietro.

“Infatti l’idea di legiferare per promuoverle e sostenerle nasce sicuramente dalla consapevolezza del servizio che fanno ai nostri territori in quei luoghi dove non sempre le istituzioni e il pubblico da soli riescono ad arrivare ma anche della fatica che c’è dietro ogni progetto, soprattutto nella fase di start up.”

La proposta di legge ha messo d’accordo un po’ tutte le forze politiche, sintomo che si sente l’esigenza di investire su un territorio di valore, il cammino è segnato?

“Noi andremo in commissione il 5 luglio e in aula il 12 o a fine luglio a seconda del calendario che ci consegneranno i capigruppo, l’auspicio è naturalmente di un’approvazione larga di questo progetto di legge e la discussione emersa per ora in commissione ci fa ben sperare. Al di là del colore politico c’è la consapevolezza diffusa di quanto valgono e della necessità di provare a dare loro una mano non solo con i Gal e i Psr ma anche con una legge e risorse dedicate.”

Un aiuto alle cooperative ma benefici per tutta la comunità?

“Assolutamente sì, la mutualità dell’azione delle cooperative di comunità è uno dei motivi per cui le vogliamo sostenere, l’art. 1 dice proprio questo: “la Regione riconosce il ruolo e la funzione delle cooperative di comunità anche per il contenuto di innovazione economico e sociale nel dare risposte a bisogni comunitari.”

L'intervento di Fausto Giovanelli alla Commissione regionale intervenuto a succiso.

Vorrei anzitutto esprimere a Lei e a tutti i componenti della Commissione il più sentito ringraziamento per la visita e l’incontro di Succiso.
La cooperativa Valle dei Cavalieri è anche, pressoché da sempre, Centro Visita del Parco Nazionale Appennino Tosco – Emiliano e, come tale, è punto di riferimento di molte attività e progetti come “Neve, Natura e Cultura d’Appennino” e in generale di esperienze importanti nella relazione e collaborazione pubblico – privato che il Parco ricerca, sperimenta, pratica come strumento di attuazione della propria missione sul territorio.
L’impegno del Parco Nazionale anche dal punto di vista dell’azione economica e sociale sul crinale e nella molto più ampia Riserva di Biosfera Unesco ci ha portato ad accompagnare con continuità la nascita, la crescita e spesso anche i travagli delle prime cooperative di comunità.
Ci permettiamo per questo alcuni suggerimenti, fondati sulla nostra esperienza sul territorio, sperando possano essere utili sia per il perfezionamento della legge dedicata che passaggi dell’azione legislativa e amministrativa della Regione.
La nostra esperienza ci dice che dal punto di vista economico – sociale, le modeste risorse pubbliche impiegate dal Parco a sostegno delle cooperative di comunità sono state tra i migliori investimenti se non il migliore in assoluto, che ha generato circuiti economici, lavoro, motivazione e capitale sociale e culturale. La collaborazione del Parco con le cooperative non è stata unilaterale e non affidata al trasferimento di risorse, quanto piuttosto alla condivisione di progetti e azioni.
Abbiamo considerato un investimento anche sul capitale umano.
Investimento sulle persone – anche con una dimensione e una visione fiduciaria che a fatica si concilia con la rigidità delle procedure pubbliche, ma che è tuttavia parte essenziale dell’ordinamento giuridico dei rapporti civilistici e del sentire comune. Parlando di cooperative di comunità si parla di una realtà che ha insieme una dimensione privata e una pubblica, una dimensione economica e una fortemente sociale, culturale e umana.
Questa diverse e intrecciate dimensioni sono sicuramente uno dei punti specifici di forza e di valore di queste cooperative e del loro agire rigenerativo del vivere sociale in particolare nelle aree di crinale e nelle piccole comunità.
Sarebbe bene fare tutto il possibile per mettere in valore queste specificità, anche utilizzando e legittimando strumenti giuridici e procedure mutuate dal diritto provato o con comunque dotate di flessibilità e velocità adeguate. Le stesse normative comunitarie e quelle sugli appalti di opere e servizi prevedono procedure differenziate e la fissazione di soglie diverse, in base ai contesti e alle dimensioni degli attori e delle azioni. Quanto la legge afferma e riconosce nei primi articoli deve essere sviluppato in una strumentazione coerente.
In questa legge e in altri contesti normativi regolamentari e deliberativi si propone di:
proporzionare le risorse dedicate dalla legge all’importanza e all’efficacia già dimostrate dalle cooperative di comunità nello svolgere funzioni di rigenerazione (la Regione Toscana ha stanziato…); dare spazio a forme di garanzie sui mutui per incoraggiare l’avvio di nuove attività, superando le iniziali naturali diffidenze; flessibilizzare e velocizzare al massimo modi e tempi del rilascio di sostegni finanziari alle cooperative di comunità in quanto riconosciute come soggetti di interesse pubblico generale; considerare ampiamente l’ammissibilità, alla base sociale, di tutte le persone aventi origini, parentele, proprietà o interessi riconoscibili. Ciò è vero in particolare in riferimento specifico ai borghi montani ove la popolazione residente è a volte in numero volte 10 volte inferiore a quelle titolari e possessori di immobili e residenti per brevi periodi, che sono tuttavia “ritornanti” piuttosto che turisti; considerare essenziali la presenza di funzioni positive di interesse generale in loco, piuttosto che porre liniti all’azione fuori dal territorio di origine; agevolare le cooperative di comunità e introdurre principi di agevolazione rispetto agli affidamenti di servizi locali, entro certe soglie e prevedere uno specifico e attivo sostegno da parte dei programmi Leader.

Ringraziando di nuovo per la visita e l’attenzione si porgono i più cordiali saluti.