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Diga di Vetto, un tema che merita la massima attenzione generale

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Riceviamo e pubblichiamo

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Un tema veramente "scottante", di grande importanza ed attualità che merita la massima attenzione generale.
Da parte dei cittadini, delle associazioni agricole, industriali e del terzo settore, degli ordini professionali e soprattutto degli amministratori locali della Val d'Enza, della Provincia e di tutta la Regione Emilia Romagna.

Una di quelle in Italia che ha il maggior numero di produzioni dop (Parmigiano-Reggiano ecc. ecc.)  che si basano sulla disponibilità dell'acqua e nel contempo il minor volume di acque di "riserva" immagazzinate nei bacini. Una delle regioni più esposte a periodici fenomeni alluvionali anche drammatici e recenti, col minor numero di dighe e di casse di espansione in grado di contenere e gestire anche le piene "millenarie" (importante effetto "laminazione" che è la miglior forma di prevenzione delle alluvioni).

È davvero molto importante ed urgente prendere consapevolezza "diffusa" della situazione complessiva, del rapporto costi/benefici (usi civili, potabili e industriali, irrigazione per l'agricoltura, ma anche produzione di energia elettrica, pulita, rinnovabile ecc) degli impatti concreti sul paesaggio e sul microclima della zona (con i relativi riflessi sulla fruizione turistica e sportiva) e dei tempi di realizzazione del progetto.

Per poter arrivare ad una decisione importante e "storica" in tempi brevi e con modalità più possibile condivise e "consapevoli" per tutti.

Ennio Ferrarini