Riceviamo e pubblichiamo
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Ogniqualvolta, sulle pagine di Redacon, mi è capitato di intervenire riguardo alla questione “Diga di Vetto”, ho sostenuto la tesi che ove l’invaso avesse a vedere la luce, il territorio ospitante - inteso nel suo insieme - dovrebbe ricevere una compensazione, traducibile ad esempio in agevolazioni fiscali per chi vi esercita la rispettiva attività (ma una volta salvaguardato il principio, il “beneficio” potrebbe anche prendere altre e diverse forme).
Odierne notizie di stampa - ossia del 17 giugno, e salvo l’averne travisato il senso - ci dicono che gli abitanti di una Regione del Belpaese dove si estrae gas e petrolio, o lo si andrà a fare, vedranno una forte riduzione del costo della propria bolletta energetica, nel che mi parrebbe ravvisabile il criterio secondo cui debbano essere previste modalità di giusta “compensazione” per il territorio che “rende un servizio” anche alle restanti parti del Paese.
Ho appreso la notizia con una certa qual soddisfazione, sembrandomi confermato il meccanismo cui accennavo in premessa, e mi auguro quindi che possa trovare applicazione ove si andasse a realizzare un invaso in ambito vettese, qualsivoglia ne sia il tipo (ripeto il concetto fuori dall’essere o meno favorevoli all’invaso, e solo per dire che se i decisori politici andassero su tale strada, il “sacrificio territoriale” andrebbe a mio avviso compensato).
P.B
Il nostro lettore fa riferimento all'accordo di compensazione siglato, lo scorso 15 giugno, dalla Regione Basilicata e da Eni e Shell. "Un accordo, che vale 1,3 miliardi di euro in dieci anni e porta alla Basilicata - come spiegato dal presidente della Regione, Vito Bardi - risultati notevoli, immediati e tangibili. Altri aspetti dell'intesa saranno illustrati domani mattina dallo stesso governatore in un incontro con i giornalisti". (Fonte ANSA, ndr).
Il Sig. F.B. non credo sia un cittadino di questa Regione, parla di cose sensate e concrete, parla come dovrebbe parlare un buon Amministratore, parla come i politici di un tempo, che fossero Comunisti, Democristiani o Socialisti, che si sedevano intorno ad un tavolo per parlare del bene comune e ne uscivano con la soluzione che portasse benefici ai cittadini, senza pensare alle loro sedie. Ora mi sembra siamo agli antipodi rispetto a questi politici della mia gioventù, politici che hanno costruito l’Italia, che hanno creato le grandi Aziende, Enel, Eni, Telecom, Ferrovie, Alitalia, ecc. ora fatte sparire. Come sostiene il Sig. F.B. la diga deve dare benefici a valle e a monte e li darebbe, ma purtroppo dando molti benefici a chi dice NO in termini di sedie l’opera non si è mai concretizzata. Vi porto un esempio, la diga di Bomba in Val di Sangro assicurava l’energia elettrica alla Valle ad un prezzo estremamente vantaggioso, ciò contenti l’insediamento di varie attività su questa valle. Ma anche senza questi benefici i Comuni montani per merito della legge 959 del 1956 assicura proventi economici ai Comuni Montani del Bacino Imbrifero dell’Enza, per ogni kW di energia prodotta dalla centrale idroelettrica una percentuale va ai Comuni montani, ma nulla vieta accordi che assicurano ulteriori benefici ai paesi montani, non solo in termini di lavoro e nuova viabilità.
Franzini Lino
Nemmeno la siccità, la più dura degli ultimi decenni, con ripercussioni enormi sulla ns. economia, è riuscita a smuovere il presidente della Regione Emilia Romagna.
Troppi gli interessi, governa con gli ambientalisti 5 stelle. D
unque niente diga
maru