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Posti nelle Rsa, respinta risoluzione di Rete Civica nell’assemblea legislativa

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È stata molto dibattuta la distribuzione dei posti nelle residenze anziani, problematica sollevata da Rete Civica e portata in assemblea legislativa con la richiesta di una diversa riorganizzazione dei servizi socio assistenziali e sulla distribuzione dei posti letto, per garantire una soluzione agli anziani non autosufficienti in particolare in montagna.

In Emilia-Romagna, ha spiegato il movimento civico, “sono diverse le strutture ad avere alcuni o tutti i posti convenzionati con l’Ausl (la cui retta è parzialmente compartecipata attraverso i distretti tramite il fondo regionale per la non autosufficienza)”. Lo stanziamento regionale, per il 2021, rivolto alla non autosufficienza, si legge nell’atto d’indirizzo, “ammonta a 457 milioni di euro, che arriva a 520 milioni con il fondo nazionale e con il fondo ‘dopo di noi’”. Rete civica, però, rileva che “il Veneto investe 736 milioni, cui va anche aggiunta, per questa fascia della popolazione, la tassazione agevolata ai fini dell’addizionale irpef”.

Risoluzione che non ha convinto il Partito democratico che ha votato contro sostenendo che la “dislocazione più omogena dei posti non compete alla Regione, ma ai distretti sociosanitari, ai comuni, anche per il concetto di prossimità del servizio per rendere possibile la visita di parenti e amici finalizzata al benessere degli anziani”.

Respinto anche l’emendamento proposto dalla Lega che esclude la Regione da un intervento pratico.

“Le liste di attesa aumentano e serve un aumento dei posti. In alcuni casi, i posti sono diminuiti per l’emergenza covid. Il problema si è aggravato e non c’è soluzione. La maggioranza vota contro una proposta di buonsenso”. Inoltre non c’è ancora una risposta sui 9 milioni in più per il fondo per la non autosufficienza e in tre anni non è stato aggiunto un posto nelle Cra: “Se il fondo non è aumentato, non lo è nemmeno la domiciliarità (non un posto per la semiresidenzialità, anzi i posti sono calati). Nell’aiuto a fragili, disabili, non autosufficienti, minori, non c’è una risposta”.

Infine, la Lega ha affermato i posti nelle Cra sono legate alla montagna, la cui legge deve essere rivista così come “serve una riflessione approfondita anche sulle nuove esigenze degli anziani, sulle risorse esistenti”.

1 COMMENT

  1. Credo sia insindacabile l’importanza delle “residenze anziani”, visto il crescente invecchiamento della popolazione, fenomeno peraltro più accentuato nelle aree montane – e non lo sono di meno i servizi assistenziali, rivolti ai fragili, disabili, e non autosufficienti indipendentemente dall’età – e tale “insieme” merita pertanto di essere potenziato e ottimizzato, ma richiede innanzitutto attenzione, anche con un occhio al costo delle rette, così da renderle quanto più possibile accessibili ai più.

    La materia è certamente complessa, anche sul piano della spesa pubblica, ma forse non mancano i margini per forme organizzative articolate, che permettano di rafforzare il sistema nel suo complesso senza incidere troppo sui conti pubblici, volte altresì a fare in modo che le persone ancora autosufficienti, pur se non più giovani, possano restare a casa propria quanto più a lungo possibile, avvalendosi se del caso di un qualche supporto più o meno occasionale, e comunque non continuativo (e a loro carico quanto a spesa).

    Giustappunto in tale ottica, in un precedente commento di tre mesi fa, sempre su Redacon mi espressi con queste parole: vi sono persone ancora autosufficienti, che necessiterebbero di un aiuto non continuativo, per il lavori domestici, e più in generale per “mandare avanti la casa”, così da continuare ad abitarvi in autonomia, saltuario aiuto semmai fornibile dai “vicini di casa”, e qui tornerebbero verosimilmente utili strumenti sul tipo dei passati voucher (strumenti cui l’interessato faceva allora fronte di tasca propria).

    P.B. 16.06.2022

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