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Don Pauol Poku sostiene che il Vangelo della solennità di Pentecoste ci presenta un nuovo Gesù

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don Paul Poku

Il brano del Vangelo di questa domenica, solennità di Pentecoste, ci presenta di nuovo Gesù che esorta i suoi discepoli a rimanere saldi nell’amore e nell’osservanza della sua parola anche quando li lascerà. Con la sua ascensione Gesù sale al Padre e lascia un chiaro messaggio ai discepoli: dice che si fida di loro, che dovranno essere l’immagine del Volto del Padre davanti agli uomini del loro tempo. Non è un compito che chiede lo sforzo della loro volontà, ma sarà prima di tutto un dono che riceveranno. Infatti promette loro lo Spirito Santo: «io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre». Lo Spirito li aiuterà a comprendere chi è Gesù, a scoprire che con lui hanno vissuto una storia piena di bellezza che non è solo per loro, ma è un dono per l’intera umanità. Sarà lo Spirito che li aiuterà a cogliere il senso delle cose che hanno vissuto con Gesù, affinché la loro vita venga illuminata e scoprano le infinite possibilità di bene che si aprono.
Gli apostoli otterranno lo Spirito Santo nel grande evento descritto nella prima lettura, grazie al quale diventano capaci di testimoniare Gesù a tutti gli ebrei presenti a Gerusalemme. La grandiosità dei segni accaduti (il fragore, il vento, il fuoco) dimostrano la presenza di Dio che riempie il luogo dove si trovano e li anima dall’interno, ben altra cosa rispetto alle norme dell’Antico Testamento che rimangono esterne. Gesù stesso si è lasciato continuamente guidare dallo Spirito dell’amore del Padre che vuole abitare la storia dell’uomo e portare salvezza, perdono, amore. Ora che lui è tornato al Padre tutto deve compiersi attraverso gli apostoli in un costante dialogo e docilità allo Spirito. Certo, loro rimarranno persone segnate dal limite, dall’errore; ma lo Spirito promesso vincerà le loro fatiche, perché l’amore di dio è credibile oltre ogni menzogna.
L’amore è creativo, ci prende a servizio non perché siamo bravi ma perché siamo discepoli, bisognosi sempre di imparare dal Maestro e chiamati a diventare testimoni dell’Amore ricevuto. Lo Spirito Santo suscita nuovi doni per insegnarci e ricordarci quello che ha fatto Gesù; ci fa vedere Dio all’opera nella vita nostra e di chi incontriamo ogni giorno e cerca di aprirsi un varco attraverso gli spazi aperti del nostro cuore, perché la nostra vita diventi gloria di Dio.
Solo grazie all’azione dello Spirito in noi, così come ci viene ricordato nella seconda lettura, possiamo sperimentare nell’intimo che siamo figli, profondamente amati dal Padre; è lo Spirito che ci aiuta a vivere non come schiavi di una legge ma figli di un Padre che ci ama («E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: “Abbà! Padre!”»). Siamo chiamati a chiedere non la forza di diventare bravi, ma il dono dello spirito Santo per poter amare come Gesù ci ha amato.

Buona domenica.