Il sistema sanitario in montagna punta: sugli investimenti, attraverso la realizzazione di tre case e un ospedale di comunità, la centrale operativa, lavori antisismici, e a rafforzare gli organici.
In queste settimane sono emerse tante perplessità e timori sul futuro della sanità in Appennino: la notizia delle dimissioni di quattro medici dall’ospedale Sant’Anna di Castelnovo e la carenza dei posti di continuità assistenziale (guardia medica) ha creato allarmismo nei cittadini.
Come annunciato in diverse occasioni dal sindaco di Castelnovo, Enrico Bini, lo scorso sabato 9 aprile si è tenuto l’incontro tra la direzione generale dell’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia e l’Unione montana dei Comuni dell’Appennino reggiano, per discutere proprio di queste criticità emerse negli ultimi mesi. E per fare il punto sugli investimenti in tutta l’area montana.
E' evidente che le difficoltà di reperire sostituti per i posti vacanti territoriali sono da attribuire alla generale carenza di personale medico su tutto il territorio nazionale, ma c' è comunque la volontà comune di consolidare e rafforzare l’offerta sanitaria nel territorio appenninico.
La direzione dell’Asl ha precisato che le dimissioni dei quattro professionisti del Sant'Anna è dovuta a scelte individuali e nel momento in cui è venuta a conoscenza delle dimissioni, si è attivata per ripristinare la dotazione organica delle rispettive unità operative con tutte le modalità ordinarie per il reclutamento di personale, alcune delle quali già in corso. Nel frattempo, ove possibile, lo svolgimento delle attività ordinarie sarà garantito dall’integrazione di professionisti afferenti ad altre strutture aziendali.
Con riguardo alle cure primarie, il direttore del distretto dottoressa Sonia Gualtieri, ha illustrato la situazione inerente la copertura dei posti vacanti di medicina generale, non rassicurante, ma attualmente meno critica rispetto ad altri territori, poiché è stato possibile reperire alcuni medici a cui affidare un incarico temporaneo in sostituzione di pensionamenti, mentre per il distretto montano la criticità maggiore è relativa al reclutamento dei medici per la copertura dei posti di continuità assistenziale, fronte su cui si sta lavorando per trovare soluzioni che possano contribuire a fronteggiare l’emergenza.
Durante l’incontro sono stati poi illustrati gli interventi previsti nell’area montana. Questi prevedono un investimento pari a 14,7 milioni di euro del piano nazionale di ripresa e resilienza, vale a dire oltre un quarto dei 55,49 milioni destinati alla sanità della nostra provincia. In particolare, è prevista la realizzazione di tre Case di Comunità rispettivamente a Castelnovo ne’ Monti, Villa Minozzo e Carpineti, di un Ospedale di Comunità e di una Centrale Operativa Territoriale (COT), entrambi a Castelnovo ne’ Monti, insieme a diversi importanti interventi di miglioramento antisismico degli edifici del Sant’Anna e di digitalizzazione sul fronte dell’assistenza al paziente. Secondo la tempistica del piano, il completamento è previsto entro l’anno 2026.
Agli investimenti citati, si aggiungono quelli già programmati dall’Azienda USL nel progetto S. Anna Plus (stralcio anticipato del PAL 2019 e relativi al Pronto Soccorso ed alla nuova sede del Servizio Farmaceutico), finanziati da fondi aziendali e dal D.L. 34/2020, per un importo pari a 2,851 mln.€.
L’ammontare complessivo degli investimenti previsti nei prossimi anni nel distretto di Castelnovo ne’ Monti, quindi, raggiunge i 16,278 milioni di euro.
A livello di rinnovo tecnologico, le acquisizioni programmate per il triennio 2022/2024, che sommano oltre 1,6 mln.€, in quota parte finanziati dal PNRR interessano: iniettore per mammografia; colonna vidolaparoscopia per atroscopia 4k; risonanza Magnetica 1,5 tesla; mammografo; telecomandato e diagnostica radiologica Direct; ortopantomografo.
Mi pare solita aria fritta da politici. Promettono tanti soldi su strutture nuove e vecchie ma intanto non riescono a sostituire chi se ne va’ altrove (prospettive di carriera e non solo migliori) e chi va a riposo. Tappano i bucchi con incarichi temporanei spesso dati a medici in pensione……. siamo alla frutta e presto arrivera’ il conto.
Gian
Mi fa ridere solo a leggerlo. Promesse promesse promesse. Ah scusate il reparto di maternità è ancora chiuso.
Andrea
Ho letto con interesse l’articolo. chiedo agli addetti ai lavori cosa significa ed a cosa serviranno le Case di Comunità, l’Ospedale di Comunità e la Centrale Operativa Territoriale. Mi spiego. Quando vengono utilizzati termini “nuovi” non riesco mai a capire la novità e soprattutto mi chiedo se ciò che esiste già verrà migliorato o potenziato, se quello che si progetta di nuovo è qualcosa di integrativo o sostitutivo. In sostanza quello che è stato proposto sembra positivo, ma poi non viene spiegata la effettiva funzione di ciò che si sta organizzando. Non vorrei che fossero le ennesime “cattedrali nel deserto” anche perchè prima o poi bisognerà render conto a qualcuno del fiume di soldi che si stanno investendo,.Non sarebbe meglio informare in anticipo i cittadini circa le modalità di questi investimenti e gli obiettivi reali da raggiugere?
Ci sono altre Provincie o Regioni dove esistono realtà simili a quelle che si vogliono realizzare? Sarebbe “copiare” o prendere spunti in tal senso.
Per il momento le informazioni che posso darvi dal Trentino è che non ho notizie di strutture di tale tipo e soprattutto che invece gli Ospedali vengono fatti funzionare. Se hai le automobili da corsa e non hai i piloti, mi sembra più utile e necessario trovare i piloti e non cambiare le automobili!!
Buona Pasqua a tutti da Cavalese
Dott.Cavana Roberto
Dott.Cavana Roberto
Io non so in cosa consistono le tre strutture previste per Castelnovo Monti, intese nello specifico e nel loro rapporto funzionale con l’Ospedale montano – e pure materiale, ossia la rispettiva ubicazione – nel senso che mi mancano importanti elementi di conoscenza, ma mi viene nondimeno abbastanza spontanea una rispettosa domanda.
Se c’è carenza di personale, come anche qui si legge, mi chiedo se non sarebbe allora preferibile il “concentrare” quanto più possibile sul S. Anna, o in stretta continuità con lo stesso, le ulteriori attività di natura sanitaria – o comunque contigua – che si volessero introdurre, a meno di ragioni, a me ignote come dicevo, che inducano a scelte diverse.
P.B. 15.04.2022
P.B.
Le considerazioni avanzate dal dott. Cavana non mi sembrano fuori luogo, e se trovassero risposta potremmo anche noi comprendere qualcosa in più sul come i nostri decisori politici concepiscono e prefigurano l’organizzazione sanitaria montana dei prossimi anni, e del resto vi sono anche altri a chiedere “di avere maggiori dettagli su queste azioni annunciate dall’azienda e dalla politica locale soprattutto in riferimento ai servizi che domani potranno avere i residenti nel nostro Appennino” (vedi l’articolo di Redacon del 14 aprile, dal titolo = Situazione Sanità in Appennino: tagli anche su personale infermieristico – Senza risposte l’appello dell’ottobre scorso di Cisl Fp).
P.B. 18.04.2022
P.B.