Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Giuseppe Pagani, presidente della neonata Anpc (LINK) a seguito della giornata di riflessione di sabato scorso a Reggio
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È con vera soddisfazione che oggi, alla presenza della presidente nazionale Maria Pia Garavaglia, diamo visibilità in maniera ufficiale alla sezione reggiana della
Associazione nazionale partigiani cristiani, associazione che da anni collabora con ANPI nazionale e con tutte le Associazioni riconosciute
C’era proprio bisogno a Reggio Emilia di una nuova associazione partigiana? Capisco la domanda alla quale cercherò di dare una brevissima risposta.
La sezione Reggiana ANPC è stata costituita all’inizio di questo anno 2022 dalla volontà di uomini e donne che hanno avvertito l’esigenza di recuperare in maniera
più forte, in questo tempo, “la memoria della esperienza e dei valori che hanno motivato tanti uomini e donne, tanti giovani delle comunità cristiane di questa
provincia, del nostro Paese, ad aderire alla lotta partigiana”.
Recuperare non solo per Ricordare. Certo, ci interessa la dimensione della Memoria, consapevoli come siamo che senza Memoria non c’è Futuro, ma riteniamo soprattutto necessario, doveroso ed urgente recuperare quelle motivazioni, quei valori nella nostra contemporaneità per imparare ed educare a Resistere oggi al ritorno di forme di fascismo e ad un nazionalismo che frantuma comunità e la democrazia.
Riteniamo urgente farlo per le nuove generazioni con uno sguardo che sappia cogliere tutta la nostra provincia, dalla montagna, dove risiedono i ricordi più vivi
della attività e del contributo decisivo ed originale delle Fiamme Verdi alla Resistenza, alla nascita del CNL e successivamente alla scrittura della Carta
Costituzionale, all’intero territorio provinciale.
Riteniamo ancora più urgente farlo oggi alla luce di questo drammatico conflitto che ha riportato la Guerra all’interno dell’EUROPA.
Il Novecento, che abbiamo lasciato alle nostre spalle solo 22 anni fa, definito il secolo breve racchiuso tra due conflitti bellici di natura mondiale, aveva portato sullo
scenario internazionale genocidi ed orrori che credevamo archiviati per sempre.
“MAI PIU’ LA GUERRA, “solo la Pace è la strada dello sviluppo dei popoli”: queste erano le parole d’ordine che avevano caratterizzato l’umanità dalla fine della seconda guerra mondiale.
La guerra rappresenta per noi, una soluzione inaccettabile per la risoluzione dei contrasti e delle controversie, con essa vengono messi in discussione i principi
fondamentali di libertà, indipendenza, autonomia degli Stati. Principi per i quali ci siamo battuti e che rappresentano le radici per garantire la PACE.
I danni della guerra non sono solo quelli della distruzione, dei morti, dei milioni di profughi, ma anche quelli della distruzione di relazioni tra Paesi, comunità e persone che sono a loro volta il substrato fondamentale della Pace stessa. Troppo spesso ci concentriamo sui danni materiali alla produzione di materie prime e delle fonti energetiche, ma non ci soffermiamo abbastanza a riflettere sui danni immensi che essa produce su “terre rare relazionali”: materiali preziosi che producono relazioni sociali, economiche, processi partecipativi ricchi e produttivi 1
Anche in questa drammatica vicenda del conflitto russo-ucraino ci siamo orgogliosamente riconosciuti nella posizione chiara della ANPC nazionale che senza
falsi pacifismi, senza ipocrite equidistanze ha sentito da subito il dovere morale di sostenere la popolazione Ucraina contro l’invasione e le minacce del dittatore Putin.
Le scene di Bucha, di Irpin e i massacri che stanno emergendo, ci ricordano una volta per tutte che non sono una eccezione, ma sono il volto della guerra.
Crimini contro l’umanità che rimandano ai crimini del conflitto armato in Bosnia e tornano alla mente gli 8000 mussulmani massacrati a Sebrenica, e il lungo l’assedio di Sarajevo oltre 3 anni in cui i carnefici Mladic e Karadzic hanno affamato una popolazione distrutto una citta. E poi ancora come dimenticare ciò che è successo ad Aleppo e ora a Mariupol e in tanti città Ucraine. Ad alcune di esse ( Zhytomyr anche un parte della nostra città è legata da anni di collaborazione e amicizia) Giorgio La Pira ha scritto: Gli Stati non hanno il diritto di distruggere le città [con la guerra e le con bombe]. …Le città hanno una vita propria: hanno un loro proprio essere misterioso e profondo: hanno un loro volto: hanno, per così dire, una loro anima: non sono cumuli occasionali di pietre: sono misteriose abitazioni di uomini e più ancora, in certo modo, misteriose abitazioni di Dio. […]
NOI Siamo e saremo sempre per la PACE e per la ricerca prioritaria, fino all’estremo, di tutte le vie per il dialogo diplomatico, ma non possiamo essere neutrali tra chi difende la propria libertà, la propria terra e chi invece massacra uomini, donne, bambini, anziani e, prendendo di mira le centrali nucleari, minaccia l’intera umanità. “La guerra, come disse il poeta Pablo Neruda, è fatta da persone che si uccidono senza conoscersi per gli interessi di persone che si conoscono senza uccidersi”, essa infatti non solo mette a rischio la vita di milioni di persone che non hanno potere, ma colpisce i più deboli i più fragili sia in termini di sacrifici umani sia in termini di costi economici e sociali che si protrarranno nel tempo aumentando, ancora più a dismisura, le diseguaglianze.
Noi continueremo per quello che possiamo come singoli e come associazione a impegnarci, per dare sostegno ai profughi e alla popolazione ucraina, non solo
attraverso le sottoscrizioni ma anche attraverso manifestazioni di pace per sottolineare l’atrocità di una guerra alla quale non bisogna abituarsi.
1 Leonardo Becchetti- Avvenire 29 marzo 22
A questo fine e con questo spirito proponiamo ad Alpi Apc, Anpi, Casa Cervi e Istoreco, in collaborazione con Provincia e Comune di Reggio, di promuovere
unitariamente un Forum di riflessione e di proposta su “Guerra, Resistenza, Pace”, iniziativa che potremmo realizzare in Sala del Tricolore e concludere con una
Fiaccolata in Città.
Proviamo vergogna per coloro e quelle associazioni che mantengono oggi, difronte a ciò che vediamo, una ipocrita equidistanza tra aggrediti e aggressori. Su questa via, più o meno consapevolmente, si crea un alibi all’insinuazione aberrante di Putin che gli orrori che si stanno scoprendo in Ucraina, a partire da Bucha, siano una
messinscena degli Ucraini stessi.
Lavorare per la pace significa sostenere la Resistenza Ucraina, Resistenza di un popolo contro un invasore e contemporaneamente sostenere tutti gli sforzi per un
immediato rapido cessate il fuoco e l’avvio di veri negoziati di pace.
Anche per questo crediamo che abbia ancor più senso l’idea di costituire la sezione reggiana di ANPC perché crediamo che serva una riflessione su come preservare la memoria dell’antifascismo in maniera diversa (Ruth Dureghello)e soprattutto pensiamo che sia urgente un’azione profonda e costante di formazione e sensibilizzazione non limitata alle sole importanti manifestazione di ricordo in ricorrenza degli eroici eventi della Resistenza del 1945.
Perché siamo convinti che allora come oggi il contributo dei cristiani in questa fase storica debba farsi sentire con umiltà, in spirito di collaborazione con tutti, ma
affermando con coraggio una identità che rischia di essere dispersa e di cui vi è bisogno nel dibattito culturale e politico della nostra provincia.
Per questo pensiamo di mettere in cantiere almeno 5 iniziativi di approfondimento nei distretti della provincia.
L’ANPC nazionale è oggi l’unica associazione riconosciuta a livello nazionale come personalità giuridica ai sensi del DPR 10 del febbraio 2000.
Siamo consapevoli che non solo a Reggio Emilia ma in tutta Italia si sono formate diverse associazioni di partigiani cristiani, forse è tempo che possano trovare un
itinerario per unificarsi. Per i cristiani “essere” con la propria vita e le proprie azioni è una testimonianza fondamentale.
In questo senso vorremmo innanzitutto con ALPI Apc per le comuni assonanze fare un cammino comune. Per questo motivo all’interno di una complessiva strategia
unitaria diamo fin da oggi tutta la nostra disponibilità a lavorare insieme anche materialmente a partire ad esempio dalla comune collaborazione che potrebbe
portarci non solo ad una federazione ,se non ad una unità, ma almeno a porci l’obiettivo più immediato di restaurare insieme il sacrario di Ca Marastoni dove
domenica scorsa, come ogni prima domenica di Aprile, si è celebrato il ricordo della battaglia della Pasqua di sangue del 1945.
Il nostro impegno è e sarà caratterizzato da una profonda collaborazione nella chiarezza e diversità con tutti. D’altra parte sarebbe incomprensibile,
controproducente e di contro-testimonianza, se tutto questo fosse visto come divisivo o come ostacolo all’affermazione dei nostri comuni valori.
Noi crediamo che solo il pluralismo sia il vero valore aggiunto della democrazia: solo nel confronto tra esperienze, pensieri, idee plurali può svilupparsi e crescere la
democrazia.
L’unità sarà quindi un valore se diverrà l’obbiettivo permanente da perseguire nel rispetto delle diversità che arricchiscono il panorama politico-sociale e culturale.
Pier Paolo Pasolini, durante la scrittura del copione del suo film “Il vangelo secondo Matteo”, risiedendo ad Assisi presso la Pro Civitate cristiana si confrontò a lungo con Don Andrea Carraro. Due persone, due culture, due mondi diversi ma che erano stati capaci di incontrarsi e valorizzarsi reciprocamente.
Alla morte di Don Andrea Carraro Pier Paolo Pasolini volle rendergli l’ultimo saluto ricordando i loro momenti di confronto …
Scrisse Pasolini“Quanti incontri, discorsi, dibattiti, ore di fervore di speranza anche retorica, perchè no, anche insincera qualche volta. E’ questo il commovente patto del vivere”.
La speranza, in questo caso non insincera, possa essere parte del nostro cammino.
Ho letto il comunicato dell’associazione partigiani cristiani e vorrei, se è possibile avanzare alcune riflessioni:
1. A che scopo istituire una nuova associazione visto che esiste già l’Alpi ,il cui presidente è il sindaco di Villaminozzo Elio Sassi, che da anni è attiva a tutto campo sui temi della memoria insieme all’Anpi. Da anni tra le due associazioni era iniziata una collaborazione per opera di Romolo Fioroni e Giuseppe Battistessa che ha portato ad iniziative unitarie insieme alle scuole.
È vero che in Anpi ci sono state posizioni che io non ho sempre condiviso sulla guerra in Ucraina. Si fa molta fatica a pensare ad un pacifismo disarmato di fronte ad un paese aggredito. Ma ancor di più si fatica a pensare che la corsa agli armamenti sia la soluzione. Io personalmente sono soprattutto spaventata dal futuro dei nostri figli e nipoti.
2.Papa Francesco ha espresso la sua condanna della guerra e delle spese militari. Nel documento non se ne fa parola. Eppure ci si richiama ai valori cristiani.
Insomma, posto che ognuno ha diritto a costituirsi nelle associazioni che vuole, la domanda iniziale resta con tutte le perplessità che ho esposto.
Cleonice Pignedoli
Dopo che in Consiglio Comunale a Castelnovo Monti qualcuno ha confuso il CLN col CNR, adesso ci si mette pure questa “neonata” associazione partigiana a scrivere CNL al posto di CLN. Spero davvero in un errore di battitura del giornalista, altrimenti ci sarebbero da ripassare i forndamentali.
Se il buongiorno si vede dal mattino…
Andrea
Trovo strano che queste associazioni partigiane cristiane abbiano enormi difficoltà ad usare il termine “anticomunista”, che non compare mai, al contrario di “antifascista” sempre presente.
In riferimento a tale censura voglio ricordare l’On. Prof. Pasquale Marconi, conosciuto per la sua correttezza professionale, il coraggio delle proprie azioni ed una notevole umanità, dimostrata anche come Comandante partigiano.
On. Prof. Pasquale Marconi (n. 1898 – 1972 Medico), Vice Commissario formazioni partigiane “Fiamme Verdi”, con il nome di battaglia “Franceschini”. Fondatore dell’Ospedale di Castelnovo Monti (RE), Sindaco di Vetto (RE), Deputato per tre legislature.
Ritengo pertanto che questo Intervento (stralcio), dell’On. Pasquale Marconi, alla Camera dei Deputati del 14 febbraio 1951, possa essere utile per evitare di essere la fotocopia di quella di sinistra!
… “Ora, non per sentito dire, ma perché ho il piacere di aver combattuto insieme con i comunisti purtroppo ho visto quel che sono capaci di fare in male (oltre che in bene, perché li ho visti anche combattere bene), posso dirvi che li ho visti commettere atti di una ferocia tale da non aver nulla da invidiare a quelli commessi dai nazisti! (Proteste all’estrema sinistra). Voi avete dimostrato, specialmente in Emilia, specialmente nella nostra zona, questa ferocia; e non mi riferisco all’epoca della lotta partigiana, ma a dopo. Sono disposto a spiegare anche i fatti avvenuti dopo; ma la vostra stampa, il vostro partito, i vostri esponenti non hanno mai condannato alcuno di questi assassini, alcuna di queste stragi, perchè evidentemente anche la strage e l’assassinio entrano nel vostro metodo”…
Ivaldo Casali